«Fanno due dollari e trentacinque centesimi.» la ragazza apre il suo piccolo portafoglio quadrato contenente una serie di monete. Comincia a contarle per scaricarsele.
A me fa piacere, la gente opta per i pezzi interi per fare più velocemente e ci mette in crisi perché ci manca spesso la moneta di resto.Aspetto che conti il tutto e lo prendo con il sorriso salutandola ed augurandole la buona serata.
Sospiro.
«Eccoci qui, anche l'ultimo cliente è andato.» dico parlando da sola.
Berta è andata a casa da ore e mi sono gestita i clienti in solitudine.Mi avvicino alla porta e la chiudo, fino a domani mattina alle sette non saremo aperti.
«È ora di cena Raquel, che ne dici se ci mangiamo un kebab dal mio amico qua vicino?» Dough è apparso nel locale dopo aver effettuato un sacco di lavori di manutenzione nel retro del locale.
Lavoriamo insieme da un mese e ci siamo rivolti la parola qualche volta, perlopiù un saluto di cortesia, mi sembra strano venga a chiedermi di uscire a cena.«Mi hai chiesto esplicitamente di lasciarti in pace, ho una lettera a confermarlo, come mai mi inviti a cena?» chiedo finendo di contare la somma della giornata nel mio tono più acido.
«Sì... me la sono meritata questa frecciata... voglio darti una spiegazione... in questi giorni ti ho vista diversa Raquel... cambiata... mi sento in colpa per come ho chiuso e vorrei spiegarti tante cose, se sei d'accordo.» non vorrei, non ci tengo ad essere umiliata, è come mi sono sentita nel dover raccontare a tutti i motivi immaginari del perché se ne fosse andato senza conoscerli.
Tuttavia, non ho voglia di tornare a casa dalla mamma.Ha mantenuto la promessa, in un mese si è disfatta di tutto ciò che le ricorda papà e sta cercando di arredare la casa secondo ai suoi gusti, ogni volta, dopo giornate infinite di lavoro, arrivo a casa e mi tempesta di domande riguardanti il mio futuro, offendendosi se preferisco sedermi sul divano con la cena a guardarmi un film.
«D'accordo...» sono così disperata da preferire la compagnia di uno dei miei ex... devo essere davvero caduta in basso.
Chiudiamo il locale e ci spostiamo in fondo alla strada dove Samir ci riconosce e sa già cosa portarci.«Come mai ti sei trasferito qui?
Ricordo che tua madre abitava nel quartiere in cui avevamo prima la casa.» apre la lattina di Coca-Cola e ne beve un sorso, «In totale onestà?
Quando sono scappato da casa nostra, volevo cancellare tutto, anche la più piccola traccia della tua esistenza nella mia vita... mi sono fatto trasferire qui dopo aver trovato un piccolo appartamento nei dintorni per la mia tranquillità.
Dopo qualche giorno ho incontrato tua madre ed abbiamo parlato di ciò che era capitato tra di noi.» sgrano gli occhi, «Mi ha insultato.» sospiro, mamma non cambierà mai.
«Ma ha anche detto che hai la testa dura e probabilmente avresti seguito comunque la tua strada, con o senza di me.» non me lo aspettavo da parte di mia madre.
«Tu?
Ho visto che hai fatto parecchia strada passando all'altra azienda.» annuisco, «Avevo trovato la mia strada.» «E cosa è successo a farti cambiare idea?» Kyler Lewis mi ha spezzato il cuore nel punto dove fa più male.Lo guardo, i suoi occhi scuri mi osservano, le sue braccia sono più toniche del solito, non è cambiato niente di lui.
«Ho capito che non si vive per lavorare ed ho mollato tutto.» alza le sopracciglia, queste probabilmente erano le frasi che avrebbe voluto sentirsi dire quando convivevamo in quella casa.«C'entro qualcosa in qualche modo con questa tua decisione... o è stato quell'altro... Kyler Lewis?» sa proprio tutto, devo dedurre che ha parlato spesso con mia madre.
«Che ti ha detto su di lui?» sospira e gira la cannuccia nella sua lattina, «L'ha visto sotto Natale... mi ha confessato essere il tuo ragazzo e non le piaceva per niente.» chiudo gli occhi, chissà quanto si sarà lamentata mia madre.«Beh... ha vinto lei... è finita, ho sbattuto il naso.» non voglio spiegargli i motivi, non è nessuno per come si è comportato.
La mia frase lascia il silenzio.«Mi dispiace Raquel.» gli lascio vedere un mezzo sorriso, «Doveva andare così Dough.» Samir ci porta la nostra ordinazione completa e comincio a mangiare di gusto le patatine pensando a Kyler, al suo odio forzato verso al fritto che lo ha portato ad operarsi di appendicite, mi riprendeva spesso perché invece me ne sono sempre fregata.
«Io sono qui però.» mi fa riprendere dai miei pensieri.
«Ho sbagliato con te Raquel... avrei dovuto parlarti anziché tenermi tutto dentro e poi scappare da vigliacco.» annuisco, «Avresti dovuto... sì... ma non l'hai fatto e questo ha annullato i miei errori verso di te.» rispondo, con lui non ho più niente da perdere.
«Lo so... ti chiedo scusa, sei così diversa ora, magari stai soffrendo ma hai cambiato espressione da quando hai capito che quella strada, quella del business, è troppo... io... vorrei dimostrarti che quella relazione che avevamo un tempo, massacrata dai tuoi impegni, può esserci ancora e sarà sicuramente più bella.» si avvicina con la sedia, sgrano gli occhi.«Non voglio una risposta subito Raquel... promettimi che ci penserai, non ti voglio perdere.» prova a prendermi la mano ma la sposto afferrando il mio panino.
«Questo non poteva venirti in mente prima di lasciarmi tutti i casini insieme ad una stupida lettera?» rimango fredda, sto troppo male e non per lui.
Quando mi ha lasciata, sulle prime ho avvertito un vuoto ma quando ho conosciuto Kyler, ho scoperto di non provare tutto quello che credevo per Dough.«Ti prego Raquel, dammi una chance di dimostrarti quel che sento.» Sospiro.
«Dimmi che ci penserai almeno.» continua, mi è passata la fame e mi alzo, «È meglio se adesso me ne vado Dough.» non mi risponde, non mi segue, mi lascia spazio.
Percorro a grandi passi il locale dopo aver lasciato la mia parte della cena ed aver salutato Samir, mi dirigo a casa dove mia madre sta cucinando dei biscotti, c'è profumo per tutto il corridoio.
«Eri con Dough.» lo sa.
«Sì, e tu come mai non mi hai detto di essere diventata la sua migliore amica?» appoggia la teglia al forno e si volta in mia direzione, «Agli inizi non mi piaceva, quando è arrivato qui e mi ha detto di aver capito che non lo amavi ed è scappato per farti sbattere il naso contro alla tua vita mondana, ho capito che forse, di tutti i casi umani che mi hai presentato, lui può essere quello giusto... il destino ha voluto farti soffrire per quel coso... e sei tornata qui perché tuo padre non ti avrebbe permesso di lasciarlo perdere, è bastato aspettare.
Raquel, sei la mia unica figlia, ti voglio bene anche se non sembra, voglio solamente il meglio per te, Dough potrebbe esserlo.
Dagli una chance, non te ne pentirai.» non rispondo e salgo le scale chiudendomi in camera.C'è cospirazione ovunque... sembra che tutti sappiano come debba vivere la mia vita e quale sia la cosa giusta per me, sono l'unica a non averlo capito?
Afferro il mio telefono e guardo la chat con Kyler, da oltre un mese non ci stiamo scrivendo.
Ho un colpo al cuore, è online.
In questo momento, seppur mi è lontano, lo sento veramente troppo vicino, mi basterebbe così poco e quelle spunte diventerebbero azzurre e ci potrei parlare azzerando la distanza.Sfioro con il dito la chat e la tastiera si alza.
Chiudo gli occhi. Il cuore mi batte in ogni parte del corpo.- Ciao Kyler...
No.
- Come stai? Io non troppo bene...
No.
- Mi manchi.
Non posso... no... dopo un mese, sono arrabbiata con lui e mi fa male... purtroppo la sua distanza mi sta uccidendo maggiormente.
Non invio quel "Mi manchi." e chiudo la chat scrivendo a Dough.
- Sono ancora molto confusa ma vorrei darci quella possibilità che il mio lavoro ci ha portato via.
Invio senza convinzione ed in pochi attimi la sua risposta arriva.
- Non te ne pentirai, mi farò perdonare.🍀
Non rispondo e riapro la chat con Kyler.
Quel "Mi manchi." è ancora lì ma non è più online.
Lo cancello come dovrei cancellare lui da tutti i miei giorni e ricordi, non è la strada giusta.
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Favorite ▪️Bill Skarsgård▪️
Genç KurguRaquel Miller è una donna che ha in mano il mondo, travolta dalla sfortuna perde tutto e si deve rimettere in gioco. Il primo passo è cercarsi un lavoro, ella infatti trova un posto come segretaria al fianco di un uomo che è tutto eccetto che monoto...