La sera calava lenta su Hogwarts, avvolgendo il castello in una foschia dorata e ombre profonde. Le torri, imponenti e immobili, scrutavano il mondo sottostante con sguardi antichi, testimoni di segreti custoditi nel silenzio dei secoli. Tra quelle mura, una figura si muoveva quasi impercettibilmente, come un'ombra tra le ombre, sfuggendo alla vista di chiunque fosse abbastanza distratto da non notarla.
I corridoi di pietra risuonavano del rumore di passi frettolosi e di voci echeggianti. Gli studenti, affamati e spensierati, si affollavano nelle sale, i loro manti svolazzanti tingevano l'aria di colori e vitalità. Ma tra la massa di giovani streghe e maghi, c'era un movimento diverso, più fluido, quasi sussurrato. Come il vento che passa tra gli alberi senza piegare le foglie, così quella figura attraversava il castello, senza far rumore.
Nessuno le prestava attenzione, ma questo non era dovuto a un'incapacità di farsi notare, quanto piuttosto a una volontà deliberata di restare nell'ombra. Chiunque avesse cercato di seguirne i movimenti avrebbe faticato a definirne i tratti distintivi. Forse era il mantello, un tessuto scuro che si fondeva perfettamente con l'ambiente circostante, o forse erano i capelli, neri e lisci, che sembravano sciogliersi nella penombra come inchiostro nel mare. Non c'era nulla in lei di particolarmente appariscente, eppure l'assenza stessa di dettagli definiti la rendeva una presenza inquietante, quasi spettrale.
Moira Lancaster – un nome che in pochi avrebbero saputo associare a quel passo felpato. Non c'erano voci che sussurrassero storie sul suo conto, nessun pettegolezzo nelle aule o nei dormitori. Era una presenza fugace, come una nebbia mattutina che si dissolve appena il sole sorge. Eppure, chiunque avesse avuto la fortuna o la sfortuna di incrociare il suo sguardo avrebbe sentito una strana inquietudine. Gli occhi, nascosti dietro un paio di occhiali argentati, non rivelavano nulla di lei, ma sembravano scrutare l'anima di chiunque si trovasse davanti.
Oggi, come ogni altro giorno, il suo cammino non era diretto verso la Sala Grande, né verso i dormitori. Mentre gli altri studenti si radunavano per la cena, Moira si allontanava silenziosamente, facendo perdere le proprie tracce tra i corridoi che iniziavano a svuotarsi. Nessuno la cercava, nessuno si chiedeva dove fosse. E questo le andava più che bene.
Attraversò un ampio androne, le sue scarpe leggere sfioravano appena il pavimento di pietra, senza emettere suono. L'aria intorno a lei sembrava farsi più fredda, come se la sua presenza avesse la capacità di risucchiare il calore dal luogo che attraversava. La porta della biblioteca apparve infine davanti a lei, un'imponente struttura di legno scuro e ferro battuto, solida e misteriosa come il sapere che custodiva. Moira la spinse con delicatezza, facendola scorrere sui cardini con un lieve sussurro.
Dentro, la biblioteca era immersa in una penombra avvolgente. Le alte finestre lasciavano filtrare solo un bagliore fioco dalla luna, mentre le torce sparse lungo le pareti gettavano ombre lunghe e tremolanti sugli scaffali. I libri, allineati e perfetti nei loro ripiani, sembravano osservarla silenziosi, come se sapessero di essere i suoi unici compagni in quelle ore solitarie.
Avanzò tra i corridoi di volumi antichi, con la precisione di chi conosceva quel luogo meglio di chiunque altro. Ogni suo passo era calcolato, ogni suo movimento era privo di esitazione. Non c'era nulla di casuale nelle sue azioni, nulla di lasciato al caso. Raggiunse il suo solito tavolo, nascosto in un angolo remoto, tra due librerie che si innalzavano come guardiani silenziosi. Sedette, e l'oscurità sembrò farsi più densa intorno a lei.
I libri che aveva con sé erano solo un pretesto, uno schermo dietro il quale nascondere il vero motivo della sua presenza. Aprì un volume di Pozioni Avanzate, lasciando che lo sguardo scorresse sulle parole senza realmente leggere. L'attenzione di Moira era altrove. Con l'abilità di chi ha affinato i propri sensi nel corso del tempo, cominciò a sintonizzarsi sui suoni che la circondavano. La biblioteca non era mai del tutto silenziosa; c'era sempre qualcuno che sussurrava, studenti che credevano di essere invisibili agli occhi degli altri.
Ma Moira era lì. Invisibile, sì, ma con orecchie pronte a captare ogni parola.
Frammenti di conversazioni galleggiavano nell'aria, portati da voci basse e concitate. Parlavano di misteri irrisolti, di alleanze nascoste, di sentimenti mai confessati. Parlavano di cose che, a prima vista, potevano sembrare insignificanti, ma che lei sapeva legare insieme, come fili invisibili in una trama più grande. Ogni parola era un indizio, ogni frase un pezzo del puzzle che stava pazientemente componendo nella sua mente.
E mentre ascoltava, il volto di Moira restava impassibile, un enigma che nessuno avrebbe potuto decifrare. Non c'era emozione visibile nei suoi lineamenti, solo una calma glaciale, una tranquillità che nascondeva la furia di pensieri che scorrevano incessanti. Era come un lago oscuro, la cui superficie liscia e immobile celava correnti pericolose sotto di essa.
Man mano che la notte avanzava, la biblioteca cominciò a svuotarsi. Le torce si affievolivano, e il silenzio divenne assoluto. Solo allora decise di chiudere i suoi libri e riporli con cura nella sua borsa. Si alzò con la stessa leggerezza con cui era arrivata, la sua figura scivolò tra le ombre, fondendosi con esse.
Lasciò la biblioteca, ma il suo spirito sembrava rimanere lì, sospeso tra le pagine di quei libri, tra i segreti ascoltati e mai svelati. Il castello, ormai immerso nella notte, non aveva ancora svelato nulla di lei. Eppure, Moira aveva già scoperto molto su tutti gli altri.
Nessuno, quella notte, avrebbe ricordato il suo volto. Nessuno avrebbe saputo dire dove fosse stata. Ma lei, ancora una volta, aveva svelato i misteri del giorno, aggiungendo nuovi tasselli al suo intricato disegno. E così, mentre il castello dormiva, Moira si ritirò nel suo letto, nascosta dal buio e dalla sua stessa ombra, un mistero tra i misteri.
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- ᪥ -
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𝐎𝐜𝐜𝐡𝐢 𝐝𝐢 𝐯𝐞𝐭𝐫𝐨
Fanfiction"𝘚𝘦𝘪 𝘶𝘯𝘢 𝘴𝘧𝘪𝘨𝘢𝘵𝘢, 𝘓𝘢𝘯𝘤𝘢𝘴𝘵𝘦𝘳." ⠀⠀⠀⠀Dove attirare le attenzioni di Moira Lancaster diventa una missione vitale del re delle serpi. "𝘛𝘪 𝘩𝘢𝘯𝘯𝘰 𝘪𝘯𝘴𝘦𝘨𝘯𝘢𝘵𝘰 𝘴𝘰𝘭𝘰 𝘲𝘶𝘦𝘴𝘵𝘦 𝘲𝘶𝘢𝘵𝘵𝘳𝘰 𝘱𝘢𝘳𝘰𝘭�...