capitolo 5

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Dovevo rimanere distante da lui? Non volevo che girassero voci false su di noi. Che qualcuno pensasse che fossimo qualcosa di più di semplici amici. Ma effettivamente lo eravamo? Sapevo così poco e niente su di lui. Un giorno prima a malapena sapevo chi fosse. Volevo conoscerlo meglio. Ma come?

Quella sera, qualcuno bussò alla porta. Mio padre mi aveva dato la buonanotte prima, quando avevo appena finito di cenare in camera. Aprì la porta, era il rosso. Lui mi sorrise e chiese:«posso entrare?» e, confusa, lo lasciai passare. Ero in pigiama, dei pantaloncini a scacchiera bianco-rosa e una maglietta bianca. Jannik indossava una maglietta azzurrina e dei pantaloni della tuta grigi. Il ragazzo era seduto sul letto e guardava per terra. Io chiesi:«c'è qualcosa che non va?» e Jannik, alzando lo sguardo, rispose:«non voglio rimanere da solo la sera prima della partita. Di solito cerco di distrarmi, per evitare che i pensieri intrusivi prendano il sopravvento ma non ci riesco mai.» Mi avicinai e presi le sue mani. Io replicai:«se vuoi puoi rimanere, dormo per terra.» Gli luccicarono gli occhi e disse:«vorrei, ma non posso metterti nei casini con i giornali. Penserebbero che siamo fidanzati o qualcosa del genere.» Mi sedetti accanto a lui, continuando a guardarci. Io replicai:«non mi interessa, tu hai bisogno di qualcuno. Capisco che quando sei famoso non puoi fidarti di nessuno, ma io ci sono quando ne hai bisogno.» Appoggiò la testa sulla mia spalla, tenendomi stretta la mano. Poi mormorò:«se vuoi dormo io per terra», io dissi:«no, se non pensi male potremo dormire tutti e due nel letto.» Jannik non rispose, era forse un sì?

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