Capitolo Trentesimo

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Erano già ad un buon punto del piano. Con il dottore si sentivano giornalmente tramite il cellulare di Lydia. Negli ultimi tempi Deadpool era stato talmente impegnato che non ha avuto neanche il tempo di pensare a Peter. Era una cosa positiva ai suoi occhi. Prima si toglieva quella strana sensazione che provava nei confronti del più piccolo, prima avrebbe salvato la vita al ragazzino.

Wade continuava a pensare che non potesse dare a Peter la vita che meritava. Si è ricco, si ha un bel po' di proprieta, si è immortale, si crede di amarlo, ma oltre a ciò cosa avrebbe mai potuto dargli? Sicuramente non una vita normale. Sicuramente non la vita che un eroe DEVE e merita di fare e avere. Ogni volta che trovava il tempo di pensare a cose futili come queste gli veniva un dolore allucinante alla tempie che lo obbligavano ad andare a letto.
Era debole, Peter lo rendeva fottuamente debole.
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Se nè andato da mesi. Ho smesso di contarli, all'inizio contavo anche i giorni. Ogni giorno ho sperato di rivederlo al nostro solito posto la notte. Ogni giorno in più che passava mi portava a credere che mi aveva usato e sfruttato. Non sapeva come funzionava la vita dei mercenari, ma era sicuro che non scomparivano per così tanto tempo.
Non gli arrivavano più né le chiamate, né i messaggi. Peter era preoccupato a morte, aveva paura che gli fosse capitato qualcosa. Ogni notte aveva incubi. Ma Wade è immortale non gli può succedere nulla, Peter non riusciva comunque a mettersi la mente in pace.

Una notte mentre era il solito Spider-man di quartiere incontra un uomo. Era... spaventoso a dirla tutta. Aveva un sorriso che faceva accapponare la pelle, e dei occhi grandi. "Posso aiutarla?" Chiese Spider-man, notando che l'uomo non smetteva di fissarlo. L'uomo gli porse la mano grande e curata. "Sono il dottor Tago, ho informazioni sulla persona che cerchi." Per un attimo Peter era confuso. Aveva
Informazioni su una persona che cercava? Chi stava cercando? Peter capii dopo qualche minuto. Wade.

Il dottore notò nel cambio di esperessione del più giovane che adesso era pronto per parlare. "Come stai?" Chiese prima di tutto. "B-bene. Grazie, lei?" Chiese indietro educatamente. "Deadpool è in grande pericolo. È in Bulgaria, sta cercando suo figlio, è illsuo che in qualche modo il figlio che Vanessa la sua ex morta possa essere ancora vivo." Disse l'uomo togliendosi il sorriso disgustoso dal volto. "Come scusa?" Chiese incredulo Peter. "Hai capito bene. Devi andare in Bulgaria, si trova lì."

Peter era sospettoso, ma a sentire da quell'uomo misterioso il nome di Deadpool, che era ancora vivo e che fosse in Bulgaria una luce di speranza si fece spazio nell'oscurità che si era creata intorno al suo cuore.

Peter il giorno dopo di mattina presto scrisse su un foglietto per Tony che si era preso una vacanza anti-stress per staccare un po' la spina. In realtà aveva acquistato i primi biglietti che gli erano capitati verso la Bulgaria.

Arrivato lì aveva iniziato a cercarlo ovunque. Nei hotel, nei negozi. Non credeva di aver mai camminato e cercato così a lungo nella sua vita. Quando arrivò la notte scrisse un messaggio a Tony per farlo stare tranquillo, e andò al suo Hotel che non era proprio un cinque stelle, ma meglio di niente dopotutto.

Nel bel mezzo della notte Peter sente dei rumori strani provenire dal corridoio. Persone che corrono.
Il suo sonno era diventato abbastanza leggero da quando zia May era morta, ma in questo caso era meglio così. Si alzò dal letto incuriosito, e aprii leggermente la porta della sua camera.

Da quel momento in più vide solo una squadra vestita completamente di nero buttare giù la porta e poi nero.

What If... I love Deadpool? (Spideypool)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora