Parigi era avvolta in una leggera foschia, il cielo coperto da nuvole grigie che si riflettevano nei vetri scintillanti degli edifici lungo la Senna. La città si svegliava lentamente, e io con lei. Era una mattina come tante altre, ma c'era qualcosa di diverso nell'aria, qualcosa che non riuscivo a definire, ma che sentivo nell'animo, come un presentimento che mi serrava il petto.
Mi ero alzata presto, come sempre. Le mattine erano il mio momento di pace, l'unico momento in cui potevo permettermi di respirare prima che il caos della giornata mi inghiottisse. Avevo trascorso le ultime settimane immersa in un turbine di lavoro, tra disegni da completare, tessuti da scegliere, e riunioni infinite con investitori e collaboratori. Ogni giorno era una corsa contro il tempo, ma per qualche motivo, oggi mi sembrava diverso. Un nuovo capitolo stava per aprirsi, anche se ancora non sapevo cosa significasse.
La mia piccola mansarda nel Marais era l'unico luogo dove potevo davvero rilassarmi. Era uno spazio modesto ma pieno di luce, con le travi di legno a vista e le finestre che davano su un cortile interno, pieno di verde. La cucina, minuscola e stretta, era stata trasformata in un angolo creativo, con schizzi e campioni di tessuti sparsi ovunque. Qui, il mio mondo era semplice e controllato. Era qui che mi sentivo più me stessa.
Avevo messo su del caffè e mi ero seduta al tavolo, fissando la tela bianca davanti a me. Il disegno del nuovo abito che stavo creando era ancora solo un'idea vaga nella mia mente, un'ombra di ciò che avrebbe potuto essere. Il mio cuore batteva piano, ma c'era un'inquietudine che mi scorreva nelle vene, come se sentissi che qualcosa di importante stava per accadere.
Il mio telefono vibrò sul tavolo, interrompendo i miei pensieri. Era un messaggio di Camille, la mia migliore amica e assistente di produzione. Il suo messaggio era breve, ma chiaro: "Incontro con l'investitore alle 10. Non fare tardi, oggi è importante!"
Sospirai, lasciando andare per un attimo il respiro che avevo trattenuto. Sapevo che Camille aveva ragione. Ogni incontro era cruciale, ma oggi lo era ancora di più. Il nostro progetto era ambizioso, una nuova linea di abiti che avrebbe dovuto sfidare le convenzioni e ridefinire lo stile parigino. Ma per realizzarlo, avevamo bisogno di finanziamenti, e questi incontri erano l'unica via per ottenerli.
Mi alzai, lasciando che il caffè restasse intatto nella tazza, ormai dimenticato. Mi avvicinai alla finestra, guardando fuori. Le strade erano ancora bagnate dalla pioggia della notte, e un velo di umidità appannava i vetri. La città era sveglia, ma non ancora del tutto viva. Era il momento perfetto per prepararsi, per mettersi in gioco, come ogni giorno.
Il tempo sembrava scorrere più veloce del solito mentre mi preparavo. Il mio guardaroba era pieno di capi disegnati da me, ma stamattina scelsi qualcosa di semplice, un abito nero che avevo creato l'anno precedente, tagliato con precisione per seguire le linee del corpo senza essere troppo aderente. Era elegante ma discreto, perfetto per un incontro d'affari.
Presi un taxi fino all'atelier, il cuore della mia creatività e il luogo dove tutto prendeva vita. Camille era già lì, in piedi davanti alla porta con un tablet in mano e un'espressione concentrata sul volto. Quando mi vide, il suo viso si rilassò in un sorriso.
"Finalmente! Pensavo che la pioggia ti avesse tenuta prigioniera," scherzò, ma c'era una nota di tensione nella sua voce che non potei ignorare.
"Sai che non mancherei mai un appuntamento importante," risposi con un sorriso che speravo fosse rassicurante. "Tutto pronto?"
Camille annuì, facendomi segno di seguirla all'interno. L'atelier era un luogo caotico, ma per me era casa. Le pareti erano coperte di schizzi, foto di sfilate passate, e appunti scritti a mano. Al centro della stanza c'era un grande tavolo da lavoro, sopra il quale erano disposti tessuti, fili e strumenti di sartoria. Era un caos organizzato, il mio caos, e ne ero orgogliosa.
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Seams of Fate / Jude Bellingham
Fanfic"Renée" sussurra, e la sua voce è bassa, vibrante di un desiderio che sembra sull'orlo di esplodere. Le sue dita scorrono lungo la mia schiena, affondando nella mia pelle come se volesse marchiarmi, come se volesse che il mondo sapesse che apparten...