3. NO TRUST, A LOT OF PAIN

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DAMIAN

❄️❄️❄️

Mi allontanai dal sacco da boxe dopo aver tirato l'ennesimo pugno.

Avevo perso la cognizione del tempo da un pezzo, non sapevo da quanto fossi chiuso in palestra.
Srotolai le fasce dalle nocche e il dolore pulsò forte dandomi una scarica di fastidio fino alla spina dorsale.

Sollevai lo sguardo e commisi l'errore di guardarmi allo specchio. Ero un disastro.
I capelli arruffati, le nocche squarciate e le mani sporche di sangue.

Il Damian descritto dalle riviste mondane era lontano mille anni luce da quello che avevo di fronte.

Mi presentavano al mondo come lo spietato amministratore delegato della Archer Security Group, la più grande compagnia di sicurezza di tutto il Paese. Lo scapolo più ambito da tutte le donne dell'alta società, erede di un patrimonio a dieci cifre, nato e cresciuto in una famiglia impeccabile e padre di una splendida bambina di sei anni.

Una vita che tutti avrebbero sognato di vivere, tranne me.

Mi impegnai con tutto me stesso per non guardarmi, ma la sofferenza era un mostro che nemmeno io sarei riuscito a combattere.
Perché proprio io?

Passai lentamente il dorso della mano dalle tempie fino alla mandibola, lasciando che una scia scarlatta mi macchiasse.

Ero sporco, dentro e fuori.

Ma dovevo sopravvivere e per farlo avrei piegato l'intera umanità al mio cospetto. Non potevo impazzire. Dovevo sopravvivere per mia figlia, perché lei era pura e non era colpa sua.
Era tutta colpa mia.

I ricordi riaffiorarono e accesero il fuoco della rabbia, incendiandomi e rendendomi cenere un istante dopo.

Mi avvicinai al sacco da boxe e tirai un altro pugno. Perché proprio io?
Un altro. E un altro. E un altro ancora.

Le luci della polizia, agenti che abbattevano le porte. Siringhe, siringhe ovunque. Il rumore assordante di un pianto disperato.
"È lei." Era lei.

Mi accasciai a terra e massaggiai le tempie pulsanti. Ero stanco, non potevo più sopportarlo.

Mi aggrappai all'immagine di mia figlia per scacciare via gli incubi del mio passato.
Capelli corvini, pelle lattea e occhi dalle mille sfumature del blu.
Il mio angelo, l'estensione della mia anima.

Hailey aveva tutto di me, eravamo così simili che lo destavo e lo amavo allo stesso tempo. Era intelligente, scaltra e fiutava l'odore della cattiveria a mille miglia di distanza.
Era la mia fotocopia, ma solo un particolare la tradiva. Gli occhi.

Quegli occhi, seppur innocenti, erano la mia più grande condanna.

Un fascio delle ultime luci del giorno filtrò dalla finestra e i miei pensieri inaspettatamente intrapresero un percorso diverso.

Pensai a Sydney.

Ricordai l'espressione da bambina imbronciata mentre strappava i fogli dalla sua agenda. L'avevo osservata da lontano per un po' prima di stuzzicarla. Avevo ceduto ai miei istinti ed ero andato da lei. Sbagliai, ma la consapevolezza di commettere un errore non riuscì ad impedirmi di raggiungerla.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 30 ⏰

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