15. 𝐅𝐨𝐥𝐥𝐢𝐚 𝐝𝐢 𝐩𝐚𝐬𝐬𝐢𝐨𝐧𝐞

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Anastasia's pov:

"Nel culmine della passione, ogni tocco è un'esplorazione del confine tra il desiderio e la realtà." – C.G. Jung

Salendo con l'ascensore Kenan non smetteva di guardarmi dallo specchio della cabina. Il suono dell'elevatore ci avvisò di essere arrivati al nostro piano, e una volta aperte le porte, mi portò fuori facendo sfiorare le nostre mani con movimenti casuali. Manteneva un leggero contatto tra le nostre mani, e tutto il silenzio attorno a noi riempiva maggiormente i nostri sguardi, che quasi urlavano per il desiderio.

Casa sua lo rispecchia in certi aspetti, o almeno rispecchia la sua apparenza. È più seria di come me la immaginavo, ed è fin troppo più elegante e grande, anche per lui. Mobili chiari e moderni, un divano bianco in tessuto al centro di un salotto bianco e nero, di fronte a un enorme televisore con di fianco Play Station, X box, cornici con foto e anche qualche libro.

La mia attenzione ricade proprio su quel mobile abbellito da cornici con foto e libri. Ci sono foto di lui con, coloro che credo siano i suoi parenti, sorrido istintivamente nel vederlo sorridere a sua volta spensieratamente.

Le luci soffuse del soggiorno sembravano amplificare ogni dettaglio. Mi appoggiai al bordo del divano, cercando di controllare la mia voce. «Non pensavo avessi delle foto di famiglia in bella vista.» dissi, provando con tutta me stessa a mascherare l'agitazione con un tono leggero.

Kenan alzò un sopracciglio, come se la mia osservazione lo avesse divertito. «C'è qualcosa di strano in questo?» rispose, avvicinandosi lentamente a me, le mani in tasca, come se stesse studiando ogni mia reazione.

Sorrisi, cercando di non lasciarmi intimidire dalla sua presenza. «Diciamo che non ti immaginavo così... sentimentale.»

Lui rise piano, ma c'era qualcosa di oscuro dietro quel sorriso. «Non sono poi così prevedibile, Ana. Pensi di sapere tutto su di me?»

La sua domanda era una sfida, e il modo in cui mi guardava mi fece sentire ancora più vulnerabile. Sentii un brivido attraversarmi la schiena, ma mantenni il tono ironico. «Forse più di quanto tu creda.»

Non so come sia successo, ma in un attimo eravamo l'uno contro l'altra. Le sue mani erano ferme sui miei fianchi, e sentivo il suo respiro caldo sul mio collo. Ogni parte del mio corpo sembrava vibrare a contatto con il suo, come se la mia pelle avesse atteso da sempre di essere toccata così. Il suo tocco era allo stesso tempo delicato e sicuro, e con ogni movimento mi faceva dimenticare dove mi trovavo, chi ero. Eravamo solo noi due, in una danza di corpi che si cercavano e si trovavano.

Le sue mani si spostavano dal mio viso al collo, e poi alla vita, e ai fianchi, tirandomi maggiormente a lui. Mi arrampicai al colletto della sua camicia, alzandomi sulle punte e cominciando piano a tirarla verso di me per essergli ancora più vicina.

Potevo sentire la sua eccitazione premere lievemente sulla mia pancia, così come i muscoli delle sue braccia leggermente tesi.

Non sperava in un mio rifiuto, e io non pensavo minimamente a quello, desiderandolo nello stesso e identico modo.

«Non faremo niente che non ti va di fare, se non te la senti.» si staccò da me all'improvviso e iniziò a guardarmi negli occhi, quegli occhi di ghiaccio che ora sembravano l'esatto contrario, il tono serio ma con una punta di dolcezza che insieme alle sue mani appoggiate sulle mie guance fece scattare qualcosa in me.

Mi sentivo travolta da qualcosa di improvviso, un fuoco che divampava senza preavviso e mi catturava completamente. Il desiderio mi possedeva, forse era la tensione, forse era questa sua versione che mi faceva impazzire. Ma lo voglio.

Toccandoti il cuore || Kenan YildizDove le storie prendono vita. Scoprilo ora