2. The number 7

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Mason.

Il sole del tardo pomeriggio picchia forte sul campo da football del Golden Gate College. L'aria è ancora caduca dell'euforia dell'allenamento appena concluso, e l'odore dell'erba appena attagliata e del sudore si mescola a quello salmastro che arriva dall'oceano poco distante.

Il campo, di un rettangolo perfetto e verde, è quasi vuoto. Pochi ragazzi stanno finendo di sistemare l'attrezzatura, mentre il Coach Harper, con il volto segnato da anni di esperienza e passione per questo sport, mi fa cenno di avvicinarmi.

In mano tiene qualcosa che mi fa tramare il cuore per un istante: una maglia da football con il numero 7.

Blaze è una leggenda qui al Golden Gate College. Il giocatore che tutti i ragazzi della mia età sognano di diventare. Era stato il capitano che ha portato la squadra a vincere campionati e colui che ha lasciato un vuoto impossibile da colmare. Quando è morto, il college ha perso una parte della sua anima.

Non ho mai conosciuto Blaze personalmente, ma il suo nome è inciso nella storia di questo posto.

In pochi istanti, il campo si svuota completamente di rumori, e tutto quello che riesco a sentire è il battito del mio cuore nelle orecchie.

«Mason,» la voce del coach è ferma ma gentile, «Avvicinati, ragazzo.»

Faccio un passo avanti, consapevole degli sguardi dei miei compagni che si fanno intensi su di me. Anche Brian e Derek, i miei migliori amici, mi osservano con un misto di orgoglio e aspettativa. Ho condiviso ogni singolo passo di questo viaggio con loro. Sono contenti per me, lo vedo nei loro occhi.

Sento il peso di quel momento, e mi chiedo se Blaze abbia mai provato qualcosa di simile quando ha ricevuto questa maglia.

Il Coach mi guarda dritto negli occhi, come se stesse cercando di leggere ogni pensiero nascosto nel mio cervello.

«Questa non é solo una maglia, Mason,» dice, e sento che le parole vengono dal cuore. «Questo è un simbolo, un onore, ma anche una grande responsabilità. Blaze era più di un capitano; era un leader, un faro per questa squadra. E ora, tocca a te guidare questi ragazzi.»

Con quelle parole, lui mi porge la maglia e io la prendo con entrambi le mani, sentendo il tessuto pesare più di quanto immaginassi. Non è solo il cotone, è tutto quello che rappresenta.

Sento lo sguardo di Brian su di me, il suo silenzio più eloquente di mille parole, e vedo Derek che sorride leggermente, come se volesse sdrammatizzare l'importanza del momento.

«Non deluderò questa squadra, Coach,» dico finalmente, con la voce più ferma di quanto sembra davvero. «Farò tutto il possibile per essere all'altezza.»

Harper annuisce, e un piccolo sorriso di approvazione increspa le sue labbra. «Lo so, ragazzo. Lo so.»

Non è solo orgoglio, è anche un senso di dovere. So che da questo momento in poi, ogni mia mossa verrà osservata con attenzione, non solo dai miei compagni, ma da tutto il college.

Mi giro verso la squadra, sollevando la maglia in segno di vittoria. «Questa stagione è nostra,» dichiaro, la voce che risuona chiara.

«Lavoreremo duro, lotteremo insieme, e porteremo il Golden Gate College alla vittoria.»

Il boato della squadra mi avvolge, le urla di incitamento, le pacche sulle spalle. Ma dentro di me, so che questo è solo l'inizio. Essere il capitano significa avere la fiducia di tutti, ma anche portare sulle spalle il peso delle loro aspettative.

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