A noi ci basta una patatina fritta

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«Frate tu non hai capito... Io voglio vivere così, esattamente così... Emozionandomi per le cose piccole che poi diventano grandi quando ti fermi a guardarle. E poi raccontarle, capito?» dico con una certa enfasi rispondendo a Paolo. «Scrivere, distaccarmi da sti drammi del cazzo che il più delle volte sono ostacoli che ti impediscono di vivere per davvero.»

«Ma non puoi pensare di costruire una vita intera solo attorno alle emozioni, a me sembra una cazzata.»

«E chi l'ha detto?»

«Ma chi lo deve dire? È così e basta bro. Smettila di sognare. Apri gli occhi.»

«Non si tratta di sognare. Te l'ho detto frate, è una questione di sensazioni. Io, in ogni momento della mia vita, vorrei essere guidato da qualcosa di forte. Pianificare soffoca.»

«Ma te, vorrai trovartelo un lavoro stabile? Vorrai comprartela una macchina?»

«Ovvio, ma ... »

«E allora, hai bisogno di un progetto di vita?»

«Certo, ma... »

«Hai bisogno di fermarti a pensare? Di scegliere? Trovare una soluzione per questa insonnia che ti immazza invece di coccolarla perché ti aiuta a scrivere? Non hai più diciassette anni bro» dice in modo fermo mentre infila in bocca una patatina della sera prima.

«Potrei essere d'accordo con Paolo.»

«Pure tu Greta? Ma che c'avete tutti?»

«È che... guardaci. Sono le 5 del mattino, siamo seduti in cerchio dopo una festa con sto sole che sorge. Ubriachi, sfatti, siamo pure brutti. Ci hai visti?»

«E quindi?»

«Fra, dico solo che non potremo farlo per sempre.»

«Appunto» rispondo immediatamente sporgendomi in avanti. «Proprio perché non potremo farlo per sempre, io voglio vivere di questo finché posso. Quante vite credi di avere?»

«Una! E mi basta anche!» dice Matteo, disteso per terra dall'altro lato.

«Dio! È peggio di quanto pensassi. Matte, mangia una patatina.» Faccio per lanciargliela addosso.

«A un certo punto ti tocca fare i conti. Raccoglierai quello che semini, sei d'accordo almeno su questo?» dice Matte.

«Sono d'accordo, e allora? Non si vive contando le entrate e le uscite.»

«E invece ti tocca» esclama Greta. «Guarda che il futuro viene a chiederti il conto prima o poi. E tutto lo farà. Le persone, la tua carriera, il tuo corpo. La tua salute è importante»

«Cosa me ne faccio di un corpo in salute se poi c'ho un'anima che muore?» rispondo.

«Questa però era bella» sussurra Lorenzo, seduto di fronte a me, mentre afferra una patatina.

«Non è necessario scrivere romanzi mentre parli, lo sai vero?»

«Fanculo Emma.» Anche lei mangiava una patatina. «Dico solo, guardateci ora. Non vi sentite troppo vivi? Ascoltate, nessun rumore. Solo le nostre voci. E queste voci sono più simili ad anime che sono connesse tra di loro, qualunque cosa accada. Quando viviamo con la testa leggera, noi, insieme, possiamo essere tutto. Quando stiamo insieme noi, tutto intorno sta in silenzio.»

«Penso che quello che Paolo stava provando a dire è che... Forse tu hai una visione un po' romantica del mondo» esclama Massi. «Voglio dire, sarebbe stupendo pensarla come dici te, ma forse a un certo punto bisognerà anche frenare un po', non credi? Dormire di più, fare cose da grandi, parlare come i grandi. Ma resteremo sempre qui, non scappiamo.»

«No!» rispondo subito. «Questi si chiamano compromessi. E i compromessi logorano, spengono tutto. Se cominci a scendere a patti, quella che era una fiamma luminosissima diventa solo ed unicamente inquietudine. E io i miei tormenti vorrei viverli pensando al meglio, pensando al brivido, alle iridi che mi bruciano appena il sole sorge, non con l'ansia di perdere.»

Mangio una patatina e mi appoggio nuovamente sullo schienale della sedia.

«Ok Fra, capisco. Ma che mi dici delle persone allora? Pensa alle persone che ti stanno attorno. Credi che ti starebbero accanto se resti un ventenne per sempre?» dice Sofi.

«Chi ti ama non scappa.»

«Sì, ma può esser deluso. E da una delusione non se ne esce.»

«Cazzate» dico con tono fermo.

«Troppo facile rispondere cosi» replica Paolo.

«Bro, tu non c'hai idea di quanto ti voglio bene» dico mentre mi alzo e punto il dito verso di lui. «E sai perché? Perché ci sei sempre stato. Anche se ti deludo, anche se scappo dalle mie responsabilità, anche se non rispondo al cell. Qualsiasi cosa accada, tu chiederai sempre prima "Come stai?". E io ti amo per questo.»

«Io non potrei mai lasciarti cadere» risponde. «Ma non tutti sono disposti ad assecondare incidenti e cambi di rotta. Ad un certo punto, se sei una testa di cazzo, qualcuno te lo dirà. Anzi, te lo urlerà in faccia, credimi.»

«E sai che c'è?» esclamo mentre mangio una patatina. «In quell'esatto momento, penserò che non mi sono mai sentito così vivo. Si tratta di dare un senso alla propria esistenza.»

«Ferire qualcuno dà un senso alla tua esistenza? Uau, che testa di cazzo vera» esclama Greta.

«Cambiare la vita delle persone che mi stanno accanto dà un senso alla mia esistenza.»

«Non so più che dire» risponde Paolo, con un filo di sconforto nella voce.

«Ascoltatemi» esclamo mentre mi alzo. «Quello che voglio dire è: io vi amo tutti, lo sento dentro ogni remoto angolo del mio corpo. E momenti come questi, simili ad attimi di sospensione tra stare davvero sulla terra e guardare tutto dall'alto, in cui mi sembra di poter osservare quello che sono da un punto di vista diverso, mi fanno capire che io non sono perfetto. Questo mi é chiaro. Ma questa sensazione di sospensione io vorrei avercela per tutta la vita, qualsiasi cosa accada. Non vorrei mai rinunciare al sentire gli occhi bruciare, lo stomaco restringersi, avvertire la stanchezza di incastrare un impegno dopo l'altro solo per godermi un'alba in più. E poi, quanto mi piace brindare con voi raga. Augurarci vita vera. Rientrare alle 7 e dormire mai. Stare con le occhiaie nere perché l'insonnia mi ammazza per i troppi scheletri. Dico solo, se per una volta possiamo scegliere di scrollarci di dosso tutte ste paure, perché non farlo? Tu stai male perché non ti piaci, tu perché il tipo non risponde, tu perché le persone continuano a deluderti, tu perché i tuoi genitori sono dei bambini. Ma lo avete capito che a noi, insieme, non ci sfiora nessuno? E allora, vogliamo dirlo in coro un enorme "Esticazzi"? Cosa serve a noi per stare bene? Sto sole che sorge, sta brezza leggera, qualcuno che dica due cazzate, una storia condivisa e un "Peggio per loro se ti hanno lasciata andare". A noi, con ste anime che ci portiamo dentro, il modo che abbiamo di guardarci e proteggerci, ci basta questo.

«Una vita d'emozioni?» chiede Paolo.

«Una patatina fritta» rispondo sorridendo.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 01 ⏰

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