4 - Il peso delle ombre

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TW: VOMITO

Dazai aveva 7 anni. Si ritrovava in un corridoio della sua scuola, ma l'atmosfera era cupa e opprimente. Le pareti erano scure, e le luci tremolavano, creando ombre inquietanti. I suoni dei passi e delle risate degli studenti sembravano lontani, come se fosse intrappolato in una dimensione parallela.

Mentre Dazai camminava lungo il corridoio, vide una figura familiare in fondo.

È Odasaku, ma il suo aspetto è strano. Indossa un'uniforme scolastica, ma il suo volto è pallido e i suoi occhi sono vuoti.

Dazai corrse verso di lui, ma più si avvicinava, più Odasaku sembrava allontanarsi.

"Odasaku! Aspetta! Dove vai?" Disse il moro disperato.

"Non puoi salvarmi, Osamu. È già troppo tardi." Disse Oda con voce distante.

Improvvisamente, il corridoio iniziò a trasformarsi. Le pareti si allargarono, e il pavimento diventò instabile.

Dazai si ritrova in una stanza di ospedale, con Odasaku disteso su un letto, pallido e immobile. La stanza era piena di macchinari che emettevano suoni inquietanti.

Dazai si avvicinò al letto, il cuore che gli battè forte. "Odasaku, svegliati! Ti prego, svegliati!"

Ma Odasaku non rispose.

Dazai udì de rumori. Si voltò di scatto e vide sua madre, Yuki, seduta in un angolo, con le lacrime che le rigavano il viso.

"Dazai, non possiamo tornare indietro. È tutto finito." Disse la madre.

"No! Non può finire così! Non posso perdervi!" Disse. -Non di nuovo- pensò.

All'improvviso, la stanza iniziò a svanire, e Dazai si ritrovò di nuovo nel corridoio della scuola.

Le ombre si allungarono e si avvicinarono a lui, come se volessero inghiottirlo.

Dazai si sentì oppresso dalla sensazione di perdita e impotenza.
Le voci degli studenti si trasformarono in urla, e Dazai si coprì le orecchie, cercando di fuggire.

Ma le urla diventarono sempre più forti, e lui fu costretto a guardare mentre le immagini di Odasaku e Yuki svanivano, lasciandolo solo.

Dazai si svegliò di soprassalto nel suo letto, il cuore che batteva all'impazzata. Il sudore gli imperlava la fronte, e la sensazione di angoscia lo attanagliò.

Pochi minuti dopo, la porta della sua stanza si aprì lentamente.

Era Chuuya, seguito da Elise, che era venuto a visitarlo per vedere come stava dopo il giorno precedente. Entrambi avevano un'espressione preoccupata.

"Come stai?" chiese Chuuya, cercando di mantenere un tono calmo.

"Cosa ci fai qui? Non hai altro da fare?" Rispose Dazai, irritato dalla sua presenza per sembrare il più normale possibile.

La sua voce era carica di rabbia, ma solo per un momento. La frustrazione si trasformò rapidamente in vulnerabilità.

Improvvisamente, il dolore lo sopraffece, e Dazai scoppiò a piangere, le lacrime che scorrevano senza controllo. Chuuya ed Elise si avvicinarono, abbracciandolo forte. Elise lo strinse con affetto, mentre Chuuya lo guardava con preoccupazione.

Proprio in quel momento, la porta si aprì di nuovo, il padre di Dazai entrò con il suo solito portamento autoritario.

"Cosa sta succedendo qui?" chiese, il tono severo e privo di empatia. "Dazai, smettila di piangere come un bambino. Servi qualcosa agli ospiti."

Legami di ombre e luce - Una storia SoukokuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora