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Organizzare una festa per Sarah era l'idea migliore che mi fosse venuta in mente da settimane, ma allo stesso tempo mi metteva addosso un'ansia incredibile. Con Sarah non era mai semplice, non perché lei fosse difficile di per sé, ma perché io volevo che tutto fosse perfetto per lei, sempre. Lei non amava le sorprese, è vero, ma sapevo che questa, una volta digerito lo shock iniziale, le sarebbe piaciuta. O almeno lo speravo con tutto il cuore.

La prima persona a cui ho parlato è stato Kumo. Lui è quel tipo di amico che puoi chiamare in piena notte e sai che ti risponderà con calma e prontezza, e infatti, non appena ho accennato alla possibilità di organizzare una festa per Sarah, ha subito sorriso.

"Tu che organizzi una festa a sorpresa? Non ti vedo proprio a fare cose del genere, Ange," ha detto con quel suo solito tono rilassato. Ma sapevo che stava scherzando, era sempre pronto ad aiutarmi. "Comunque sì, ci sto. Sarah se lo merita."

"Sì, lo so che non mi si addice, ma non posso non farle qualcosa di speciale," ho risposto, cercando di mascherare il nervosismo che iniziava già a farsi sentire. "Puoi aiutarmi con gli altri? Voglio che tutti siano coinvolti."

Kumo ha annuito, come se fosse la cosa più naturale del mondo. "Non ti preoccupare, mi occupo io di organizzare la truppa."

Il giorno dopo, eravamo tutti riuniti in un bar vicino alla scuola. C'erano Kumo, Marisol, Stella, Sofia, Ayle, Petit e Mida, tutti pronti a sentire i dettagli del piano.

"Allora, Angela, cos'hai in mente esattamente?" ha chiesto Marisol, appoggiando le mani sul tavolo e fissandomi con quel suo sguardo deciso. Lei è sempre la prima a prendere in mano la situazione, e in quel momento ero grata per il suo spirito organizzativo.

"Voglio farle una festa a sorpresa, niente di troppo elaborato, ma qualcosa che la faccia sorridere. Ci saranno palloncini, tanto gelato, musica... insomma, tutte le cose che ama," ho spiegato. Ma dentro di me sapevo che stavo trattenendo qualcosa. Volevo che quella festa fosse anche un modo per farle capire quanto fosse importante per me, anche se a volte facevo di tutto per nasconderlo.

Sofia ha riso, battendo le mani con entusiasmo. "Oh mio Dio, il gelato! Sarah lo adora. Posso occuparmi io di quello?"

"Certo," ho risposto, sollevata che si fosse offerta volontaria. "Ma non esagerare, eh. Non dobbiamo riempire la stanza di gelato."

"Figurati! Non ne basterebbe mai troppo per Sarah," ha ribattuto Petit, con un sorrisetto complice verso Sofia. Era sempre così vivace, e in quel momento mi rendevo conto di quanto fosse importante avere tutti loro al mio fianco.

Kumo ha preso la parola subito dopo. "Io e Ayle ci occupiamo dei palloncini. Ne metteremo così tanti che non riuscirà a camminare in mezzo alla stanza."

"E io penserò alla musica," ha aggiunto Stella, con quel suo tono sempre sicuro di sé. "Conosco le sue canzoni preferite, ma voglio fare anche qualche sorpresa. Magari metto qualcosa di nostro, Angela, giusto per... rendere l'atmosfera interessante."

L'idea mi ha colpito nel profondo. Sapevo che Stella non si riferiva solo alle canzoni che Sarah ascoltava di solito. Forse voleva metterci dentro anche qualche pezzo che avevamo cantato insieme, o che avevo dedicato a lei senza dirglielo apertamente. Era un po' rischioso, ma allo stesso tempo, mi piaceva il pensiero.

Alla fine, Mida e Marisol si sono offerte di aiutare con le decorazioni, e tutto sembrava procedere per il meglio. Eppure, mentre tutti parlavano e ridevano tra loro, io non riuscivo a rilassarmi. C'era sempre quel pensiero fisso: e se non le piacesse? E se avessi sbagliato tutto?

"Angela, che succede?" mi ha chiesto Kumo, notando il mio silenzio. Era sempre lui a rendersi conto dei miei stati d'animo. "Sei più silenziosa del solito."

ATTIMO - SAJOLIEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora