L'ambiente dei negozi è sempre caotico, soprattutto oggi, non so perché, non ci sono saldi né altro. Provo molti vestiti, ma esco a mani vuote nonostante gli apprezzamenti di Emily; non mi convince nulla. Sono troppo distratta e la via è ancora lunga e dobbiamo vedere molti negozi.
Emily si distrae più del normale. «Emily per favore mi devi aiutare con i vestiti, non farti foto ogni volta che vedi una vetrina.» la rimprovero camminando lungo la strada.
«Scusami? Sono qui contro voglia a quest'ora ero a scoparmi un bel riccone.» dice spostandosi i capelli posando al telefono.
«Oddio santo...» roteo gli occhi e cammino a passo svelto per allontanarmi dalla sua figura, intenta a farsi ancora foto.
«Aspetta!» urla Emily raggiungendomi. «A proposito di scopare.» mi guarda come se dovessi per forza dirle qualcosa.
«Sì ho pulito questa mattina.» sorrido divertita guardando una delle vetrine dei negozi.
«Che scema, dai sai cosa intendo.» la ascolto con distrazione, guardo attentamente dentro un negozio dalla vetrina e vedo Kirill provarsi dei vestiti.
«Andiamo,» dico prendendo per mano Emily ed aumento il passo entrando in un altro negozio, volendo nascondermi. Aspetto qualche istante sperando di non vederlo di nuovo.
«Perché siamo in un negozio di bambini?» mi guardo attorno alla sua domanda, notando tanti giocattoli, ciucci, passeggini ed una canzone fastidiosa che dà vita al negozio.
Cammino lungo i corridoi. È enorme come un labirinto. Finiamo in un reparto pannolini e accanto ad essi i girelli. Guardo Emily deglutendo per paura che lei potesse dir qualcosa di strano.
«Sei incinta?» il mio sguardo cambia d'impulso, avevo ragione. «No. Non sono incinta.» le rispondo. Emily inizia a guardare attorno gli scaffali.
Sento una voce maschile che mi fa sobbalzare. «Scusate avete bisogno di qualcosa?» dice il commesso, io sorrido con educazione «No grazie.»Usciamo da quel reparto camminando verso l'uscita. «Karina! Karina è incinta?» mi blocco subito e mi affaccio per vedere se mio fratello fosse da qualche parte, ignorando totalmente Emily. Kirill non è in mezzo a tutta quella gente che cammina sul marciapiede.
«Andiamo...» dico prendendola per la mano avviandoci verso un altro negozio.
«Mi spieghi perché sei così strana?» guardo Emily negli occhi, sono impaurita e lei lo percepisce. Mi abbraccia forte accarezzandomi i capelli. «Lascia stare il vestito. Te ne presto uno mio.» si stacca dal mio corpo esile e mi accarezza ancora.
«Andiamo al Vertigo.» dico dopo un po'.
«Dove vai tu?» La voce del mio patrigno mi blocca, lo sento dietro di me. Mi volto di impulso guardandolo negli occhi non facendogli percepire la mia paura.
«A casa mia.» dico sicura di me «Io sono casa tua. Io e tua madre.» il suo sguardo mi blocca. Mi guarda con autorità, come se gli appartenessi.
«Voi non siete la mia famiglia e mai lo sarete.» dico di getto.
«Tu vieni con noi.» Sento Kirill parlare dietro di me ed Emily che è confusa dalla situazione, non sapendo il mio passato.
Sento le mani grandi del mio patrigno stringermi per le braccia volendo tirarmi a se, mentre Kirill afferra Emily per la spalla. «Prendo anche lei.» esordisce Kirill.
«Lasciateci stare.» Emily si intromette e con un movimento veloce tira dalla borsa del peperoncino spray e lo spruzza prima a Kirill, in modo da liberarsi, e poi al mio patrigno.
«Greg non voglio venire con te. Sono stanca.» gli urlo facendo voltare i passanti, che indignati se ne vanno senza aiutarci.
«Tu sei mia. Sei di mia proprietà. Non puoi vivere in quel bordello.» dice tra le urla. Emily mi tiene per il braccio e mi fa allontanare mentre i due si lamentano per il dolore.
Scappiamo da lì tornando in macchina; salite su di essa ci guardiamo impaurite, ma piene di adrenalina.
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(non) siamo perfetti assieme;
RomanceAidan Greenberg, un miliardario proprietario di un night club incontrerà una ragazza di diciotto anni, che gli cambierà la vita evitando di commettere un atto estremo.