Capitolo 1

116 11 5
                                    

Tutto dannatamente uguale

Cielo...stelle...luna...buio...nero. Questa è la notte per la maggior parte delle persone, ma per loro è diverso. Chi sono loro? Creature misteriose e pericolose che spesso agiscono di notte. Mostri li chiamano. Assassini li definiscono. Loro sono...Ghoul. Potrebbero essere scambiati per persone comuni, e di fatto lo sono , se non per un piccolo problema. Quale? Il loro corpo non accetta cibo umano, ma solo umani. Forse sembra quasi un controsenso, ma è la verità. Facciamo un esempio, a tutti piacciono le torte giusto? Ecco, ai Ghoul fanno male e se ne mangiassero finirebbero col vomitare e stare per un bel po' con lo stomaco sottosopra. Se a essergli offerto fosse, invece, un buon caffè, altro che stare male, come minimo ti ringraziano e poi ti aspettano in un vicolo per mangiarti. Sono tutti cattivi? No, ci sono Ghoul che non vogliono cacciare e che preferiscono vivere cibandosi dei corpi di suicidi o di persone già morte. Altri, invece, amano l'idea di cibarsi di carne fresca e, in certi casi, ancora viva. Ci sono anche Ghoul che ne mangiano altri e per questo vengono definiti cannibali. Infine ci sono i Ghoul, detti "vegetariani", che campano di caffè e zollette fatte apposta per i Ghoul da altri loro simili...e poi c'è lei. Chi è lei? Una ragazza di 17 anni, bionda, dagli occhi color nocciola e dallo sguardo dolce e penetrante. Frequenta una normalissima scuola come se fosse una ragazza qualunque, ma non lo è, lei è una Ghoul. Si chiama Ayumi e abita con i suoi genitori nella ventesima circoscrizione, nei pressi di un locale chiamato Anteiku. Solitamente è una ragazza solare e gentile, ma quando inizia a combattere diventa sfrontata e pericolosa. Perché dovrebbe combattere? Semplice, alla CCG è conosciuta come Angel. Forse non le si addice? Io dico di si, dopotutto può sembrare dolce e indifesa se non la si attacca, anzi, lo è. La cosa strana? Avere vuoti di memoria alla sua età è preoccupante.

Un suono, un rumore assordante. Mi giro dall'altra parte e mi metto il cuscino sopra la testa. Non me la sento proprio di alzarmi oggi. Sento mia madre entrare in camera per spegnere la sveglia e aspetto che mi svegli con il suo solito tocco gentile. Nulla, mi levo il cuscino dal viso e la guardo. Ha un'espressione preoccupata in volto e stringe forte la stoffa della gonna in un pugno. Mi strofino gli occhi e mi stiracchio un po' assonnata. Provo a parlarle, ma lei se ne va prima che io possa dire qualunque cosa. Si ferma alla porta e si gira un'ultima volta a guardarmi.

-Forza, devi andare a scuola-

Mi alzo ancora un po' intontita e mi avvicino al mio armadio. Tiro fuori la mia divisa e mi affretto a chiudere la porta, mi imbarazza l'idea che qualcuno mi veda, anche se si tratta di mio padre. Mi levo l'enorme maglia che uso come pigiama e mi metto la divisa. Camicia bianca a maniche corte, cravatta rossa, gonna blu notte, calze bianche fino al ginocchio e scarpe dello stesso colore della gonna, questa è la nostra divisa. Mi piace, ma a volte trovo che la gonna sia un tantino corta. Rifaccio il letto, prendo la borsa e scendo a fare colazione. Trovo mamma in salotto per passa l'aspirapolvere e io filo in cucina. Mi verso del caffè e guardo l'ora mentre ne bevo un primo sorso, otto meno venti, sono ancora in tempo. Finisco il caffè e saluto mia madre prima di uscire. La coda dell'occhio mi cade sul posto dove di solito parcheggia mio padre, non c'è, sarà uscito prima per lavoro. Mi affetto verso la fermata dell'autobus e riesco a prendere il mio senza troppi problemi. Stare in autobus è una tortura, non perché io sia una Ghoul e mi possa venire fame da un momento all'altro, per il semplice fatto che non si riesce a stare tranquilli. Ci sono quelli che parlano al telefono urlando, ci sono quelli che chiacchierano urlando e ci sono quelli che litigano urlando, in breve tutti urlano e mi ritrovo dopo appena un paio di minuti a pensare che a Tokyo siano quasi tutti sordi. Dopo quasi cinque minuti inizio pure a rispondere fra me e me alle discussioni delle due ragazze che si trovano al mio fianco. "Ti sei divertita ieri a casa mia?" no "Certo! Non vedo l'ora di tornarci" non ti vogliono "Ma lo hai visto mio fratello? È troppo sexy" questo si chiama incesto "Davvero? Non l'ho notato" credici "Ma se te lo stavi mangiando con gli occhi!" ma che razza di Ghoul sei se mangi con gli occhi?! Mi diverte inventare risposte stupide o non, ma fortunatamente arriva presto il mio turno di scendere. Dalla fermata alla scuola ci vogliono pochi minuti che faccio camminando velocemente. Supero il giardino ormai quasi vuoto, la prima campanella sarà suonata da poco, e raggiungo tranquillamente la mia aula. Mi siedo al mio solito posto vicino alla finestra e proprio in quel momento suona la campanella. Sospiro e tiro fuori dalla borsa il quaderno di matematica, l'ennesima giornata identica alle altre. Inizia a diventare noiosa la solita routine. Mi dico che desidero solo che qualcosa cambi, ma non mi aspetto niente, fino a che non vedo lui.

Spazio autrice: Ed eccomi tornata con una nuova storia su Tokyo Ghoul. Mandiamo in vacanza Rin, dopotutto se l'è meritato, e diamo il benvenuto ad Ayumi. Che ne dite amanti di Alive e Outside? Chi sarà questo lui?

Double faceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora