Capitolo 15

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La sala mensa era più piena del solito

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La sala mensa era più piena del solito. Tanti volti nuovi sedevano lungo la tavolata lignea che riempiva il salone. Forse per questo motivo la colazione fu molto più abbondante del solito. Al centro vi erano caraffe colme di diverse bevande, tra latte, succhi ricavati dalla frutta fresca di stagione, e teiere perennemente fumanti. Vi erano piatti pieni di biscotti, pane da accompagnare con burro e marmellate, cesti con frutta e crostate, dolci... più si osservava e più si scoprivano nuove pietanze.

Sedevo accanto a Costanza come tutte le mattine. Davanti a me avevo una tazza di latte caldo ma nessuno stimolo a fare colazione. Il vociare confuso che mi arrivava alle orecchie, insieme alla nottata quasi insonne trascorsa, mi rendevano difficile riprendermi dallo stato di torpore. 

Non avevo per nulla appetito.

Con sguardo assente studiai i volti dei ragazzi seduti lungo la tavolata, la maggior parte di loro non era solita trattenersi a dormire all'interno dell'Accademia, altri invece mi erano del tutto estranei.

"Sono da poco tornati da una missione." Mi spiegò la mia compagna, senza voltarsi minimamente in mia direzione, troppo assorta a spalmare il burro su una fetta di pane. "Quando sarà il momento è probabile che anche noi verremo coinvolte."

Costanza sembrava avermi letto nella mente, anche se i nostri sguardi non si erano minimamente incrociati e, nonostante le tante domande da porle, preferii tacere. Ero troppo stanca per iniziare una conversazione seria.

"Dovresti mangiare qualcosa." Mi rimproverò lei senza sollevare gli occhi dalla sua fetta di pane. "Tra poco dovrai incontrare Arechi per la fatidica prima lezione. Temo ti distruggerà."

Abbassai lo sguardo sulla tazza di latte che stringevo tra le mani senza decidermi a sollevarla. Quel tepore, almeno, riusciva a riscaldarmi gli arti freddi.

"Non ricordarmelo." Sussurrai e per diversi istanti rimasi immobile in quella posizione.

Raccolsi una manciata di biscotti e decisi di riempire in quel modo lo stomaco vuoto. Tra noi calò il silenzio ma notai che le labbra di Costanza erano piegate in un sorrisino divertito.

Tutto attorno a noi era un vociare confuso e concitato. Diversi ragazzi stavano raccontando delle ultime vicende a cui avevano preso parte. Pur non volendo, non potevo fare a meno di ascoltarli mentre intingevo i biscotti nel liquido caldo.

"Siamo stati in seria difficoltà ma per fortuna uno dei professori era con noi." raccontava un ragazzo, cercando con lo sguardo la complicità di chi lo ascoltava. "Eravamo poco fuori Napoli, in un'area da pascolo, e gli animali erano terrorizzati. Il pastore non riusciva a farli alimentare né spostare."

Di qualsiasi cosa stessero parlando, fu complicato risolvere la questione. Per quanto l'argomento mi avesse incuriosita non ebbi il coraggio di chiedere che cosa avesse spaventato quegli animali. Ero certa che scoprirlo mi avrebbe definitivamente chiuso lo stomaco.

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