Camila si svegliò di soprassalto, gli occhi impastati e in bocca un sapore amaro. Si tirò immediatamente a sedere, facendo scivolare il lenzuolo leggero sulla sua pelle e si accorse di essere nuda, in un comodo letto a baldacchino di una stanza completamente sconosciuta. Si tirò il lenzuolo per coprirsi, strinse le mani sul petto e incrociò le gambe. La lingua guizzò fuori per inumidire le labbra aride e deglutì un paio di volte nel tentativo di togliere quel gusto fastidioso che le bruciava la gola. Fece scorre il suo sguardo per tutta la stanza. Le pareti erano di un rosso cremisi, illuminate fiocamente da candele profumate sparse per tutta la camera, che rendevano quel posto macabro ed elegante al tempo stesso. Un lampadario pendeva dl soffitto con i suoi cristalli dall'aria costosa, che scintillavano nel bagliore della luce, sembrando migliaia di stelle in un cielo scarlatto. Un enorme libreria di mogano, piena zeppa di libri, molto antichi a giudicare dal primo sguardo, di sicuro appartenenti ad una persona acculturata. A sinistra un'elegante scrivania anch'essa di legno, intarsiata di ghirigori dorati, creavano un piacevole contrasto con la stanza, il cui colore predominante era il rosso. Si chiese dove fosse e soprattutto come ci fosse arrivata, un senso di panico le montò in corpo. Il petto le si strinse in una morsa dolorosa, il respiro era a tratti mozzato ed affannoso, gli occhi spalancati e lucidi e si strinse ancor di più nel lenzuolo che profumava di pulito, proteggendosi da non seppe cosa. Ma doveva calmarsi, era una Cabello e i Cabello erano i migliori cacciatori di vampiri in circolazione, non si facevano mai prendere dal panico. Inspirò profondamente, chiudendo gli occhi per un attimo. Rilassò le mani, che non si accorse di aver chiuso a pugno ed asciugò i palmi madidi di sudore sul letto. Si costrinse ad alzarsi, ignorando la protesta delle sue gambe, doveva aver dormito per un bel po'. Scivolò con i piedi nudi per terra, adorando la sensazione che provò toccando il pavimento di marmo fresco e si mosse per la stanza silenziosamente, alla ricerca dei suoi vestiti e delle sue armi. Cercò ovunque, persino sotto al letto, ma non trovò nulla. Ringhiò di frustrazione e stette quasi per uscire, nel tentativo di cercare qualcosa o qualcuno che l'avrebbe aiutata quando la porta si aprì. Le si gelò il sangue. Sentì tutti i muscoli irrigidirsi peggio di un pezzo di legno, aveva il cuore in gola e le orecchie incominciarono a fischiarle fastidiosamente. ''Merda'' fu il suo unico pensiero. Con il respiro affannoso si girò lentamente, coprendo con le mani la sua nudità. Non l'avesse mai fatto. Lauren Jauregui,in tutto il suo macabro e affascinante splendore, il vampiro più temuto di tutti i secoli, era proprio davanti a lei, che era completamente disarmata, indolenzita e, come se non bastasse, anche nuda. Trattenne rumorosamente il respiro e si maledisse mentalmente subito dopo per averle fatto capire quanto era sorpresa. Ma la vampira non si mosse, rimase lì sulla soglia, a contemplarla con sguardo avido, come se fosse un oggetto di chissà quale valore, per un tempo che parvero ore. Camila non disse nulla. Le tremarono inevitabilmente le gambe quando la vide chiudersi la porta alle spalle ed avvicinarsi a lei, lentamente e silenziosamente. Piede dopo piede, con una lentezza agonizzante, facendo passi misurati, che riecheggiarono in tutta la stanza come fossero spari, in quanto indossava dei tacchi eleganti ed alti. I suoi occhi smeraldo luccicavano, come il vestitino corto di stoffa rossa che portava addosso. Camila trattenne il respiro, quando se la ritrovò ad un soffio di distanza. Lauren avvicino la faccia all'orecchio della più piccola, che tenne i muscoli tesi, pronta ad attaccare. Sentiva il petto nudo che si alzava a fatica e che sfiorava leggermente l'abito della vampira. -Cabello- la sua voce era rauca e graffiata, di una tonalità bassa e seducente, s'infranse piacevolmente sul suo collo e le venne la pelle d'oca. Non mosse un muscolo, anche se il suo istinto da cacciatrice le urlava contro di reagire, il suo cervello la fece ragionare. Non aveva speranze di sopravvivenza contro la mora, neanche se fosse stata armata, era visibilmente molto più forte di lei. Non a caso era ritenuta il vampiro più pericoloso da tutti i cacciatori. Quindi strinse i denti e si costrinse a stare ferma. -Non mi avevano mai detto che eravate così...- si fermò un attimo, respirando a fondo, allargando le narici per inebriarsi del suo profumo. Camila intravide con la coda dell'occhio il canino bianco e aguzzo stringere la carne rossa e carnosa del labbro inferiore -Appetibile- continuò allusiva, con un sorrisetto strafottente ed irritante. Camila strinse di più le piccole, ma esperte mani intorno al proprio corpo, proteggendosi dallo sguardo affamato e insistente di Lauren. Sentì quelle dita gelide e cadaveriche scivolare sul suo fianco, andare a finire sulla curva sinuosa e morbida del suo sedere scoperto, stringere forte la carne ambrata e spingerla verso il suo corpo. -Brutta porca- la ammonì, togliendo momentaneamente la mano dal suo seno, spingendola il più lontano possibile da sé. La faccia le stava andando a fuoco dall'imbarazzo, anche se il suo sguardo era duro e risoluto. Lauren sorrise sadica, non avendo paura di lei, un sopracciglio alzato e uno scintillio malizioso negli occhi. -Camila Cabello. Karla Camila Cabello, per meglio dire. La più chiacchierata ed abile cacciatrice di vampiri degli ultimi tempi. Artefice di migliaia di morti tra la mia gente, qui, al mio cospetto, denudata dei suoi abiti e indifesa. Completamente al mio servizio- la derise, il mento era alzato in segno di sfida. Camila si infuriò a quel commento -Non azzardarti a toccarmi- le intimò, lo sguardo duro e fiero, proprio come una vera cacciatrice. -Oh, altrimenti?- fece con tono fintamente preoccupato. Infilò la mano sotto il bordo del vestito con fare sensuale e cacciò da due cinturini di cuoio, legati rispettivamente attorno entrambe le cosce, la pistola e il coltello di Camila. -Ho preso in prestito i vostri giocattolini- lasciò cadere a terra la pistola e la spinse con il tacco dietro di lei, osservando attentamente la lama del coltello, sbandierandolo davanti agli occhi della bruna. La luce rifletteva sul metallo e Camila vide il suo riflesso. Aveva gli occhi cerchiati da profonde occhiaie, ma nonostante ciò il suo sguardo incuteva ancora timore. Ne fu fiera, anche se non sembravano fare effetto sulla vampira. -Cosa ci vorreste fare con questo, tagliare il burro?- la schernì di nuovo e, per l'ennesima volta, Camila si costrinse a non reagire, la vena sul collo incominciò a pulsare per la rabbia repressa. Lauren lasciò cadere anche il coltello, che fece la stessa fine della pistola -Non vi scaldate- l'avvertì, lo sguardo improvvisamente serio. -Lo sapete che posso uccidervi in qualsiasi momento e non ho bisogno di armi- e fece scorrere la lingua lentamente sui lunghi canini, mostrandoli alla bruna, come se volesse confermare le sue parole. In quel momento Camila si ricordò di cosa le raccontava suo padre quando l'addestrava, di come l'umore dell'uomo si scurasse ogni volta che le parlava di come Lauren gli avesse sfregiato la faccia, rendendolo ceco da un occhio. Ed era stato fortunato, diceva, non solo aveva amputato arti ad altri cacciatori, ma li uccideva senza scrupoli e senza il minimo sforzo, succhiando loro tutta la forza vitale. Quando era più piccola tremava di paura, ed ora quella terribile creatura era proprio dinanzi a lei, in tutta la sua fiera maestosità. -Non è stato saggio andarsene in giro nel nostro territorio, armata solo di pistola e coltello. Mi hanno riferito che non è stata un'impresa ardua catturarvi- le girò intorno, osservandola nella sua bellezza, completamente esposta al suo sguardo. -Mi avete delusa sapete? Pensavo foste una persona molto più astuta- commentò fermandosi alle sue spalle. Avvicinò le dita ai lunghi capelli bruni di Camila e li spostò delicatamente di lato, scoprendole la schiena, mentre la povera ragazza, tesa come una corda di violino, non si mosse e fremette leggermente al contatto delle loro pelli. Lauren fece un passo verso di lei, facendo aderire perfettamente il bacino contro il fondoschiena della ragazza. -State tremando, avete freddo per caso?- avvicinò le labbra carnose alla sua spalla, dandole un bacio umido, assaporandone il gusto. Camila si ritrasse immediatamente, non poteva sopportare oltre, non era un giocattolo completamente a disposizione della vampira. -Mi fai schifo!- si girò di scatto e tirò un sonoro schiaffo alla guancia sinistra di Lauren. Quest'ultima non si mosse per interminabili secondi, in cui l'unico rumore che si sentì furono i battiti furiosi del cuore di Camila, perché lei sapeva che entrambe riuscivano a sentirlo. Lauren era rimasta con la testa piegata da un lato per via dell'impatto, i capelli corvini scendevano disordinati a coprirle il volto e il fatto che Camila non potesse vedere la sua espressione le metteva ancora più ansia in corpo. All'improvviso scattò contro la ragazza minuta, sovrastandola con il suo peso, non troppo eccessivo, sul letto morbido e profumata di lavanda. L'odore pungente e accattivante della vampira mischiato a quello dolce e vanigliato delle candele si insinuò prepotentemente nelle narici di Camila. Lauren aveva preso i polsi della più piccola, costringendola a tenere su le braccia, esponendola completamente al suo sguardo affamato. -Non comportatevi in questo modo, è maleducazione. Siete pur sempre una mia ospite- le fece notare, la faccia talmente tanto vicina alla sua che praticamente le stava respirando in bocca. Le labbra si sfioravano e Camila si sentì tremendamente in colpa ed imbarazzata a percepire nettamente la scarica di calore liquido che attraversò la sua femminilità dovuta alla posizione in cui si trovava e allo sguardo che le stava rivolgendo. Alla vampira piaceva dominare e lei non poteva opporle resistenza. -Posso darvi del tu? In fondo siamo coetanee...più o meno- fece scorrere la mano libera sul suo addome piatto, facendo strisciare piano le unghie. Raggiunse il seno della bruna, che non perse tempo a stringere rudemente, senza alcuna dolcezza, tastandone la morbidezza e la consistenza, facendo indurire il capezzolo. Camila cercò di dimenarsi, mise quanta più forza potesse, riuscendo a liberare la mano sinistra, che si scontrò con un rumore sordo sulla mascella di Lauren. Approfittò della sorpresa della mora per liberare anche l'altra mano, che usò per spingerla lontano da sé. Fece per alzarsi, convinta che potesse scampare dalle sue grinfie, in corpo un rinnovato senso di potere, ma la vampira l'afferrò con forza per il braccio, facendola voltare e ristendere scompostamente sul letto, a pancia sotto. Le prese i polsi, facendola gemere per il dolore e le tirò un sonoro e bruciante schiaffo sulla natica destra, facendola sussultare. Cercò invano di dimenarsi, ma la presa era ferrea. Lauren non l'avrebbe lasciata scappare. Ringhiò nell'orecchio di Camila, sembrando un leone inferocito pronto a sbranare la sua piccola ed indifesa preda. La ragazza le urlò contro, ordinandola di lasciarla andare, avvertendola del fatto che sicuramente suo padre e gli altri cacciatori si saranno messi già sulle sue tracce, non vedendola tornare a casa. Ma questo causò solo un altro schiaffo da parte della mora, sempre sullo stesso punto. Ella schiacciò il proprio copro freddo contro quello minuto della ragazza, muovendo sensualmente il bacino contro il sedere di Camila, che sentiva perfettamente la stoffa ruvida del vestito strisciare tra le sue cosce, che aveva dovuto aprire sotto la pressione insistente delle gambe della dominatrice. Strinse gli occhi e si morse il labbro inferiore, evitando a tutti i costi di gemere. Non voleva dare alcuna soddisfazione alla vampira, che continuava a strusciarsi lentamente su di lei, anche se tutte quelle attenzioni non le dispiacevano. Non poteva negarlo, Lauren era dannatamente bella e sensuale, lo erano anche gli altri della sua specie, ma lei aveva quel qualcosa che la rendeva unica e macabra. Il modo in cui quegli occhi da predatrice, di un colore inconfondibile, la guardavano, il modo in cui riusciva a sottometterla così facilmente, la faceva eccitare terribilmente. -Sei una ragazza cattiva, Camila- mormorò piacevolmente contro la sua scapola, lasciandole una scia umida con la lingua e facendo strisciare i canini su quella pelle caramellata. Lasciò due graffi più o meno profondi da cui zampillò del sangue scarlatto, che non prese tempo a gustare. Il sapore, l'odore e il copro di Camila la rendevano affamata, tutto di quella piccola donna le urlava contro la parola mangiami . Fece scorrere la mano gelida sulla curva del suo fondoschiena, accarezzandone la pelle delicata ed ora arrossata, lasciandoci un altro schiaffo che fece sussultare Camila. Si diresse con una lentezza disarmante verso il suo centro, inevitabilmente bagnato, tastandolo delicatamente, aprendone le labbra e facendo scorrere il dito medio per tutta la sua lunghezza. -Vedo che le maniere rudi ti aggraziano- commentò bisbigliando al suo orecchio, accarezzando lentamente il clitoride gonfio e pulsante di Camila, che gemette sommessamente, nascondendo la faccia sudata nel lenzuolo fresco. -Lasciami stare, ora!- le ordinò cercando di scrollarsela di dosso, andando contro a quello che però il suo corpo voleva veramente. Lauren rise, una risata leggera e divertita, che poi si trasformò in macabra e cupa. Le prese i capelli e le tirò la testa all'indietro -Sta zitta! Ora sei mia Cabello! Mia!- le ringhiò all'orecchio spaventandola e affondando i canini nella pelle morbida e profumata della cacciatrice. Camila urlò per il dolore acuto alla schiena. Si sentiva umiliata, una completa schifezza, non aveva saputo resistere al fascino della vampira, non era riuscita a tenerle testa ed ora questa calpestava il suo orgoglio sotto i piedi. Alcune lacrime scesero a rigarle il volto, senza che le potesse fermarle, i singhiozzi le scuotevano il petto, mozzandole il respiro. Lauren non si lasciò impietosire da quella scena e la penetrò improvvisamente con due dita, spingendo dentro di lei senza gentilezza, muovendo il bacino a tempo delle sue spinte. Camila era calda e umida, le falangi scivolarono facilmente, senza alcun ostacolo, accogliendola e stringendola in una morsa dolce e bagnata. Per lei fu un piacere sentirla così pronta. Aveva tolto la mano dai suoi polsi e aveva fatto passare le unghie sulla schiena inarcata della ragazza. Guardò ciò che aveva fatto: cinque lunghe strisce brucianti rosso sangue segnavano quella bellissima pelle, mentre la ragazza aveva il viso contratto e rigato di lacrime. Sforbiciò le due dita, allargando l'apertura grondante di umori di Camila, mozzandole il respiro. Quest'ultima aveva preso a muoversi a tempo delle sue spinte, le mani chiuse con forza sulle lenzuola, i gemiti che si mischiavano a mugolii acuti di piacere. -Guardati Camila- sorrise compiaciuta, -Sei così arrendevole. I veri cacciatori non si lascerebbero mai scopare così da un vampiro- le sue parole diventarono sempre più rudi, così come i suoi movimenti, più mirati e decisi. Camila ingoiò le parole che sentì, e con un urlo reagì al morso inaspettato al suo interno coscia, ora sporco di sangue. Non si era accorta che Lauren era scesa da lei ed ora era difronte alla sua intimità, leccandosi il labbro piena di aspettativa. Fece passare la lingua tra le sue gambe, gustandosi i suoi umori e il sangue che era colato dalla ferita lì vicino, un mix, a parer suo, perfetto. -Sei così buona- il commento fece avere a Camila una contrazione nelle sue parti basse. Sentiva il clitoride pulsare allo stesso ritmo incessante del suo cuore, i suoi muscoli interni si stringevano attorno a quelle dita così lunghe ed esperte, mentre quelli delle cosce si contraevano continuamente. Un urlo prorompeva dalle sue labbra, atteggiate in una smorfia di puro piacere, ogni qualvolta le dita snelle della vampira toccavano il punto giusto dentro di lei. Ormai si era arresa alle voglie del suo corpo, aveva smesso di piangere, non poteva farci nulla. Lauren risalì il corpo della più piccola e presa da un'improvvisa passione fece scivolare la mano sotto Camila per stringerle possessivamente un seno. Il calore dentro il corpo della ragazza esplose quando la vampira le azzannò anche una spalla. Il dolore stranamente non fece che aumentare il piacere del suo orgasmo, il suo cervello era completamente fritto, non riusciva a ragionare. Cacciò un grido soffocato nel materasso, mentre la sua mano corse ad afferrare quella di Lauren, spingendola a stringere di più il suo petto mentre venne. Tremante si accasciò al letto stremata, respirando affannosamente. Lauren tolse le dita da dentro di lei, assaporandone per l'ultima volta il gusto agrodolce. Avvicinò la bocca al collo della cacciatrice e lo baciò delicatamente, risalendo fino all'orecchio, facendo fremere ancora una volta la ragazza, che non aveva la forza di reagire. -Buona notte, Camila- bisbiglio così delicatamente che se qualcuno le avesse viste in quel momento le avrebbe scambiate per due amanti che avevano appena finito di condividersi il calore e l'affetto reciproco. Ma Camila non si svegliò più.