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Il freddo autunnale aleggiava nell'aria, un promemoria palpabile che la notte di Halloween era ormai vicina, da festeggiare. Sarah e Angela avevano deciso di passare la notte nel vecchio teatro musicale dove Angela aveva fatto la sua prima esibizione davanti alla piccola. L'edificio si ergeva davanti a loro, la sua facciata un tempo grandiosa ora segnata dagli anni di abbandono. Le luci tremolanti proiettavano ombre inquietanti, creando una danza di buio e luce che rendeva l'aria densa di tensione.

Quando entrarono, la pesante porta di legno scricchiolò sinistramente, risuonando nello spazio vuoto. I raggi delle loro torce illuminavano particelle di polvere che fluttuavano, e l'odore di muffa si attaccava alle pareti come un sudario. Il cuore di Sarah batteva forte, sia per l'emozione che per un'inquietante sensazione che l'avvolgeva come una mano fredda.

"Sei sicura di fare questo?" sussurrò Sarah, lanciando un'occhiata ad Angela, il cui volto esprimeva una miscela di nostalgia e brivido.

"Stiamo solo esplorando," rispose Angela, la voce ferma, ma c'era un barlume di incertezza nei suoi occhi. Erano momenti come questi che facevano capire a Sarah quanto ammirasse il coraggio di Angela, anche se era velato da un accenno di imprudenza.

Si addentrarono nel teatro, i loro passi attutiti dal tappeto consumato. L'atmosfera era pesante, opprimente. Sarah non riusciva a scrollarsi di dosso la sensazione di essere osservata. Le pareti sembravano sussurrare segreti, e il silenzio si faceva sempre più opprimente.

Quando entrarono nell'auditorium principale, Angela puntò la luce sul palco, dove strumenti coperti di polvere giacevano abbandonati, i loro colori un tempo vivaci ora appannati dal tempo. "Questo posto era pieno di vita, me lo ricordo benissimo..." disse, la sua voce rimbombando nel silenzio.

"Sì, ma ora sembra... strano?" rispose Sarah, i peli sulla nuca che si rizzavano.

Angela la guardò, uno sguardo comprensivo nei suoi occhi. "Lo senti anche tu? È come se i fantasmi del passato fossero ancora qui."

Sarah rabbrividì al pensiero. "Forse avremmo dovuto scegliere un'altra notte per visitarlo."

Improvvisamente, un forte rumore rimbombò dal backstage, facendole saltare entrambe. Il cuore di Sarah accelerò, e si voltò verso Angela, che sembrava altrettanto spaventata.

"Hai sentito?" chiese Sarah, la voce appena sopra un sussurro.

"Probabilmente è solo il vento," suggerì Angela, sebbene il suo sguardo fosse diretto verso l'area buia del backstage.

Contro il suo migliore giudizio, Sarah sentì un'irresistibile attrazione a indagare. "Dobbiamo controllare," disse, la curiosità che la divorava.

"Sei pazza? Dobbiamo uscire di qui!" La voce di Angela tremò leggermente, tradendo la sua paura.

Ma l'istinto di esplorare era troppo forte. Mentre si avvicinavano all'area del backstage, l'oscurità sembrava quasi viva, avvolgendole come una fitta nebbia. Si fecero strada attraverso le pesanti tende, il tessuto che le sfiorava come dita fredde. Dietro il sipario, l'aria era stantia e fredda. Si trovarono in un corridoio stretto fiancheggiato da specchi, ognuno riflettendo immagini distorte di loro—tormentate e grottesche. Sarah rabbrividì, sentendo un senso di inquietudine stabilizzarsi nelle sue ossa.

"Torniamo indietro," disse Angela, la voce un misto di ansia e urgenza.

Ma prima che Sarah potesse rispondere, un forte schianto provenne dall'estremità opposta del corridoio. Si congelarono, fissando l'oscurità.

"Chi c'è?" chiamò Angela, la voce che rimbombava contro le pareti.

Silenzio. Poi, un basso sussurro gutturale rispose, "Vai... ora..."

ATTIMO - SAJOLIEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora