Incontri

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Apro la porta del taxi e trovo Denise, la cliente dell'altra settimana.

È in lacrime e, urla al tassista delle frasi senza senso.

Il poveretto non sa cosa fare, lei è in uno stato emotivo molto delicato.

Le rivolgo dolcemente la parola, le chiedo cosa le sia successo, ma nulla, non risponde e continua a piangere.
Decido di entrare nel taxi e di rassicurarla.
A quel punto chiedo al tassista di portarci a casa mia.
Lei passa dalle lacrime ad uno stato catatonico, non parla e fissa un punto nel vuoto...

Arrivate al mio appartamento la invito a seguirmi, lei non se lo fa ripetere.
Entriamo a casa mia e lì cambia tutto, sembra essersi risvegliata, mi guarda con occhi attenti.
Poi mi dice :

<<Sei la commessa di Lovely? >>
Annuisco.

<<Questa è casa tua? >>
Annuisco nuovamente.

<<Perché mi hai portata qui? >>

Inizio a spiegarle il perché :

<<Ho chiamato un taxi per tornare a casa, tu eri all'intero che urlavi frasi senza senso, piangendo. Ti ho vista in difficoltà, è notte tarda e non mi andava di lasciarti da sola... É pericoloso>>

I suoi occhi si riempiono di nuovo di lacrime, e il suo volto si incupisce, inizia a parlare:

<<Ricordi la camicia che ho acquistato? >>

<<Si, quella con i bottoni di onice >>
Le rispondo

<<Esatto. Bhe quella camicia l'ho acquistata per fare un regalo al mio ex, un ragazzo unico, te ne ho parlato.
Questa sera sono andata a casa sua, ho ancora le chiavi del suo appartamento, sono entrata e gli ho lasciato il mio regalo sul tavolo perché lui non era in casa. Sono andata via senza lasciare traccia anche perché lui non sa che ho le chiavi.

Uscendo dal palazzo l'ho incrociato sulle scale d'ingresso, mi ha urlato contro, mi ha detto tante parole cattive, sembrava quasi che volesse arrivare alle mani...

Ha detto che, se mi rivede nei pressi della sua casa mi denuncia per stalking...

Non so che fare! Io lo amo ancora!
Non posso immaginare la mia vita senza di lui... >>

Ricomincia a piangere ininterrottamente...
Ma non posso fare a meno di chiederle cosa sia successo tra loro...

Dopo un po' mi risponde:

<<Eravamo la coppia più invidiata del gruppo, sai apparteniamo a due famiglie molto benestanti, la sua in particolar modo.
Ci conosciamo fin da piccoli perché i nostri genitori frequentano lo stesso club.
Siamo stati nella stessa classe fin dall'asilo.
Le nostre mamme hanno sempre sperato che tra noi nascesse un sentimento importante.
Ma noi eravamo come fratelli, migliori amici in assoluto...
Con lui mi sentivo a casa>>

Si ferma, fissa il soffitto, i suoi occhi sono pieni di lacrime... Cerca di trattenele e, dopo un lungo sopito riprende:

<<All'età di 16 anni iniziammo ad avere le prime cotte...
Ma notammo entrambi che, ogni volta che a me o a lui piaceva qualcuno, l'altro era geloso...
Così ci siamo resi conto di amarci.
Ci siamo fidanzati a 18 anni ufficialmente, pensa che avevamo anche deciso la data per il matrimonio...
Ma poi... Dopo qualche anno... É tutto finito... >>

Il motivo per il quale la storia è finita non lo dice... Ricomincia a piangere e, così, le dico di mettersi a letto e riposare, d'altronde domani è un altro giorno.

Mille giorni in un secondo Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora