Cominciavo ad innervosirmi. Questa mocciosa stava rendendo il viaggio più complicato di quanto pensassi, rendendomi conto che stavo perdendo la concentrazione sulla strada.
Sentivo quei cazzo di occhi su di me, ogni santa volta che si voltava nella mia direzione. E potevo scommettere che mi avesse scattato qualche foto, con la scusa del panorama, per poi mandarla alla persona con cui si scambiasse messaggi.
Avevo acconsentito a quella assurdità di fare d'accompagnatore, ma comincio a pensare che sia stata una pessima idea. Ma non posso rimangiarmi la parola, sia per lei che per mia madre.
Dopo un'ora, e passando per la città, dandole la possibilità di ammirare la piccola cittadina di Fort Worth, per poi uscire e percorrere la statale che portava ai Ranch. Quasi mi scappa una risata, quando imbocco la stradina che portava al Ranch della mia famiglia, la vedo affacciarsi dal finestrino e ammirare il panorama, come una bambina in un parco di divertimenti.
Imbocco il viale della casa padronale e fermo la Jeep acconto al portico, spegnendo il motore e guardandola mentre si sbottona la cintura nello stesso momento in cui i miei genitori escono dalla casa. Tutto quello e assurdo, rimango seduto a cercare di riprendere la concentrazione, prima di uscire e chiudere la portiera dell'auto. Sorrido quando sento mia madre darle il benvenuto nel Ranch Riley.
"Benvenuta Morgana! Spero che il volo sia andato bene. E che mio figlio non sia stato scorbutico..."
Faccio il giro della Jeep raggiungendo il portabagagli, mi scappa un mezzo riso, per poi scuotere la testa e aprile il cofano. Sollevando i suoi bagnagli e mettendoli a terra.
"affatto, e stato...paziente..."
"sei sicura di star parlando di mio figlio?"
Sollevo un sopracciglio e guardo quell'uomo che affianca mia madre tenendole un braccio intorno alla vita. con un'espressione perplessa, mi sorprende io e quell'uomo abbiamo lo stesso carattere stoico."vi vorrei ricordare che io sono qui..."
Una risatina rimbomba nel mio petto, guardo mia madre che sorrise ma non emette nessun suono, per poi spostare gli occhi sulla turista, trovandola che ridacchia. E quel suono e qualcosa di fastidioso, ma allo stesso tempo soave.
Guardo mio padre dare un bacio sulla sommità della testa di mia madre.
"Non fare il maleducato Simon, Morgana sarà sicuramente stanca, e affamata."
"la prego, mi chiami Mor, odio il mio nome per intero."
Chiudo il cofano e torno verso il posto di guida, senza mai staccare gli occhi da quella mocciosa. Mor... quindi odiava il suo nome, eppure era bello e le si addiceva.
"vieni Mor, mio figlio poserà l'auto e poi ti accompagnerà al cottage."
"ti piacciono i biscotti al burro? Li ho sfornati questa mattina..."
Solo quando li vedo sparire all'interno della cara mi lascio andare a una risata, appoggiandomi al volante. Devo stare attento, ho l'impressione che mia madre avrà qualche idea malsana.
✈ ✈ ✈ ✈ ✈ ✈
Segui i coniugi Riley all'interno. La donna parlava a raffica, rendendomi un po' difficile capirla. Ma mi strappo un sorriso, era raggiante.
Avevo colto l'amore e il rispetto tra quelle persone, e quella casa era la prova. In quella casa si sentiva l'amore e il calore di una famiglia unita.
Avevo sempre amato lo stile rustico, e quella casa lo era. Dopo il piccolo portico situato sul davanti, ma leggermente a sinistra della casa, varcata la porta venivi accolto in un ingresso caldo, con un piccolo antibagno sulla destra.
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Un cowboy in divisa
RomanceMorgana Santoro, una giovane donna Italiana, si ritroverà ad affrontare il suo viaggio dei sogni. Direzione Dallas, Texas. ma nulla e come sembra, dopo aver affittato un cottage in un Ranch, sii ritroverà a scontrarsi con un cowboy un po' scontroso...