3. Rapimento

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Seduto sulla sua sedia ergonomica di ufficio, dinanzi ad una scrivania raffinata in vetro temperato, proprio come gli occhi della donna che aveva incontrato precedentemente a Cozumel: Seda Aydın.
Copywriter della Miller Group, una delle più influenti aziende di report di Istanbul e dell'intera provincia.

Aras aveva ordinato al suo uomo di fiducia di fare ricerche su quella ragazza; sulla sua provenienza, vita privata e tutto quello che poteva interessare. I suoi segreti, le sue debolezze e il suo passato.

Perché ognuno nella propria vita nascondeva degli scheletri nell'armadio nel bene e nel male, e questi potevano far leva sul presente, di conseguenza sul futuro. Per quanto si voleva negare l'efficacia di questa, essi nei momenti più inopportuni, arrivavano con una violenza in superficie paragonata alla pressione di ossigeno al risalimento in galla. Di getto.

Aras sapeva bene quanto il passato facesse sempre leva sul presente, di quanto le situazioni segnassero nella vita di una persona al punto di influenzarne le sue scelte future.

Suo padre glielo aveva insegnato. Non solo con le parole, ma soprattutto con le azioni in questo modo avrebbe reso davvero l'idea di cosa significasse essere plasmati dal passato convivendo con essa nel presente. Aras era cresciuto a seguito di un divorzio in tenera età; troppo piccolo per metabolizzare ma abbastanza grande da subirne l'assenza.
Quella di sua madre.

Wyatt Kaya, un grande uomo che con un bambino piccolo era riuscito a crearsi un impero, una società che era andata sempre più a crescere diventandone l'imprenditore. Aveva come tutti, iniziato come gavetta ma poi gli sforzi di una vita, erano diventati il successo di quelli del domani.

Un grande esempio per suo figlio, in termini di riferimento e di amore. Gli aveva dato sempre tutto quello che un bambino avesse avuto bisogno, ma sapeva in cuor suo che suo padre soffriva a causa di sua madre. Si sentiva vuoto, spoglio di lui, come se una parte di sé fosse andata via insieme al suo cuore. Cercava di concentrarsi sull'allevare al meglio la sua unica gioia, il frutto dell'amore che però gli aveva costato sofferenza e dolore.

Tuttavia suo padre non gli spiegò mai il motivo di questo divorzio. Se era per tradimento o mancanza di amore, Aras si fece comunque le sue ragioni. Di conseguenza non aveva mai tollerato il comportamento di sua madre. Quale, riferendosi tale, era stata disposta a lasciare suo figlio e suo marito?
Aras la odiava con tutto il suo cuore, per aver abbandonato la famiglia e soprattutto il suo più grande uomo: suo padre.

Durante la sua adolescenza aveva riflettuto molto sulla figura della donna; di come aveva rovinato l'uomo in ogni aspetto della vita, di come poteva adescarlo con la loro essenza provocante e di conseguenza prenderne il pieno controllo.

Non era un maschilista, semplicemente non le voleva nella sua vita. Sapeva che avere una di loro lo avrebbe reso vulnerabile, perché anche se non lo ammetteva nel suo cuore, avvertiva la mancanza materna.

Quella parte di sè in cui poteva spogliarsi delle proprie debolezze prendendosene cura.
Quella madre che non riusciva a dormire la notte sapendo che il suo bambino aveva la febbre. Se ne stava lì, ai piedi del suo letto pronta a soccorrerlo non appena ne avesse avuto bisogno. Pronta a vivere ogni aspetto della vita del proprio figlio; dalla scuola agli hobby, dall'adolescenza al lavoro. La semplice dolcezza di un buongiorno accompagnato da una bella tazza di latte era come una carezza, ma che purtroppo non ebbe la possibilità di vivere. Trasformarsi di conseguenza nella sua peggiore solitudine.
Cosa significava per un bambino crescere senza la figura di sua madre?

Nonostante il padre cercasse di colmare quel vuoto era insostituibile. Una ferita permanente che nel tempo diveniva meno assidua ma sicuramente indelebile.

In base alle possibilità, Aras e suo padre cercavano di dividersi i compiti in casa nonostante aveva solo dieci anni. Era cresciuto velocemente ma aveva accettato prontamente la situazione, nonostante a volte indugiava a vedere quelle madri insieme ai propri figli quando li venivano a prendere da scuola.

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