CAPITOLO 5 | dammi un motivo

122 12 0
                                    

Centellinare i secondi, poi i giorni
fissare il mare, poi i monti dai colli
tenerti addosso e poi lontano
forse non ci capiamo
ma al mondo noi appariamo più forti

Bogliasco, 28 giugno 2022

Era il compleanno di Andrea, aveva organizzato una piccola festa per i suoi ventisei anni con i suoi amici più stretti.
"Auguri frate!"
Andrew gli diede una pacca sulla spalla e un bacio sulla guancia.
"Grazie Bro"
Stava procedendo bene: erano tutti seduti al tavolo, con ancora qualche pezzetto di pizza e focaccia abbandonato tra i fogli di carta e le bottiglie di alcolici vuote.
Ridevano e scherzavano tra di loro, chi più brillo di altri e chi più fatto di altri.
Una tipica serata che riportava decisamente ai vecchi tempi, quando si vedevano tutti nel giardino di qualcuno di loro, a mangiare, bere e fumare insieme.
Andrea era felice, dopo l'album che stava spaccando le classifiche e il disco d'oro del suo primo album "Che io ci aiuti", anche la canzone "Andrea" era diventata disco d'oro.
Ma sentiva, proprio in quel momento, con tutti i suoi amici di sempre, che mancasse qualcosa, qualcuno.
Per quanto si volesse auto convincere di averla dimenticata, di averla lasciata andare, erano alla fine le piccole cose che gliela facevano tornare in testa.
Quelle serate, le parole delle sue canzoni, i libri che aveva in casa.
Il caffè della mattina, che sapeva perfettamente di lei.
Lo prendevano sempre insieme prima di andare a scuola: anche quando Andrea finì le superiori prima di lei, doveva comunque andare a casa sua per bersi una tazzina di caffè.
E il fumo di sigaretta. Iniziarono a fumare insieme, di nascosto.
"Oh Andre, tutto bene?"
Mario gli mise una mano sulla schiena, scuotendolo leggermente.
"Si"
Lo guardò negli occhi.
"In realtà, sai, so che a te posso dire tutto. Nel senso, sei mio amico no? Mio fratello"
Mario rise a vedere il suo amico così in quello stato.
"Si bro, certo che puoi dirmi tutto. Cosa c'è che non va?"
Andrea, con un sorriso da ebete stampato in faccia, si avvicinò all' orecchio di Mario.
"Se ti dicessi che mi manca da morire Alma, ci crederesti?"
Il rapper si scansò velocemente, guardando negli occhi Andrea.
"Ma sei serio?"
Lui rise, annuendo.
"Non la nomini da anni. Anzi, non l'hai mai nominata. Che succede?"
"Non lo so, davvero. Forse ho bevuto troppo"
"Eh mi sa anche a me Andre"
"Vabbè. Tu non dirlo a nessuno. Ma dimmi, come sta? So che tu la vedi spesso"
"E ti da fastidio questo?"
"Cosa? che vi vedete sempre?"
Mario annuì.
"Nah. Siamo amici da un sacco di anni e lei era del gruppo. Ci sta che vi vediate. Mi sembra assurdo il fatto di non averla più vista, tipo a nessun concerto. Capito che intendo?"
"Si, in realtà non so se posso dirti questa cosa. Ma tanto non te la ricorderai. Al concerto tuo a Genova c'era, era tra il pubblico"
"Ma che, davvero?"
"Si, frate"
"Belin e non l'ho vista, che roba"
"Grazie Andre, c'erano migliaia di persone"
Lui scoppiò a ridere.
Poi l'attenzione dei due venne catturata dal suono di una notifica proveniente dal cellulare di Mario.

Alma❣️
MARIO HO INVIATO LA TESI AL RELATORE. attendo nervosamente. Tu come va?

"Alma?"
"Cosa mi spii i messaggi tu"
Andrea alzò le mani in aria, andando poi dagli altri.

Brava pippi!! Qui tutto bene, siamo a Bogliasco

Alma❣️
Ah, si? Compleanno di Andrea immagino?

Non sbagli. Come ti senti?

Alma❣️
Bene, perché?

Lo sappiamo entrambi, Almina. Forse avevi ragione te, forse non ti ha dimenticata

visualizzato



Bogliasco, 7 maggio 2016

Ancora una volta, vedere Alma sgattaiolare via dalle braccia di Andrea dopo una serata passata in compagnia degli altri era del tutto normale.
Andare a dormire a casa del suo migliore amico quando i suoi non c'erano era diventata abitudine, anche durante la settimana e i giorni di scuola.
Preparavano la caffettiera la sera e alla mattina Alma si beveva tutto il caffè, lasciando Andrea da solo, senza più colazione. Lui si svegliava, tastava il posto affianco e quando lo sentiva vuoto, capiva che fosse il momento di alzarsi.
Solo una volta se l'era ritrovata addormentata vicino: Andrea si era alzato per andare al bagno, sull'altro lato del letto c'era ancora Alma che dormiva e fuori il sole stava sorgendo.
Quando tornò in camera, vedendo come il cielo era diventato tutto rosa grazie all'alba, si sdraiò di nuovo in letto, attirando con le braccia Alma al suo petto e sussurrandole all'orecchio:

"Se non ti svegli ora, non vedi la meraviglia che c'è fuori dalla finestra"

Lei aprì gli occhi, con il sorriso stampato sulle labbra e le mani che accarezzavano quelle di Andrea, posate sul suo addome.
"Menomale che ci sei te, Breshino"


Bogliasco, 8 agosto 2016

I giorni dopo quella notte erano stati decisamente distruttivi per entrambi.
Alma era disperata, non poteva perdonarsi per quella stupida confessione che aveva fatto al suo migliore amico. D'altro canto, anche lui aveva semi ammesso i suoi sentimenti per lei e non capiva il motivo per cui fosse dovuto scappare via così.
Anche per Andrea non erano stati facili: dopo aver salutato gli altri, era tornato a casa a Milano. A quei tempi pensava di aver fatto la scelta più giusta, sia per lui che per lei, ma solo con gli anni capì che forse poteva gestirla diversamente.
Qualche giorno seguente, Alma aveva deciso di farsi sentire un'ultima volta, nel modo più creativo possibile. Prese un vecchio lenzuolo di sua nonna e con una bomboletta nera ci scrisse sopra:

"Spesso più ricevi e meno dai".

Andò sotto casa di Andrea, a Bogliasco, e lo appese proprio sul muro del palazzo.
Dopo averlo guardato un'ultima volta, con le lacrime agli occhi, posò lo sguardo sulla sua finestra.
Un milione di ricordi le pervasero la mente, ma li scacciò via.
Via per sempre.

ALTAMENTE MIA | breshDove le storie prendono vita. Scoprilo ora