"Simo? Broncio, svegliati."
Simone viene strappato via dal sonno che lo ha tenuto rapito per diverse ore, al sicuro dai brutti pensieri e da tutto quello che è accaduto la scorsa sera e che gli ritorna tutto d'un colpo quando la voce di suo fratello arriva alle sue orecchie, un dolore lancinante alla testa si fa sentire e il ricordo di Manuel piomba in modo dolorosamente lento nella sua memoria.
Apre gli occhi piano, cercando di abituarsi in modo graduale alla luce del sole che traspare dalla finestra e allo sguardo preoccupato di suo fratello, che è seduto sul letto con un bicchiere tra le mani.
"Jaco..."
"Eh, ben svegliato. Tieni, prendi questo, aiuta col post sbornia."
Simone si solleva un po' e accetta il bicchiere che gli sta offrendo Jacopo. "Verde."
"Sì, ma non chiedermi cosa c'è dentro, bevi e basta."
Jacopo guarda suo fratello contrarre il viso in una smorfia disgustata, dopo aver assaggiato l'intruglio che gli ha preparato, poi si fa spazio vicino a lui e la rabbia gli passa subito quando Simone si appoggia contro la sua spalla.
"Fa schifo questa roba."
"Ricordalo la prossima volta che vorrai ubriacarti" gli risponde Jacopo a tono. "Simò, ma che me combini?"
Simone sospira un po', sentendosi in colpa. "Scusa. Da quando sei tornato ti sto dando solo problemi, avresti fatto bene a rimanere a Londra."
"Ma scherzi? Anzi, sono contento di essere qui, almeno posso starti vicino. Sempre se me lo permetti..."
"Certo che te lo permetto."
"Sì ma non mi dici le cose."
"Non - non è vero" mente spudoratamente Simone, sentendosi uno schifo. "Sto passando un periodo un po' strano, ma passerà, devi solo darmi un po' di tempo."
"Hai diciotto anni, lo so bene che periodo stai passando. Non sono così vecchio, eh" gli ricorda Jacopo, dandogli una gomitata affettuosa. "Manuel poi mi ha dato un botto di filo da torcere quando siamo partiti per l'Inghilterra dopo il diploma. Pensa che questo intruglio che stai bevendo ho imparato a farlo proprio per lui. Diceva che bere lo faceva stare meglio."
"Che cosa aveva?"
"Boh, non lo so. Credo... ansia per il futuro."
Simone al momento fatica ad immaginare un Manuel fragile, poi dopo quello che è successo ieri sera, non gli importa: al momento non vorrebbe vedere mai più neanche la sua faccia.
"Grazie per non aver detto niente a mamma e papà" la butta lì Simone, distogliendo lo sguardo disgustato dal contenuto del suo bicchiere per fissare invece suo fratello. "Perché non glielo hai detto, vero?"
"No, Broncio. Ma ti assicuro che sarebbero stati abbastanza comprensivi."
"Sì, come no. Soprattutto papà."
"Ehi, guarda che da quando ha smesso di fare il professore e ha avuto la malattia, sembra molto più tranquillo. Alla tua età io ho dovuto sopportare molto di peggio."
Simone sbuffa una risata. "Sì, me lo ricordo. Però tu gli hai dato filo da torcere."
"Non io! Ti ricordo che il mio migliore amico è un delinquente, è sempre stato lui a portarmi sulla cattiva strada."
"E poi ti lamentavi di Andrea all'inizio."
"Proprio perché non volevo che finissi come me!"
Parlano del diavolo, spuntano le corna, perché il cellulare di Simone sul comodino lo avverte di un nuovo messaggio ed è Jacopo a prenderlo per passarglielo. "Tieni, rispondi all'amico tuo che sarà preoccupato. Io vado di là a fare una telefonata."

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Fix a heart
FanfictionJacopo e Manuel, migliori amici da sempre, partono dopo il liceo, lasciando un Simone 15enne col cuore a pezzi. Prima, però, Manuel trova il modo di farsi ricordare. Jacopo e Manuel tornano dopo 3 anni. E ci sarà più di un cuore da aggiustare.