Capitolo 2

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https://open.spotify.com/playlist/3ljFxb1TMi9kNFyl0ODXMG?si=3a02ef4da69a428e

Vi lascio il link della playlist così potete trovarla senza cercarla per vent'anni. Vi lascio all'ascolto

Madison

Da quando è arrivato quel cretino di Kai, o come si chiama, le mie giornate a scuola sono il triplo più pallose. Mi tocca stargli appresso ogni due per tre, e lui chiaramente non migliora la situazione, rompendomi le scatole ogni volta in cui non ha di meglio da fare.

Ovvero sempre.

Durante il cambio dell'ora accendo il telefono, distratta da tre notifiche.

Non appena leggo i messaggi che mi sono appena arrivati, il mio cuore sprofonda in una voragine di preoccupazioni.

È Lydia.

Cazzo, ha avuto un attacco di panico.

Rispondo al suo cuore spezzato con una benda, usanza che avevamo inventato prima che lei fu dimessa dall'ospedale. Ci siamo promesse che nonostante la distanza ci saremmo prese l'una cura dell'altra, così glielo ribadisco. In questi momenti so come calmarla, ed è rassicurandola che io ci sarei stata sempre per lei, che riesco a tranquillizzarla.

Un giorno dovrei andare a trovarla. In fondo non abita molto lontano da me, a circa due orette.

Qualcuno mi sbatte addosso, risvegliandomi da quella specie di stato di trance in cui ero caduta, inghiottita dai miei stessi pensieri.

Giuro su Dio che se è Kai mi sente.

Accidenti, mi ha fatto pure cadere il telefono insieme a tutti i libri per la lezione.

Quando mi volto però mi imbatto in due occhi zaffiro. Steve.

«Ehi, tesoro, che ci fai qui?» Mi domanda frettoloso, mentre si guarda intorno con aria... impaurita?

Cosa sono quei segni rossi vicino alla bocca?

Ho già detto che ultimamente si sta comportando in modo strano? Mi fido di lui, ma forse sta succedendo qualcosa.

In questi ultimi tempi mi sta evitando sempre di più e trova qualsiasi scusa per non vedermi, sarà solo una mia impressione, ma forse è il caso che mi svegli, e invece di pensarci da sola dovrei discuterne con lui.

«Amore, ascolta, io avrei bisogno di parlarti» faccio per prendergli il volto tra le mani, però si scosta prontamente.

«Certo, piccola, di che si tratta? Fai veloce però perché tra...» Si controlla l'orologio al polso «Oh, Cristo, la lezione è già iniziata!» Fugge via da me, atteggiamento che lo caratterizza in questo periodo, e faccio solo in tempo a notare due o tre bottoni della camicia slacciati, prima che scompaia dalla mia vista.

«Steve, aspetta» urlo, invano.

«Chi Steve?» mi domanda Millie, appena sbucata da dietro l'angolo, con il rossetto sbavato e i capelli arruffati. Non mi dire che...

«Steve Thompson, lo conosci?»

«Certo che sì, è il mio ragazzo» alza la testa, fiera.

«N-no, ci d-deve essere un errore. I-io sono la s-sua ragazza»

Il respiro inizia a mancare.

«Be', non più. E poi non mi stupirei, pure io ti tradirei se fossi in lui, con tutti quei rotolini sulla pancia. Che schifo» Il mio cuore si stringe in una morsa. Una delle tante ferite che ho incise nell'anima si riapre.

Sanguina, non la smette più.

Mi accascio a terra per colpa delle gambe tremanti diventate molli come gelatine.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 22 ⏰

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