Mark e la palla

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Pov Vera

"Ehm, ciao" disse Aiden entrando in stanza "come stai adesso?" Continuò abbastanza imbarazzato.

"Vi lasciamo soli" esclamò Jude.
"Ma perché?" Chiese Caleb guardando il ragazzo.
Jude prese a spingere Caleb e lo buttò fuori dalla porta. Poi la chiuse.

Ora eravamo rimasti soli.
Nessuno dei due diceva nulla.
Eravamo semplicemente in imbarazzo.

"Ehm, come stai?" Chiese Aiden, sperando di risollevare la situazione.
Io lo guardai un po' stranita e lui se ne accorse, ovvio che se ne accorse.
"Domanda sbagliata?" Domandò lui.
Io annuì. "Sai com'è, potrebbe andare molto meglio" dissi io indicando tutti i mille tubi che avevo collegati al corpo. "Meno male che almeno esco per vedere la finale del torneo, altrimenti non me lo sarei mai perdonato, l'avevo promesso a Victor che sarei andata"

"L'ho incrociato prima, è cresciuto parecchio" disse lui.
"Già" risposi ancora in imbarazzo.
La situazione era molto strana.

"Comunque, ma mica la malattia non doveva essere mortale e non doveva portare molti problemi?" Domandò Aiden leggermente confuso. In effetti quando glielo avevo detto, avevo accennato a fatto che non fosse grave e che non doveva essere problematica la situazione.
"In effetti non ho capito bene neanche io. In pratica il dottore mi ha detto che sono peggiorata man mano con il tempo, senza che i dottori potessero fare nulla, infatti neanche loro se ne sono accorti, perché io stavo bene, fino a poco tempo fa. Infatti stavo racimolando i soldi per l'operazione molto tranquillamente, pensando che il tempo c'era eccome, e invece... eccomi qui, in un letto di ospedale, appena sveglia da un operazione andata bene per miracolo" risposi parlando molto velocemente.

"Secondo me è stato il calcio a salvarti, o almeno così direbbe Mark" disse lui mettendosi a ridere.
Anche a me scappò una risatina.
"In effetti, infatti quando si è sposato con Nelly ero abbastanza scioccata, pensavo si sposasse il pallone! Pensa ero già pronta a fare il prete!" Dissi scoppiando definitivamente a ridere.

"No ma comunque, parlami un po' del grande imperatore, sono curioso" disse lui, nella speranza di fare un po' di gossip.
"Mhm, non saprei da dove iniziare" iniziai a riflettere "Ah! Ci sono. Allora caratterialmente a lavoro è come tutti lo descrivono, un uomo freddo e professionale che non fa trasparire nessuna emozione, che è molto puntiglioso su come vadano fatte le cose e che se qualcosa non gli va a genio la fa notare subito. Si fa rispettare da tutti, anche dalle persone che sono praticamente sul suo stesso livello..."
"Però?" Disse il ragazzo spronandomi a continuare.
"Però con me è molto diverso. È gentile e romantico, anche se non si scompone neanche per un secondo. Quando siamo insieme cerca sempre di farmi sentire a mio agio, è veramente fantastico" continuai io con occhi sognanti.
"Oh, il mio contrario proprio!" Esclamò ridendo.
"Eh, sai com'è! Comunque pensa che era nato tutto come un piano per spiare il quinto settore ma..." il ragazzo non mi lasciò finire la frase.
"Ma alla fine ci sei rimasta sotto come una polla" disse mettendosi a ridere e contagiando anche me.

E così passammo il pomeriggio a parlare, e non pensando a nulla se non a divertirci come un tempo.

Non vedevo l'ora di uscire da quel ospedale, ci sono un po' di cose che vorrei chiarire con Alex...

Il tempo passa ma la passione no ~ Inazuma Eleven Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora