X Oltre le Parole

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L'aria notturna era fredda, ma frizzante, piena di elettricità. Mi avvolsi nel cappotto, il cuore che batteva più veloce del solito, mentre i miei passi risuonavano sull'asfalto silenzioso. Le strade erano quasi deserte, come se il mondo intero fosse andato a dormire, lasciando spazio solo a noi due, destinati a incontrarci sotto la copertura delle stelle.

Da giorni io e Jude ci scambiavamo messaggi. All'inizio erano semplici battute, frasi scherzose che servivano a mantenere viva quella connessione nata all'evento. Ma col tempo, ogni messaggio si era fatto più personale, più intenso. Non era solo un gioco, almeno non per me. E a giudicare dal modo in cui Jude rispondeva, nemmeno per lui.

Non lo vedevo dalla sera dell'evento. La tensione di quell'incontro era rimasta sospesa tra noi, e ogni parola che ci eravamo detti sembrava custodire un segreto. Era come se ci stessimo esplorando a vicenda, cercando di capire chi fossimo veramente, e perché ci attirassimo così tanto.

Finalmente lo vidi all'angolo della strada, appoggiato a un lampione, con le mani nelle tasche del giubbotto. La luce soffusa della strada gli illuminava il volto, mettendo in risalto i suoi lineamenti decisi. Il cuore mi fece un balzo in petto, e in quel momento capii che quell'incontro avrebbe cambiato qualcosa tra noi.

"Sei arrivata" disse con un sorriso leggero, quasi sussurrato.

Annuii, avvicinandomi lentamente. "Non pensavo ci saremmo visti così presto."

"Nemmeno io, a dire il vero. Ma c'è qualcosa che mi ha spinto a voler rivederti." Le sue parole avevano una tonalità misteriosa, come se nemmeno lui riuscisse a comprendere del tutto cosa lo stesse portando da me.

Lo guardai negli occhi, cercando di capire quanto di quel gioco fosse vero. "Anch'io, credo. È strano, non trovi?"

"Molto" rispose avvicinandosi leggermente. Potevo sentire il suo respiro contro il mio viso, il calore che emanava dal suo corpo. "Eppure eccoci qua."

Restammo in silenzio per qualche secondo, ma non era un silenzio imbarazzante. Era denso, pieno di attese non dette, di domande che non osavamo formulare.

"Ti sei chiesta anche tu perché?" mi chiese poi, rompendo quel fragile equilibrio.

"Perché cosa?" Lo sapevo bene a cosa si riferiva, ma volevo sentirglielo dire.

"Perché continuiamo a cercarci. Perché sembra che non possiamo fare a meno di tutto questo." Il suo tono era serio, e lo sguardo che mi lanciò mi fece tremare leggermente.

Sorrisi appena. "Forse siamo solo curiosi. Non è detto che ci sia un motivo più profondo. A volte le cose sono quello che sono."

"E tu ci credi davvero?" chiese avvicinandosi ancora di più. "Che sia solo curiosità?"

Il suo profumo mi avvolse, e mi sentii improvvisamente consapevole di quanto fosse vicino. Mi venne da ridere per la mia stessa goffaggine, ma allo stesso tempo sentii una strana tensione crescere dentro di me.

"No" dissi piano, quasi sottovoce. «Non credo che sia solo curiosità"

Jude fece un piccolo cenno con la testa, come se avesse ottenuto la risposta che cercava.
Ci guardammo negli occhi per qualche istante, e sentii la distanza tra noi ridursi sempre di più, non solo fisicamente. Era come se ci stessimo svelando a vicenda, pezzo per pezzo, anche senza parole.

Poi, improvvisamente, la sua mano sfiorò la mia. Fu un tocco leggero, quasi accidentale, ma l'effetto fu immediato. Un brivido mi percorse la schiena, e mi trovai a desiderare di più, anche se non volevo ammetterlo.

"Scusa" disse, ritirando la mano, ma c'era qualcosa nei suoi occhi che mi fece capire che non si trattava affatto di un errore.

"Non scusarti" risposi, senza nemmeno pensarci. Le parole erano uscite da sole, come se avessero voluto dire più di quanto volessi.

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⏰ Ultimo aggiornamento: 2 days ago ⏰

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