Walter

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Maria seguì le istruzioni del dottor Fabio Conti e raggiunse un anonimo bar di Mestre in una fresca mattina di metà settembre. Entrando, notò subito Conti seduto a un tavolino appartato, ma fu sorpresa di vedere che non era solo. Accanto a lui c'era un uomo che non aveva mai visto prima.

"Maria, vieni, siediti," disse Conti con un sorriso rassicurante. "Ti presento Walter, un amico e vicino di casa di Lilia."

Maria si sedette, ancora un po' sorpresa, e osservò l'uomo. Walter sembrava nervoso, ma determinato.

"Piacere di conoscerti, Maria," disse Walter, tendendole la mano. "Ho aiutato Lilia a lasciare la casa di Andrea. Lei si sentiva soffocata e sempre più in difficoltà. Non potevo restare a guardare senza fare nulla."

Maria ascoltava attentamente, il suo intuito femminile le suggeriva che tra Walter e Lilia ci fosse stato qualcosa di più di una semplice amicizia, ma decise di non approfondire.

Conti intervenne, il volto serio. . Ci sono sospetti a suo carico e la situazione è complicata."

Mostrò a Maria alcuni giornali locali e nazionali che trattavano della vicenda. I titoli erano inequivocabili: "Lilia sospettata di omicidio", "La verità sulla morte di Andrea", "Lilia: vittima o carnefice?".

"Questa attenzione della stampa ci obbliga a essere ancora più prudenti," continuò Conti. "Non possiamo permetterci errori."

Walter annuì, il volto teso. "Voglio ancora aiutare Lilia." disse. "Sono pronto a collaborare con voi per scoprire la verità. Ma devi sapere che ci sono delle indagini in corso. La polizia ha già passato al setaccio la casa di Lilia e Andrea e la campagna circostante. Io stesso sono stato interrogato più volte."

Maria annuì, riflettendo su quanto detto. "Cosa pensi della morte di Andrea?" chiese infine.

Walter sospirò, lo sguardo perso nei ricordi. "Secondo me, si tratta di un suicidio. Andrea era disperato dopo l'abbandono di Lilia. Sono convinto che sia così, ma pare che la polizia abbia scartato questa ipotesi, almeno per quanto ne so."

Maria rimase in silenzio per un momento, assimilando le informazioni. "Grazie, Walter. La tua collaborazione sarà preziosa."

Conti aggiunse, "Dobbiamo essere molto attenti. Ogni passo falso potrebbe compromettere tutto. Ma insieme, possiamo farcela."

Maria guardò i due uomini, sentendo una nuova determinazione crescere dentro di sé. "Sì, insieme scopriremo la verità."

Maria rimase in silenzio per un momento, assimilando le informazioni. Poi, con un respiro profondo, decise di condividere la sua idea. "Ho cercato e trovato una investigatrice privata che è disposta ad aiutarci. Sembra molto esperta e competente, ma il costo è insostenibile per me da sola. Forse, dividendo la spesa, possiamo farcela."

La reazione dei due uomini la lasciò interdetta. Conti sembrava imbarazzato, evitando il suo sguardo. "Non so se sia una buona idea, Maria," disse con esitazione.

Walter, invece, si innervosì visibilmente. "No, assolutamente no!" esclamò con foga. "Non possiamo coinvolgere un'estranea. È troppo rischioso."

Maria si chiese quale fosse il motivo di queste reazioni impreviste. Guardò i due uomini, cercando di capire. "Perché siete così contrari?" chiese, cercando di mantenere la calma.

Conti sospirò, passando una mano tra i capelli. "È solo che... dobbiamo essere molto cauti. Ogni passo falso potrebbe compromettere tutto."

Walter annuì, ma il suo nervosismo era palpabile. "Esatto. Non possiamo permetterci di sbagliare. Dobbiamo fare tutto da soli."

Maria rifletté sul rapporto tra i due uomini e Lilia. C'era qualcosa che non le tornava, ma decise di non insistere. "Capisco," disse infine. "Ma dobbiamo trovare un modo per andare avanti. Insieme."

Conti e Walter annuirono, anche se le loro espressioni rimanevano tese. Maria sapeva che la strada davanti a loro sarebbe stata difficile, ma era determinata a scoprire la verità.

Nel frattempo Lilia si trovava nel carcere femminile della Giudecca a Venezia.  La sua cella era piccola e spoglia, ma lei sembrava non farci caso. Non c'era paura nei suoi occhi, né disperazione. Solo una strana apatia che la avvolgeva come una nebbia densa.

Seduta di fronte a lei, il magistrato la osservava con attenzione. Era un uomo di mezza età, con un volto paziente e comprensivo. Tuttavia, dietro quella maschera di gentilezza, cercava di cogliere ogni sfumatura nelle parole di Lilia, ogni possibile contraddizione.

"Lilia, capisco che questa situazione sia difficile per te," iniziò il magistrato con voce calma. "Ma è importante che tu ci aiuti a capire cosa è successo."

Lilia alzò lo sguardo, ma i suoi occhi erano vuoti. "Ho già detto tutto quello che sapevo," rispose con tono monotono.

Il magistrato annuì, come se comprendesse. "Lo so, ma a volte ricordare i dettagli può essere difficile. Prenditi il tuo tempo."

Mentre parlava, il magistrato osservava attentamente il linguaggio del corpo di Lilia. Notò che le sue mani erano ferme, senza segni di nervosismo. La sua voce non tremava, e il suo sguardo non evitava il contatto visivo. .

"Parlami di Andrea," continuò il magistrato. "Com'era il vostro rapporto negli ultimi tempi?"

Lilia sospirò, come se la domanda fosse un peso. "Era difficile," ammise. "Lui era possessivo, geloso. Non potevo fare nulla senza che lui lo sapesse."

Il magistrato prese nota mentalmente delle sue parole, cercando di cogliere eventuali discrepanze con le dichiarazioni precedenti. "E Walter? Che ruolo ha avuto in tutto questo?"

Lilia esitò per un momento, un'ombra di emozione attraversò il suo volto. "Walter è solo un amico. Mi ha aiutato quando non sapevo a chi rivolgermi."

. "Solo un amico?" ripeté, con un tono che invitava alla confidenza.

Lilia annuì, ma il suo sguardo si fece più distante. "Sì, solo un amico."

Cercava di creare un ambiente in cui Lilia si sentisse abbastanza sicura da abbassare la guardia, ma allo stesso tempo abbastanza tesa da commettere un errore...

Lilia - Gli oceani del cuoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora