II Luci e Ombre

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La settimana successiva si rivelò un turbine frenetico di impegni e scadenze. Ogni giorno era un susseguirsi di riunioni, fitting e corse contro il tempo per assicurarsi che ogni dettaglio del nostro progetto fosse perfetto.
Camille ed io eravamo continuamente in movimento, cercando di gestire le richieste dell'atelier, dei clienti e dei fornitori. La collaborazione con il rinomato stilista parigino era l'opportunità della nostra carriera, ma il peso della responsabilità iniziava a farsi sentire. Non c'era spazio per errori e, di conseguenza, non c'era spazio per distrazioni.

Eppure, nonostante lo stress, una parte di me stavolta si sentiva viva come non mai, alimentata dall'adrenalina e dal desiderio di dimostrare il mio valore.




Arrivata la sera dell'evento, la tensione era palpabile. Ogni membro del nostro team era in fermento, correndo da una parte all'altra per assicurarsi che tutto fosse al suo posto. La location, un elegante palazzo nel cuore di Parigi, era stata trasformata per l'occasione in uno scenario che sembrava uscito da un sogno. Le luci soffuse e la musica jazz che riempiva l'aria contribuivano a creare un'atmosfera sofisticata e quasi magica. Le decorazioni erano di un'eleganza semplice ma raffinata, e ogni dettaglio era studiato per colpire e affascinare gli ospiti.

Indossavo un abito lungo nero, disegnato da noi appositamente per l'occasione. Era un pezzo di haute couture, semplice ma con un taglio perfetto, in grado di esaltare le forme con discrezione. Camille, al mio fianco, era raggiante in un abito rosso fuoco che attirava gli sguardi come una calamita. La sua energia era contagiosa, e anche nei momenti di maggiore pressione, riusciva sempre a tirarmi su il morale.

Appena arrivata, Camille si affrettò a raggiungermi all'ingresso per accogliere gli ospiti. "Renée, sembra che tutto stia andando alla grande," mi disse, con un sorriso radioso. "Hai visto che splendore?"

"Sì, è davvero meraviglioso," risposi, mentre osservavo con soddisfazione gli invitati che si radunavano nella sala principale. "Abbiamo fatto un lavoro incredibile."

Mentre Camille si allontanava per salutare altri invitati, io rimasi un attimo in disparte, godendomi la vista dell'ambiente che avevamo creato. Era raro poter prendere un momento di pausa durante serate come questa, ma ogni tanto era necessario fermarsi e apprezzare il frutto del proprio lavoro. Eppure, nonostante l'eccitazione della serata, sentivo una strana sensazione dentro di me. Un misto di ansia e anticipazione, come se stessi aspettando che accadesse qualcosa, ma non sapevo cosa.

Il mio sguardo vagò sulla folla di ospiti eleganti, cercando volti familiari tra stilisti, modelli, giornalisti e celebrità del mondo della moda. Tutti sembravano immersi nelle loro conversazioni, sorrisi impeccabili e gesti misurati, ma c'era qualcosa che mi sfuggiva, un dettaglio che ancora non riuscivo a cogliere. Continuai a sorseggiare il mio bicchiere di champagne, cercando di rilassarmi e di godermi la serata, ma quella sensazione di irrequietezza non accennava a svanire.

Fu allora che lo notai per la prima volta. L'uomo del bar, colui dal quale non riuscivo a distaccare i miei pensieri ormai da qualche giorno.
Non era nascosto nell'ombra come mi sarei aspettata, ma al contrario, stava ridendo con un piccolo gruppo di persone vicino al bar. Alto, con i capelli scuri pettinati all'indietro e un abito scuro che gli calzava alla perfezione, sembrava totalmente a suo agio. C'era qualcosa in lui, un'aura di sicurezza e fascino naturale che lo rendeva immediatamente distinguibile.

Mentre parlava, la sua risata profonda e rilassata riempiva l'aria, e notai come gli altri sembrassero attratti dalla sua presenza, pendendo dalle sue labbra. Ma c'era anche qualcosa di diverso in lui, qualcosa che lo separava dal resto. Una certa intensità nel suo sguardo, una nota di mistero che lo rendeva difficile da decifrare.

I nostri sguardi si incrociarono solo per un istante, ma fu sufficiente a farmi sentire un brivido lungo la schiena. Il suo sguardo era penetrante, come se avesse voluto scrutare oltre la superficie, e il modo in cui mi guardava mi fece sentire esposta, quasi vulnerabile. Tentai di ricambiare il suo sguardo con sicurezza, ma mi accorsi che il mio cuore aveva accelerato i battiti.

Seams of Fate / Jude BellinghamDove le storie prendono vita. Scoprilo ora