Fissai Abigail per un po' e lei fece lo stesso, quasi come se avesse buttato in mezzo l'argomento senza sapere come iniziare davvero il discorso.
Esaminai il suo viso apparentemente impassibile, il suo essersi irrigidita, poi notai come stesse scappando dal mio sguardo e questo mi fece sorridere, forse un po' troppo. Sembrava volermi dire infinite cose eppure era avvolta dal silenzio più assoluto, incapace di scavare dentro di sé per dare voce a quelle emozioni e sensazioni che strisciavano dentro di lei, fino a farle provare pura frustrazione. Lo vedevo, lo sentivo, lo leggevo nei suoi occhi e nemmeno il mio imbarazzo e il mio interesse era in grado di rendermi così cieca d'affetto da non notare quei dettagli.
Avevo voglia di avvicinarmi a lei, provocare il suo cuore, spingere le sue emozioni fuori da lei e perdermi in esse, pure o contorte che fossero. Le desideravo come non avevo mai desiderato altro.«Quel giorno ha preso una brutta botta ma ha recuperato in fretta, quasi come se non fosse mai successo nulla. Si comporta in modo strano, agisce come se non avesse un piano, salta da una cosa all'altra e si diverte a far impazzire Scarlett che... già non se la sta passando bene.» parlò improvvisamente, poggiandosi alla porta come se fosse l'unica cosa in grado di sorreggerla.
«Scarlett non sta bene?» chiesi, sentendo crescere la preoccupazione.
Improvvisamente sentii un nodo in gola e un insopportabile peso al petto. Mi ero sempre preoccupata per lei, dal primo momento che avevo posato gli occhi su di lei e scorto un'anima affranta, sull'orlo del baratro, disperata, bisognosa di un appiglio. Scarlett era sempre stata così rumorosa, caotica, una gran testa calda ma quell'energia derivava dal suo malessere, da quelle emozioni scomode che la corrodevano nel profondo, fino a farle credere di non valere nulla, neppure con un passo in più.«No, direi di no.» confermò, facendo crescere la mia preoccupazione.
Subito pensai alle parole di Megan, al suo avermi accennato le condizioni di Raegan, ed improvvisamente mi sentii male a pensare a quando Scarlett stesse soffrendo. Raegan era il suo tutto, l'unica luce che illuminava il tunnel tetro e tossico che era sempre stata la sua vita. A lei piaceva mostrarsi forte, pronta a combattere ogni cosa, prepotente abbastanza da prendere a testate qualunque cosa le si parasse davanti, capace di sorridere anche con le lacrime agli occhi e il suolo che crollava sotto i suoi piedi.«Per favore, aiutala.» la pregai, facendo qualche passo verso di lei.
«Tu non hai visto i suoi occhi mentre era su quel ponte, non hai visto il suo viso contorcersi a causa del dolore che provava dentro di sé. Abigail, ti prego. Non lasciare che accada di nuovo, non...»
«Non permetterò che accada.» disse, con quel suo solito sguardo. Eppure i suoi occhi sembravano così sofferenti.
«Spero tu non abbia l'occasione di vederla in quelle condizioni: i suoi occhi sono un po' scavati, è costantemente pallida, ha perso peso ed è continuamente affranta. Lei... lascia raramente la stanza di Raegan, ha paura che possa lasciarla nell'esatto momento che varca quella porta.» spiegò, e ciò mi fece sentire solo più male. Non poteva perdere la sua luce, il suo mondo, il suo tutto.
«Megan l'ha ignorata per tutto il tempo e mi è sembrato strano dato che sembrava apprezzarla. Così l'ho tenuta d'occhio e ho notato che stesse cercando di mettersi in contatto con te.» mi spiegò. Quindi non era a conoscenza del fatto che mi stesse passando delle informazioni?
«L'ho seguita fino a qui, mi ha notata e allora ho fatto finta di occuparmi di alcune cose. Dopo un po' sei arrivata tu, ho intercettato quel messaggio prima che arrivasse a te, l'ho letto e te l'ho consegnato personalmente.» ammise, facendomi provare puro stupore.
«Aspetta... David non ti ha riconosciuta?» chiesi, stupita. Abigail storse il naso ed incrociò le braccia.
«Non mi ha nemmeno guardata, il suo sguardo era fisso su di te. Non mi piace il modo in cui... ti guarda.» ammise. Il mio cuore scoppiò di gioia, il mio viso andò a fuoco e subito mi ritrovai a sorridere come una perfetta idiota. Era forse gelosa? Mi stavo illudendo o era davvero gelosia? Abigail non aveva filtri, non riusciva a non essere sincera, quindi ero certa del fatto che desse voce ai suoi pensieri senza pensare tanto al resto.
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Stitches - May We Meet Again Sequel
Storie d'amoreATTENZIONE - Sequel di May We Meet Again. Nel tessuto fragile dell'animo umano, le ferite emotive si insinuano come spine velenose, lasciando segni indelebili che sfidano il tempo e la guarigione. Queste ferite interiori, come sottili lame affilate...