EvieLa sveglia dell'iPhone ormai non fa più effetto.
Mi alzo dal letto e scendo in cucina per accendere la macchina del caffè, senza questo non vivrei.
Mi siedo sulla sedia e aspetto che finisca di prepararsi pensando a cosa dovrei fare per farmi perdonare da William, l'unica scelta che ho è dirgli la veritá ma la cosa mi spaventa troppo, potrei farmela sotto.
Appena è pronto mi alzo e inizio a berlo con il cuore che mi martella nel petto, ho paura.
Credo che non la prenderà bene, conoscendolo, come minimo mi urlerà contro e mi dirà che sono una merda di sorella.
Deglutisco un groppo in gola e poi un tonfo, è una porta che sbatte, molto forte a dir il vero.
Dei passi scendono le scale e poi vedo William varcare la soglia della cucina, ci guardiamo e basta, non so come iniziare la conversazione.
«Will, dobbiamo parlare.» cerco di avere un tono calmo per non fargli notare la mia agitazione, d'altro canto lui mi fissa e basta, non credo neanche che stia respirando.
«Quei segni che hai vis-» non mi lascia neanche finire che inizia ad urlare come un pazzo
«Sei solamente una stronza, dopo sedici fottuti anni tu non ti fidi ancora di me, sono tuo fratello cazzo! Ti ho cresciuta io quando mamma e papà erano impegnati a scopare gente a cazzo facendosi le corna a vicenda, io c'ero sempre stato per te e ti parlavo dei miei problemi! ma tu, tu eri impegnata solo a autolesionarti senza parlarmene come se fosse la soluzione ai tuoi problemi di merda! Io ti parlavo quando non mangiavo per colpa di Grayson! Quando mi mettevo a piangere con la faccia nel cuscino ma tu, tu sei troppo orgogliosa come quel bastardo di nostro padre, che fa solo l'egoista. Ecco cosa sei: una fottuta egoista del cazzo, Everest.» mi dà le spalle ed esce di casa sbattendo la porta.
Sento un vuoto nel petto seguito da una fitta, precisamente, nel cuore e fa male, sentirsi dire questo da tuo fratello fa veramente tanto male.
Sento le ginocchia cedere e poi farmi cadere a terra, in ginocchio mentre scoppi in un pianto disperato.
Quelle parole mi hanno fatto male ma soprattutto perché sono la fottuta verità di cui William ha avuto il coraggio di sbattermi in faccia.
continuo a piangere e sento male alle tempie, pulsano all'impazzata come se volessero esplodere e farmi rimanere secca.
rimango minuti interi per terra finchè non decido di prepararmi per andare a scuola.
Entro a scuola con due occhiaie profonde sotto gli occhi, stanotte non sono riuscita a dormire bene e la lite con William è stata piú dura del previsto, non mi aspettavo che mi urlasse contro di nuovo. Credo che ora mi odi.
«ma guarda guarda chi c'è...» mi giro e guardo Dylan, perfetto cosa potrebbe andare peggio? «Dylan non sono nell'umore adatto per litigare o discutere.»
«Volevo solo dirti che sei ingrassata parecchio, sembri una palla» scoppia a ridere di gusto.
Io, invece, sento un vuoto nello stomaco.
«Tu invece hai ancora quelle smagliature di merda nelle braccia.» ringhio a mia volta
Lui sembra di ghiaccio in questo momento, non si muove, mi guarda e basta.
«Brutta bastarda.» ringhia e mi sbatte contro l'armadietto, un dolore alla schiena mi fa distrarre per un secondo, tanto basta per lui.
Mi tappa la bocca e mi guarda negli occhi «ora tu mi ascolta, puttana di merda, ora vai in bagno e ti svesti, o lo fai tu o lo faccio io, e fidati che se m'incazzo nel sesso non ci vado piano.»
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Endless.
Teen Fiction«Avvolte cerchiamo le risposte attraverso gli altri, risposte che potrebbe arrivare come non. Cerchiamo continuamente risposte che non vengono da noi, risposte che noi forse già da subito sappiamo, ma che non sappiamo di averle in un cassetto nella...