12. Annabel

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Kai mi mostra i piccoli spogliatoi e mi lascia a disposizione i costumi nuovi di sua mamma.
Sono a due pezzi, uno è con il reggiseno a coppa ed è una terza abbondante, la mia seconda non è d'accordo quindi opto per quello senza coppa che è di color rosa chiaro.
Stringo i laccetti più che posso e mi sistemo bene. Indosso il morbido accappatoio bianco che Kai mi aveva dato e lego i capelli in uno chignon per non bagnarli.

<<Ehi>> mi dice vedendomi arrivare e poi pone i due bicchieri pieni sul bancone <<Vado a cambiarmi>> mi informa e io annuisco.
Prendo i bicchieri e mi dirigo verso l'idromassaggio accesso che fa le bolle ed emana vapore.
Non vedo l'ora di entrare perché solo con questo accappatoio addosso sto diventando un ghiacciolo.
Appoggio i due bicchieri sul ripiano lì accanto e slego il cordone e poi sfilandomi le maniche un brivido di freddo mi percorre da cima a fondo.
Immergo la punta del piede e la temperatura sembra perfetta.
La vasca rotonda è grande abbastanza da farci stare almeno sei persone. La prima gamba entra completamente e l'acqua mi arriva ai fianchi.

Appena sto per immergere anche la seconda gamba due forti braccia mi prendono per la vita facendo volteggiare e poi splah.
<<O mio dio>> esclamo emergendo fuori dall'acqua e asciugandomi gli occhi.

Al diavolo i capelli asciutti

Kai davanti a me ride a più non posso con i capelli bagnati tra cui si passa le mani un paio di volte facendoli andare da tutte le parti.
<<Che c'è piccola Bel?>> chiede diverto.
Io in tutta risposta lo schizzo in faccia <<Scelta sbagliata principessa>> dice per poi prendermi per le caviglie e tirare facendomi andare sott'acqua.
<<Sei...o dio, sei un stronzo>> mi lascio scappare infuriata uscendo di nuovo con la testa fuori
<<Ti devo ricordare quali soprannomi ti ho dato? Non riesco a prenderti sul serio quando ti arrabbi>> mi stuzzica beccandosi una spinta ma non si smuove di un centimetro, quando i miei palmi incontrano il suo petto nudo mi rendo conto di cosa ho realmente davanti.

Dei pettorali è una tartaruga che non avevo mai visto in vita mia.
Lui sta per schizzarmi ancora, io metto le mani avanti come scudo e urlo <<No fermo, ti prego>>
Lui mi da retta e mi sorride lasciando ricadere le mani lungo i fianchi.

Muscoli.
Pelle e muscoli.
Altri muscoli.
Gesù, Maria, Giuseppe e l'asinello.

Non avevo mai visto un fisico del genere dal vivo, così vicino a me.

Conversa, conversa, conversa.

<<A tua mamma non darà fastidio che ho usato il suo costume?>> chiedo la prima cosa che mi viene in mente
<<No, ne ha una miriade, stai tranquilla>> dice lui e io mi allungo per prendere un bicchiere da cui bere solo per distrarmi dal fisico scolpito dei questi ragazzo. Solitamente non mi lascio distrarre così da un corpo ben allenato ma lui...è una visione.

<<Com'è?>> chiede dopo il primo sorso
<<Cavolo, è davvero buono, sei bravo>> mi complimento.
<<Grazie>> mi sorride lui.
Gli passo anche il suo bicchiere e poi mi accomodo seduta davanti a lui, le ginocchia strette a me e l'acqua che mi arriva al collo così sto bene al caldo.

Stiamo a parlare per almeno un'ora, il tempo vola senza nemmeno accorgersi e tra poco sono le quattro. Senza nemmeno farci caso ci siamo avvicinati fino a quando tra di noi ci sono solo pochi centimetri a separarci, la sua mano dietro le mie spalle, ogni tanto attorciglia le mie ciocche ribelle attorno alle sue grandi dita e io faccio finta di niente anche se dentro di me ho un fuoco che arde.

<<E alla fine siamo riusciti a scappare in tempo>> conclude una delle tante storie delle pazzie che ha fatto con i suoi amici e io mi stupisco per quante volte ha rischiato di farsi portare in centrale dalla polizia.
<<Mio dio, se uno spericolato>> lo presi in giro e lui scoppia a ridere, ha una risata bellissima.
<<Sul serio, io non ho mai fatto una sbandata. Sono sempre stata quella che fa le cose come si deve>> dico abbassando la testa.
<<Be' in questo momento dovresti essere a casa, non su una barca con me>> ridacchia lui
<<Si, hai ragione>> lo guardo sorridendo <<Sai forse è meglio se iniziamo ad andare>> dico nonostante vorrei restare ancora qui e dalla sua espressione sembra che anche lui lo voglia.
<<Ma certo, si è fatto tardi>> annuisce uscendo per primo.
Mi avvicino al bordo per uscire ma lui mi solleva ancora prima che possa alzare un piede dal pavimento della vasca.
Mi tiene con entrambe le mani per la vita per poi posarmi delicatamente a terra.

Mi sento una bambina tra le sue braccia.

<<Grazie per il passaggio e per tutto, mi sono divertita molto>> dico sincera
<<Quando vuoi, il mio numero ce l'hai>> dice facendomi l'occhiolino e il mio cuore perde un battito.
Sto per chiudere la portiera quando la mia bocca inizia a parlare scollegata dal cervello <<Ehi e...non stai male con le zigomo nero>> dico con un pizzico di ironia però in parte è anche vero
<<Allora fammi il nome di qualche altro stronzo che ti da fastidio>>
Non intende...oh penso proprio di sì.
Gli sorrido e chiudo la portiera per poi dirigermi verso l'entrata.

***

Scendo in cucina per la colazione e trovo Lily a pulire i fornelli e sul tavolo una torre di pancake.
Sono le dieci di domenica mattina, ho dormito come un sasso per tutta la notte, almeno quello che mi è rimasto. Probabilmente farò un riposino anche al pomeriggio.
<<Buongiorno Bel>> mi saluta vedendomi entrare in cucina
<<Buongiorno>> le sorrido <<Mi ci volevano proprio i tuoi pancake, puoi prepararmi del caffè per favore?>> le chiedo con la bocca ancora impastata dal sonno
<<Ma certo, sei tornata a casa tardi?>> mi domanda e io annuisco, venerdì le avevo accennato che sarei uscita questo sabato sera.
<<Si ma ne è valsa la pena>> dico con un sorriso ripensando alla notte precedente, almeno la seconda parte.
Mamma e papà sono fuori per la loro solita camminata al parco di domenica mattina che va dalle nove alle undici quindi non devo preoccuparmi che qualcuno mi senta.
Vado al frigo e tiro fuori lo sciroppo d'acero.
<<Ma non odiavi quelle feste?>> si ha ragione, non mi piacciono molto le feste, non sono una che si ubriaca, fuma e balla come una pazza, sono troppo introversa per questo.

Prendo dalla credenza un piatto e vado a sedermi a tavola.
<<C'è un ragazzo>> inizio io e lei si gira verso di me con un sorriso malizioso <<Non pensare male Lily, siamo amici>> mi affetto a spiegare
<<Mhm, vai avanti>> mi fa segno con la mano mentre si appoggia al bancone della cucina con le braccia conserte intanto che il caffè è pronto
<<Alla festa un ragazzo mi ha dato fastidio e lui lo ha massacrato di botte>> appena finisco la frase lei scoppia a ridere <<Perché ridi?>>
<<E quindi siete solo amici>> dice marcando le ultime due parole.
<<Si, comunque...dopo tutto il casino c'è ne siamo andati e mi ha portato sulla barca dei suoi, abbiamo ballato, mi ha preparato da bere e poi siamo stati per circa un'ora nella vasca idromassaggio a parlare>> le racconto con un sorriso stampato sulle labbra.
<<E questo ragazzo ha un nome?>> mi chiede  mentre mi porta la tazza di caffè davanti e prende posto a tavola.
<<Kai, è il migliore amico di Jaxon, è tornato da Londra quest'anno>> le spiego
<<Ed è bello?>> mi domanda poi
<<Andiamo Lily>> io arrossisco
<<Ha! Sei diventata rossa>> scatta lei
<<Beh si>> dico con una voce quasi impercettibile
<<Come scusa?>>
<<Si>> ripeto a voce più alta <<Molto>>
<<Aha beccata>> dice lei contenta <<Be' sono davvero felice per te Bel>> si alza da tavola e mi lascia una carezza sul capelli per poi allontanarsi al piano di sopra, probabilmente a sistemare la camera dei miei.

Lily lavora a casa nostra da ancora prima che io nascessi, è stata assunta quando...lui era ancora piccolo.
Mi ha fatto più lei da mamma che la mia vera madre e le voglio un sacco di bene.
Ha intorno ai cinquant'anni e si occupa delle pulizie, quando è necessario prepara anche da a mangiare.
La mia stanza la lascio sempre in ordine, anche se è il suo lavoro non voglio lasciare in disordine solo perché c'è lei che pulisce.
È vero, è la governante ma è anche mia amica.

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