Capitoli 1 il viaggio dei mie sogni

99 9 9
                                    










Era una mattina nuvolosa. Percorro l'entrata dell'aeroporto raggiungendo la fila per l'imbarco. Tra le mani stringevo il mio passaporto, e la prenotazione del mio piccolo sogno. Avevo risparmiato per quasi un anno, e ora finalmente potevo salire su quell'aereo e volare fino in America.

Il cellulare suona, avvisandomi che un messaggio era arrivato. Sorrido, la mia migliore amica Eve, mi aveva appena mandato un messaggio. Quella pazza scatenata mi aveva incoraggiato a premere quel pulsante di invio del mio computer, dopo che il mio Ex mi aveva lasciato con un messaggio.

-Eve: fai buon viaggio, è mi raccomando cavalca qualche Cowboy anche da pate mia! -

Sorrisi, quella piccola stronzetta prima o poi mi avrebbe fatto fare una figura di merda. Mi avvicinai all'imbarco, sorrisi all'Hostess consegnando il passaporto e la carta del volo. Per poi avvicinare le valigie al tappeto.

"Salve, quanti bagagli deve imbarcare?"

"Ciao, sono due, grazie."

la signorina mi sorride e scansiona il biglietto, stampando l'etichetta per la valigia e attaccando un codice al mio passaporto. Sono così emozionata per il viaggio, che scatto una foto alle mie valigie all'imbarco, per poi mandarla ad Eve.

- Morgana: Smettila, sono ancora in Italia stupida! Qualcuno può leggere i messaggi... Ti voglio bene anche io amica. Ti avviso quando sono sull'aereo. -

Poso il cellulare e ringrazio l'Hostess, salgo le scale mobili per raggiungere il primo controllo, più mi avvicino e più sento l'adrenalina scorrermi nelle vene. Poso la giacca e lo zaino nella vaschetta per lo scanner, e in un'altra il cellulare e passaporto, per poi passare sotto al metaldetector.

Mi fermo davanti ad uno schermo per cecare il mio volo e raggiungere il Gate. Ho ancora un po di tempo prima di recarmi al Gate, mi dirigo dal mio amato Starbucks per un latte macchiato, ne ho bisogno, sono le 6:00 del mattino e non ho ancora assunto la mia dose di caffeina. Che poi a me non piace il caffè, o almeno se non è corretto con del latte.

'Gentili passeggeri, vi informiamo che il Gate 16, per il volo RTY901 delle ore 8:00, con destinazione Dallas. È ora aperto'

A passo svelto faccio lo slalom tra le persone cercando di non versare il mio latte macchiato. Come avevo fatto a ridurmi così, avevo fatto tardi per fare colazione, rischiando di arrivare tardi al Gate.

"Scusa!"

Per poco non buttavo per aria un ragazzo fermo in mezzo alla mia traiettoria, rischiando anche di inciampare per le scale, spezzandomi l'osso del collo. Arrivo al Gate, era il 13 di novembre, fuori facevano minimo 17g°, e io ora ero sudata come se fuori ci fossero 30g°. Con il cellulare appeso al collo, il passaporto e il biglietto in una mano e il bicchiere dell'altra, sorrido alla povera signorina che mi guardava accigliata. Le passo il biglietto ed entro, lasciandomi cadere su una delle poltroncine. Liberando un sospiro, ce l'avevo fatta.

Se ripenso a quante volte avevo rimandato questo viaggio, accumulando salvadanai su salvadanai, mi viene la nausea. Solamente perché non mi sentivo spronata a farlo, trovando scuse su scuse per non prenotare il volo. Eve si era impuntata che questa volta fosse stata la volta buona che prendessi questo aereo e raggiungessi uno dei posti che volevo visitare. Quindi avevamo fatto un piccolo gioco, scritto le varie tappe su un bigliettino e poi l'avevamo sorteggiato. Dallas, era la città che era uscita, anche se non era la prima scelta.

15B, meno male che ero vicino al finestrino. Un volo di dodici ore, bloccata tra due persone o nel corridoio non era proprio la cosa più bella al mondo.

Grazie alla bravura di quella pazza scatenata della mia migliore amica, e la somma esorbitante che avevo messo da parte, ero riuscita a prenotare un volo in prima classe. Di certo non volevo farmi mancare nulla, ho visto troppi film per sorbirmi un volo in seconda e terza classe, per non cercare il confort per l'eccellenza. Una coperta e una mascherina, mi aspettavano sul sedile, pronti per confortarmi in quel viaggio. Mi siedo al mio posto e indosso la mascherina, scattandomi un selfie.

Un cowboy in divisaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora