Ha il respiro rotto, Manuel, gli sta facendo più male di quanto pensasse vedere Simone in quelle condizioni.
È perso nei pensieri quando sente la porta della camera, dove è Simone, aprirsi. Prende un profondo respiro come a cercare il coraggio di dire qualcosa, di fare qualcosa.
Lo vede arrivare in cucina, segno che non è uscito solo per andare al bagno. Non era mai capitato prima.
«Ehi... Simo» Manuel si avvicina a lui cercando di non alzare la voce «Hai fame?» chiede.
Rimane sorpreso dal fatto che annuisce. Era da quella notte che non toccava cibo.
«Ce prepariamo 'na carbonara?» dice, scuotendo il pacco di pasta vicino ai fornelli.
Il sorriso di Simone lascia poco spazio alla sua interpretazione, così sorride di rimando. Tira fuori le pentole dal mobile sopra i fornelli e le passa a Simone. È così entusiasta del fatto che sia uscito dalla camera e sia lì con lui che non riesce a contenere la felicità.
A Roma non era mai capitato e questo gli dà speranza.
Mentre preparano il pranzo, Manuel continua a fare battute cercando di capire come cambia Simone: se sorride, se cerca di sfiorarlo, se lo guarda negli occhi almeno una volta.
Pranzano anche, insieme. Stranamente.
Non è più successo da quel giorno. A Roma non succedeva nulla, non solo quello, quindi gli si scalda il cuore nel vederlo lì con lui.
Ha apparecchiato, sbattuto l'uovo, aggiunto il pecorino e probabilmente deve essersi sforzato enormemente per farlo, eppure è lì e rimane lì.
Si siedono anche sul divano, dopo aver finito. Manuel rimane sorpreso nuovamente. Sta pulendo la cucina quando se ne accorge. Gli fa una strana impressione, perché Simone ha anche acceso la tv. Così prende il cellulare e cerca il contatto di Chicca.
Digita velocemente un messaggio, per poi lasciare il telefonino sul tavolo e raggiungere Simone sul divano.
È uscito dalla camera, abbiamo pranzato insieme e ora sta guardando la tv. Ci crederesti?
È il messaggio che manda.Vorrebbe abbracciarlo, come si siede accanto a lui, ma non lo fa. Guardano un documentario su focus, Manuel non è poi tanto interessato, ma quell'aria di quotidianità lo fa restare lì con Simone.
Quell'aria che non si respirava da tanto. Sente la testa di Simone appoggiarsi sulla sua spalla e si lascia leggermente andare. È la prima volta che Simone cerca il suo contatto così tanto e non viceversa. Passano così la successiva ora. Manuel non sente fare movimenti da Simone da un po' quando si accorge che ha gli occhi chiusi.
Decide così di canticchiare la strofa di una canzone che da qualche giorno gli gira in testa: qui, vestito da bambino. Prigioniero, vuoi scappare da una perfida regina. Il tuo principe immortale. Non so dirti una parola, non ho niente di speciale, ma se ridi poi vuol dire che una cosa la so fare, se mi lancio in un'aiuola casco e non mi faccio male. Non sa il motivo, ma in realtà era da quando cucinavano che ne aveva voglia. Forse per esprimenre la gioia di quel momento, perché Manuel è certo che quella che sente all'altezza del petto è gioia:
Gioia per averlo lì con lui; gioia per vederlo fuori dalla stanza; gioia perché ha mangiato.
Si gode ogni istante di quella giornata.
Stranamente, quando si sveglia va anche a farsi una doccia. Altra cosa complicata per il Simone di quel periodo. Prende anche quello come un buon segno.
Il suo telefono squilla ancora, probabilmente è Chicca che gli ha risposto.
Oddio, ma è fantastico. Vedrai che co' te se sblocca un po'.
Non so se se sblocca, però so' felice se inizia a fa' qualcosa simile alla normalità.
Ha paura che a Roma abbiano le aspettative troppo alte da quella pausa dalla realtà.
Un passo alla volta, Manu
Seh, basta che non inciampiamo. M'ha pure sorriso.
'O vedi? Daje.
Tu come stai?Eh... Come sta. Non sa rispondere a quella domanda. Non crede nemmeno di essersi soffermato a pensarci più di tanto.
Non saprei, forse sempre in allerta.
Non te esaurisci, ve'? Insomma tra la tesi e Simone non me sembra un momento tranquillo...
Vallo a dì ar professore tuo.
Prima o poi dovrai sistemarla 'sta faccenda.
Sì, ma come? Al momento ce l'ha ancora con lui e probabilmente anche con Floriana, ma non gli sembra il caso di infierire. Risponde un veloce ci proverò per sviare il discorso e lasciando quel senso di irrisolutezza.Quella sera, Manuel, va a dormire con il cuore più leggero.
In un giorno è successo più di quanto potesse desiderare e dormire gli sembra più facile, tanto che si sveglia la mattina dopo in una sola tirata.
Solo che, quando si alza dal letto, c'è qualcosa che non gli torna.
La porta della camera di Simone è aperta e lui non è a letto. Strano, di solito si sveglia più tardi. Anche quella del bagno è aperta, quindi non è nemmeno lì. Va in cucina ed è l'unico posto dove potrebbe trovarlo.
Non c'è.
Al suo posto c'è un foglio sul tavolo, una calligrafia tremolante e poche parole:
È meglio così. Vado da Jacopo.
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Hold on to me
Fanfictie[Sottospecie di long ¦ angst ¦ hurt/comfort ¦ slow burn ¦ ~ 20 parti] *My behavior is hard to understand, but you hold on to me* «Professo', s'o può scordà.» La gamba di Manuel trema da quando si è seduto di fronte a Dante e Floriana. È nervoso, no...