Erano passate ormai settimane dall'ultima volta che avevo visto Gabriel e dalla nostra separazione. Mi mancava tanto, ma sapevo che continuare a stare insieme ci avrebbe solo fatto del male. Dopo le lezioni, ancora un po' triste, mi diressi verso l'uscita dell'aula, il peso del dolore sembrava leggero, ma persistente. Ogni passo che facevo sembrava un promemoria della mancanza che portavo dentro, ma cercavo di non fermarmi a riflettere troppo, per non rimanere bloccata nel passato.
Raggiunsi la mia camera e trovai Amanda immersa nei suoi studi, con libri e appunti sparsi sul tavolo.
"Sof, stai—" iniziò a parlare, ma non riuscì a terminare la frase prima che io esplodessi in un pianto incontenibile. La sua mancanza era troppo evidente e stavo accumulando troppo.Amanda si alzò immediatamente e mi avvolse in un abbraccio caldo e rassicurante.
"C'entra Gabriel, vero?" chiese, con un tono preoccupato. Annuii, senza riuscire a trovare le parole. Amanda mi strinse più forte, come se potesse trasferirmi un po' della sua forza. "La direttrice desidera parlarti."
"C-con me?" domandai, mentre tentavo di asciugarmi le lacrime con il dorso della mano. La voce mi tremava e il cuore batteva forte nel petto.
"Sì, è per la questione dello scherzo che ti hanno fatto," spiegò Amanda, con una nota di comprensione nel suo tono.
"Va bene, allora vado," risposi, cercando di mascherare la mia agitazione. Mi diedi un contegno e mi avviai verso l'ufficio della direzione. Ogni passo sembrava più pesante del precedente, e la mia mente era in tumulto. La segretaria, con uno sguardo impassibile, mi fece entrare nell'ufficio della direttrice.
"Buongiorno direttrice, voleva parlarmi?" chiesi, cercando di mantenere un tono fermo.
"Purtroppo, la commissione ha deciso di annullare la tua borsa di studio." Quelle parole mi trafissero come un pugnale. Il mondo attorno a me sembrò fermarsi, e l'aria si fece improvvisamente pesante, come se avessi dimenticato come respirare. Il mio corpo si bloccò, incapace di reagire.
"C-cosa significa? Perché?" chiesi, con la voce spezzata e gli occhi sgranati per il terrore. Sentii il cuore accelerare, pulsare nella mia testa, come se da un momento all'altro potesse esplodere. Panico. Non potevo perdere quella borsa di studio, era la mia unica salvezza.
"La commissione ha ricevuto una segnalazione riguardo al tuo 'arresto'," continuò la direttrice, mantenendo quel tono neutro, privo di emozioni, che mi faceva sentire ancora più fragile.
"M-ma non sono colpevole!" protestai, sentendo la gola stringersi, le lacrime pronte a esplodere da un momento all'altro. "Se fossi stata colpevole, non mi avrebbero rilasciato, lo sapete! Vi prego, ho davvero bisogno di questa borsa di studio, non posso farcela senza. Non posso permettermi né l'alloggio né le lezioni..." La mia voce si incrinò, mentre tentavo di contenere la disperazione. Ogni parola sembrava infrangersi contro un muro di indifferenza.
La direttrice mi guardò con un'espressione leggermente più morbida, ma il suo sguardo restava distante, impassibile. "Non hai una casa qui a New York?" domandò, come se volesse cercare una via d'uscita da quella situazione.
Scossi il capo lentamente, sentendomi sempre più piccola. "No... non ho nessun posto. Sono venuta qui solo grazie alla borsa di studio."
Mi sembrava di essere stata messa con le spalle al muro, intrappolata in una situazione senza via di fuga. Ma poi, un barlume di speranza si accese nella mia mente. Mi aggrappai a quella luce come a una corda di salvezza.
"Un momento...mi state dicendo che se trovassi una casa... potrei restare qui a studiare?" La mia voce tremava leggermente, quasi timorosa di sperare in una risposta positiva.
La direttrice annuì lentamente, il suo sguardo si ammorbidì ancora di più. "Sofia, sei una delle migliori studentesse che abbiamo. Non hai mai infranto le regole, e il tuo talento è evidente a tutti noi. Se riuscissi a trovare un alloggio, allora sì, potresti continuare a studiare qui."
Non riuscivo a credere alle sue parole. Un'ondata di sollievo mi travolse, e prima di potermi fermare, agii d'istinto: la abbracciai. "Grazie! Grazie mille!" dissi, con la voce strozzata dall'emozione. Mi sentivo ancora traballante, ma almeno c'era una speranza.
Uscendo dal suo ufficio, la mente era un caos di pensieri. Come avrei fatto a trovare un posto dove vivere a New York? Chi avrebbe accettato di aiutarmi? Mentre camminavo verso la mia camera, ogni passo sembrava più pesante del precedente.
Arrivata in camera, trovai Amanda seduta sul letto, immersa nei suoi pensieri. Alzò lo sguardo appena mi vide entrare, il suo volto era preoccupato.
"Sono nella merda," dissi, buttandomi sul letto senza neanche guardarla. Mi sentivo come se il mondo mi fosse crollato addosso.
Amanda si avvicinò e si sedette accanto a me, accarezzandomi delicatamente le braccia. "Perché? Cos'è successo?" chiese, la sua voce dolce, ma piena di apprensione.
"Mi hanno annullato la borsa di studio," spiegai, fissando il soffitto con lo sguardo vuoto. "Posso restare qui a studiare solo se trovo un posto dove vivere a New York. Ma come diavolo faccio? Dove trovo un posto? Non conosco nessuno!" dissi, la voce tremante di frustrazione.
Amanda restò in silenzio per un momento, riflettendo. Poi, con tono cauto, disse: "In realtà... ci sarebbe una persona..."
Sapevo immediatamente a chi si riferiva. Scossi la testa con forza, quasi con rabbia. "Oh no, te lo scordi. Non gli chiederò mai aiuto. Abbiamo litigato, Amanda. Non ci parliamo più , ci siamo detti addio. Non posso presentarmi da lui, così, dal nulla, e chiedergli di farmi vivere a casa sua. Che figura farei? Sarebbe ridicolo!" Mi alzai dal letto e iniziai a camminare nervosamente per la stanza. "Non accetterà mai. Non dopo tutto quello che è successo."
Amanda mi seguì con lo sguardo, rimanendo calma. "Sofia, non puoi saperlo se non ci provi."
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Endless 2
RomanceDa quando Gabriel era uscito dalla sua vita, il vuoto era stato riempito da un'angoscia crescente. Non era solo il suo amore a tormentarla, ma una presenza oscura che sembrava seguirla ovunque. Qualcuno voleva farle del male, e ogni giorno il perico...