Chiusi gli occhi, lasciandomi avvolgere dal calore delle sue braccia, un calore che mi mancava terribilmente. Era passato tanto tempo da quando mi aveva stretta così, e per un attimo mi sembrò di tornare indietro, a quei giorni in cui credevo che il nostro amore fosse indistruttibile. Lentamente, mi girai tra le sue braccia, mantenendo le sue mani ferme sui miei fianchi. Il contatto con lui era familiare, rassicurante, e mi trovai a cercare il suo viso, accarezzandolo dolcemente. Posi la mia fronte sulla sua, cercando conforto in quel gesto intimo.
"Vorrei tanto perdonarti," sussurrai, con un peso nel petto che mi soffocava. "Non immagini quanto vorrei tornare a quei momenti, quando mi stringevi così... ma ho una paura terribile." I miei occhi lo cercarono, trovando in lui una traccia di quella vulnerabilità che raramente mostrava.
"Amore mio, permettimi di farmi perdonare," rispose con voce soffocata dall'emozione. "Dimmi come posso dimostrarti quanto ti amo davvero. Sofy, tu sei la mia vita, e ti giuro che te lo dimostrerò. Quella scommessa, tutto ciò che è successo prima, era solo un gioco stupido, ma non c'entra niente con ciò che provo per te. Da quel momento in cui il mio cuore ha iniziato a battere per te, tutto è stato reale. Ogni parola, ogni carezza. Non ti avrei mai detto 'ti amo' se non l'avessi sentito nel profondo. Ti darò tutto il tempo del mondo per perdonarmi, ma ti prego, non privarmi di accarezzarti, di starti vicino. Mi mancano queste guance, mi mancano questi fianchi, e soprattutto mi mancano queste labbra."
Le sue dita sfiorarono le mie labbra, e quel semplice contatto mi fece rabbrividire. Senza pensarci, accarezzai le sue labbra, morbide e carnose, quelle labbra che avevo tanto amato e che, nel profondo, ancora desideravo. Annuii, senza davvero fermarmi a riflettere su cosa stavo concedendo. Non era il perdono completo, ma sapevo che dovevo almeno dargli una possibilità, lasciargli lo spazio per dimostrarmi che le sue parole erano vere.
"Sia chiaro," dissi cercando di mantenere un tono fermo, anche se il cuore mi batteva forte. "Non siamo tornati insieme. Ma ti concedo una possibilità per dimostrarmi che mi ami davvero."
In quel momento, lui prese delicatamente il mio mento tra le dita e, senza aggiungere altro, unì le nostre labbra in un bacio. Era un bacio che mi era mancato più di quanto volessi ammettere. Mi strinsi a lui, lasciando che il suo calore mi avvolgesse completamente. Sapevo che stavo rischiando, forse commettendo lo stesso errore di sempre, ma volevo vedere se il suo amore fosse davvero sincero, perché nonostante tutto, una parte di me lo desiderava ancora disperatamente.
Mi staccai leggermente, i nostri occhi si incontrarono, e non potei fare a meno di sorridere a quelle parole. "Non rinuncerò mai a te, farò di tutto per riconquistare il tuo amore." Era impossibile continuare a mantenere quella corazza con lui. Ogni volta che cercavo di respingerlo, capivo sempre di più quanto fosse inutile. La verità era che, senza di lui, ero persa. Solo tra le sue braccia, nei suoi occhi, trovavo quella felicità autentica che nessun altro poteva darmi.
Ma avevo bisogno di prove, di gesti concreti che mi dimostrassero che stavolta era diverso. Non sarei mai riuscita a guarire mantenendomi fredda e distaccata. Dovevo abbassare le difese, permettergli di mostrarmi, attraverso i suoi gesti e le sue azioni, che l'amore che diceva di provare era reale. Solo così il mio cuore avrebbe trovato pace.
Mi strinsi al suo petto, sentendo il suo respiro regolare e il battito forte del suo cuore, e mi accoccolai contro di lui, come avevo sempre fatto nei momenti di vulnerabilità. "Grazie per i fiori," sussurrai, lasciandomi avvolgere dal calore della sua presenza, dalla sicurezza che mi trasmetteva.
Sentii le sue labbra dolcemente sul mio capo, facendomi sentire protetta come non accadeva da tanto tempo. "Non hai ancora visto nulla, piccola," disse con un sorriso, la sua voce bassa e rassicurante.Mi persi nel calore del suo abbraccio, lasciandomi cullare da quella familiarità che avevo tanto desiderato. Il suo respiro calmo e il battito del suo cuore sotto la mia guancia mi davano una sensazione di sicurezza che non avevo più provato da quando ci eravamo allontanati. Per qualche istante, il mondo esterno sembrava svanire, lasciando spazio solo a noi due, come se niente e nessuno potesse interrompere quel momento.
Mi accarezzò lentamente i capelli, quasi come se volesse farmi capire che non aveva fretta, che era disposto ad aspettare tutto il tempo necessario. "Sofy," sussurrò con dolcezza, la sua voce bassa e calda. "Io so di aver sbagliato, so che ti ho ferita... ma questa volta farò le cose per bene. Non voglio solo riparare quello che abbiamo perso, voglio costruire qualcosa di ancora più forte."
Quelle parole mi fecero rabbrividire, non per paura, ma per l'intensità con cui le pronunciava. Dentro di me, sentivo una parte che voleva arrendersi completamente, dimenticare tutto e lasciarmi trasportare da quel sentimento. Ma l'altra parte, quella razionale, continuava a ricordarmi di essere cauta.
Lo guardai negli occhi, cercando di trovare la sincerità che mi aveva promesso. "Non so se sono pronta a fidarmi subito," confessai, la mia voce tremante, quasi impercettibile. "Ho bisogno di tempo... ma una cosa è certa: ti amo ancora. Non ho mai smesso."
Lui annuì, stringendomi ancora di più a sé, come se con quell'abbraccio volesse trasmettermi tutta la forza che sentiva dentro. "Prenditi tutto il tempo che vuoi. Non ti metterò fretta. Sarò qui, sempre."
Chiusi gli occhi, respirando il suo profumo che mi ricordava casa, e mi sentii per la prima volta in tanto tempo sollevata. Il mio cuore, seppur ancora ferito, si stava finalmente alleggerendo.
Ci staccammo con un sorriso sulle labbra, quella sensazione di leggerezza che per tanto tempo mi era mancata si fece sentire. Gabriel osservò il mare di rose attorno a noi e rise, seguito da me. "Il gesto è dolcissimo, ma adesso dove mettiamo tutte queste rose?" chiesi divertita.Scoppiò a ridere, un suono che non sentivo da due anni, e quel semplice rumore mi scaldò il cuore. Era quella risata che avevo amato, la stessa che mi aveva fatto innamorare di lui. "Non ho la più pallida idea," rispose con un'aria giocosa.
"Chiama il fioraio, magari le facciamo portare via," proposi mentre lui prendeva il telefono, facendo il numero e spiegando la situazione.Dopo che il fioraio ci aiutò a portare via tutte quelle rose, la casa sembrava quasi vuota, ma l'aria c'era ancora il loro profumo dolce e avvolgente. Mi fermai a osservare il piccolo vaso che avevo deciso di tenere, come un simbolo di quel gesto, di qualcosa che forse poteva ancora essere salvato tra di noi. Presi una rosa, la portai al naso, lasciandomi inondare dalla sua fragranza. Era incredibile quanto quel semplice profumo potesse riportare alla mente così tanti ricordi – belli, ma anche dolorosi.
Poi lo sentii, improvvisamente: le sue mani che si posavano sui miei fianchi, stringendomi con delicatezza. Il suo corpo caldo contro il mio, il suo respiro leggero sul mio collo. Il mio cuore accelerò immediatamente. Quella vicinanza era al contempo rassicurante e pericolosa, perché sapevo quanto facilmente potevo perdermi in lui. Cercai di nascondere l'emozione che cresceva dentro di me con una battuta, sperando di stemperare la tensione che si stava accumulando."Non te ne approfittare," gli dissi con un mezzo sorriso, ma la mia voce tradiva una sottile tensione. La mia mente mi diceva di restare forte, di non cedere, ma il mio corpo rispondeva al suo tocco con una naturalezza che mi spaventava.
Mi guardò con quel suo sguardo malizioso e sicuro di sé, il sorriso leggermente inclinato, e sussurrò contro la mia pelle: "Non lo sto facendo." Poi le sue labbra si posarono delicatamente sul mio collo, un bacio leggero ma che ebbe l'effetto di far scorrere un brivido lungo la mia schiena, come una scarica di elettricità. Chiusi gli occhi, cercando di non cedere completamente a quella sensazione, ma un leggero ansimo mi sfuggì lo stesso, tradendo il mio autocontrollo."Gabriel... questo no," sussurrai, quasi senza voce. Non potevo permettermi di cedere così facilmente. Se avessi abbassato la guardia in quel momento, tutto il mio sforzo per mantenere una distanza emotiva sarebbe stato vano. Lo amavo ancora, e questo lo sapevo bene, ma non potevo permettermi di lasciarmi andare completamente finché non fossi stata sicura che questa volta sarebbe stato diverso. Che lui era davvero cambiato.
Si fermò immediatamente, mantenendo comunque le sue mani sui miei fianchi. Lo sentii respirare profondamente, come per calmarsi, e poi le sue labbra si avvicinarono al mio orecchio. "Sofy," mormorò con una dolcezza che raramente gli avevo sentito, "Scusami, non volevo forzarti.Rispetterò i tuoi tempi, te lo prometto."Annuii lentamente, appoggiando la testa sul suo petto mentre lui mi stringeva con un po' più di forza, come se temesse che potessi scivolare via da lui da un momento all'altro. C'era una parte di me che desiderava così tanto cedere, tornare a quei giorni in cui tutto sembrava più semplice. Ma sapevo che per ritrovare quella felicità avremmo dovuto lavorare, ricostruire tutto con pazienza e sincerità.
"Grazie per i fiori, Gabriel," mormorai contro il suo petto, permettendomi di appoggiare il mio peso contro di lui. "E grazie per rispettarmi."
Sorrise contro i miei capelli, posando un bacio leggero sulla mia testa. "Non hai ancora visto nulla, piccola," rispose, il suo tono pieno di promesse. E, nonostante tutto, sentii un piccolo barlume di speranza risvegliarsi dentro di me.
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Endless 2
RomanceDa quando Gabriel era uscito dalla sua vita, il vuoto era stato riempito da un'angoscia crescente. Non era solo il suo amore a tormentarla, ma una presenza oscura che sembrava seguirla ovunque. Qualcuno voleva farle del male, e ogni giorno il perico...