Jungwon piano piano riprese conoscenza, ma non fu per lui un buon risveglio. La sua vista era sfocata, la testa gli pulsava e il dolore si fece intenso. Si propagò nelle sue carni con la stessa velocità di un proiettile che viene sparato dalla canna di una pistola. Era lancinante e proveniva dallo zigomo. L' immagine divenne più nitida e vide una mano, vicinissima al suo occhio. Non la riconobbe subito, di conseguenza lanciò un urlo di terrore. I suoi muscoli scattarono e iniziò a dimenarsi, in preda al panico.
"Tienilo fermo!" Gridò Jongseong, sorpreso da quella reazione inaspettata. Era stanco. Ogni parte del suo corpo gli faceva un male cane, ogni tanto un' ondata di nausea lo faceva fermare, si portava una mano alla bocca, per trattenere i conati e ripartiva, non appena gli era possibile. Tuttavia la cosa più insopportabile era la testa; sembrava che un trapano gli stesse sfondando il cranio. Incominciò a invidiare i mortali, perché loro senza cuore non potevano vivere, invece lui senza cuore era continuamente affetto da dolori inimmaginabili. Era una sofferenza che non augurava a nessuno.
Jaeyun immobilizzò la testa dell' amico. Le sue grida di dolore gli spezzavano il cuore.
"Jungwon, Jungwon, mi senti? Ti prego, basta, sta' fermo. Ti stiamo aiutando." Diceva."Jaeyun..." Gemette il ragazzo. "Siete voi."
"Sì. Jongseong ti sta mettendo i punti. Mancano solo due ferite e poi abbiamo finito. Te la caverai."
"Jaeyun." Jongseong catturò la sua attenzione.
"Sì?"
"Prendi una cinghia, fagliela mordere."
Jaeyun non perse tempo e fece quello che gli era stato ordinato. Gliela portò alle labbra e Jungwon aprì la bocca senza opporsi. Stava piangendo. Strinse la cinghia con tutte le sue forze, per non gridare. Singhiozzò silenziosamente.
"Non rimarrà sfigurato, vero?" Chiese Jaeyun, a bassa voce.
"Sfigurato non proprio. Avrà qualche cicatrice, le più grandi sono questa qui che ha sullo zigomo e quelle che ha dietro alla testa, che ho già rabberciato."
Jungwon non fece a meno che seguire la conversazione. Si focalizzò sull'ultima parola che il suo amante aveva usato. "Un altro dei suoi paroloni" pensò e gli venne da sorridere. Per distrarsi ne contò le sillabe, cercò di capire il significato, dove lo aveva già sentito... Intanto che si prodigava a trovare un significato a quel nuovo termine, smise di gridare, di gemere o di muoversi. Quando il dolore era più forte, contava di nuovo le sillabe, una, due o tre volte, mentre mordeva la cinghia in cuoio. Ad un certo punto, gli parve di soffocare, quindi la sputò.
"Peccato che Heeseung non sia qui." Disse tutto d'un fiato. "È lui che studia medicina... Chissà, magari imparerebbe qualcosa." Detto questo, sorrise, come se fosse la cosa più naturale del mondo.Non privare il mondo del tuo sorriso, qualsiasi cosa accada.
"O scoppierebbe a piangere." Anche Jaeyun si sforzò di sorridere.
"O sverrebbe. Ti immagini? Un dottore che sviene se vede del sangue."
"Sarebbe proprio da Hee."
Jungwon rise sommessamente.
"A parte gli scherzi, sarebbe bravo, più di Jongseong.""Guarda che ti sento." Brontolò Jongseong, ma col sorriso stampato in faccia. Fissò l'ultimo punto e tagliò il filo. "Io non sono mica il dio della medicina."
"Lo è quell' idiota che mi ha fatto questo."
"Non pensare più a lui." Lo ammonì Jaeyun.
"Allora. Ho una buona e una cattiva notizia. Quella buona è che ho finito con questo taglio, che era il più grande, la cattiva è che ne rimangono altri due." Annunciò Jongseong, asciugandosi con della carta il sudore che gli imperlava la fronte.
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Caduto dall' Olimpo~ Jaywon ✿
FanfictionJongseong fa parte di una lunga successione divina che affonda le proprie radici in Afrodite stessa. Figlio di una nereide e pronipote di Eros (Cupido), dio dell' amore passionale. Egli è immortale e l'ultimo discendente prediletto della dea, la qu...