ALBA
Sembrava una giornata come un'altra.
Alba era alle prese con gli ultimi ritocchi dei ritratti della sua imminente mostra.
Era soddisfatta del suo lavoro, e quella che gli si era presentata davanti poteva essere un'ottima occasione per far conoscere la sua arte.
Nella galleria c'era un quieto silenzio.
Alba venne però distratta dal tintinnio della campanella sopra la porta.
Si girò di scatto; in teoria la galleria quel giorno doveva rimanere chiusa per permetterle di ultimare il suo lavoro.
"Alba, scusa non volevo spaventarti ".
Era il signor Rossi, il proprietario della galleria.
"Scusami, avrei dovuto avvertirti. Volevo solo dare un'ultima occhiata prima del grande giorno".
Alba fece un cenno di aver capito col capo e tornò a concentrarsi sulle sue opere.
"Volevo solo avvisarti che ho invitato un paio di amici alla tua mostra, se non è di disturbo. Sono uomini d'arte, un po' come noi e quando ho parlato loro delle tue opere si sono incuriositi".
A queste parole, Alba si irrigidì. Non apprezzava molto gli estranei. Ma il signor Rossi le aveva offerto una splendida opportunità, non poteva definirsi contraria.
"Nessun problema." Era sempre stata una di poche parole.
"Bene. Qui fuori trovi appesa la locandina con la descrizione della mostra. Spero sarà di tuo gradimento. Ci vediamo domani alle 19:00 in punto"
Alba salutò con la mano e tornò ai suoi dipinti.
Alba viveva per la sua arte. Amava ingabbiare nella sua mente gli sguardi altrui, imprimerli dentro di sé pronta per trascriverli su carta; quegli occhi che tanto dicevano, senza dire una parola.
LAURO
A Lauro non era mai piaciuto l'autunno.
Sentiva perennemente una sensazione di nostalgia, la quale veniva accuratamente descritta all'interno delle sue poesie.
Una cosa che odiava più dell'autunno, era trascorrerlo lontano dalla sua amata Francia, in cui ormai viveva da decenni.
Era tornato a Roma sotto richiesta del suo amico Marco, proprietario di una galleria, il quale lo aveva pregato di rientrare per prendere parte ad una mostra di un artista emergente.
Probabilmente Lauro non sarebbe tornato, se la casa editrice a cui aveva inviato la sua ultima raccolta lo avesse richiamato, ma dato che dopo 15 giorni non avevo ancora avuto notizie, decise che un paio di giorni di distacco dalla vita frenetica parigina non gli avrebbero fatto male.
Mentre vagabondava per le vie della città i suoi passi, forse per abitudine, lo portarono davanti la galleria di Marco.
Alzando lo sguardo, incontrò la locandina che promuoveva la mostra di Alba.
Sulla locandina non era esposta nessuna foto dell'artista, ma Lauro rimase comunque colpito dal titolo della mostra.
"Sguardi senza parole"
Quella frase lo attraeva, e si ripromise di dar retta all'amico e di presentarsi l'indomani a questa fantomatica mostra.
Tornò nella sua camera d'albergo continuando a riflettere su quel titolo ambiguo, e su chi mai potesse nascondersi dietro quelle parole.
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La geografia degli sguardi
ChickLit" un vero capolavoro è ciò che nasce dalla fusione di due anime creative " [...] " gli occhi che tanto dicono, senza mai dire una parola "