Solevita
So che mi sono fatta attendere con ansia... Bene, ecco a voi la fantomatica Solevita.
Già, ne dicono di tutti i colori. Dicono che sono una fata dei boschi, o un'elfa a stile Signore degli Anelli. E tante altre minchiate.
Ma cosa più importante. Mi accusano di essere stata complice della morte di Morana.
E devo dire... Chi l'ha dedotto è veramente un genio. Complimenti, questa devo ammettere che era difficile.
Riprendiamo il momento.
Il tizio irrompe a cazzo bella vita di Morana, e le punta addosso la pistola. Okay? Ci siamo?
Si dia il caso che sotto la finestra dalla quale è entrato il mito, c'ero io.
Sarei entrata in gioco solo se ce ne fosse stato il bisogno. Però, ho dato informazioni su di lei. Non ho dovuto neanche fare la stalker, sapevo già tutto.
Grande truffatrice, killer e cacciatrice di taglie. Una vera forza.
Fin quando... Sì, fin quando non ha toccato mia sorella trascinandola qua giù e ingannandola con una stupida promessa. Per cosa lo ha fatto? Per una grossissima somma di denaro.
Cazzo, che stronza.
Ho sempre voluto avere vendetta e non potevo farmi scappare l'occasione.
Quindi dopo aver seminato il caos in giro spacciandomi per lei, ho colto il momento per dare il suo indirizzo al tizio ed è successo tutto.
Nah, non sono una cattiva persona. Sono al limite del passabile. Giusto?
Andiamo, ho solo velocizzato la sua morte, che sarà mai?
<<Ehi! Solevita!>> mi richiama una voce.
'Seraphine.'
Mi giro di scatto ed esibisco il sorriso migliore che mi riesce.
<<Ciao, come va?>> domando innaturale.
<<Bene... Tu? C'è qualcosa che non va?>> risponde con un cipiglio sulla fronte.
'Cazzo, l'ha notato subito.'
<<No, no. È solo che sono molto pensierosa in questi giorni>> sorrido. <<Per caso ne sai qualcosa della morte di Morana?>> sgancia la bomba.
<<Senti... Io... Io non ne so nulla>> butto fuori.
L'aria comincia a mancare e l'ossigeno scarseggiare. La gola si secca in un battito di ciglia. I tic nervosi mi smuovono. Lo sguardo che vaga dappertutto e la bocca in costante posizione rigida.
<<Solevita, anch'io ne sono rimasta afflitta... Ma vedi, è importante parlarne, magari può aiutare>> dice così gentile ed empatica.
<<Sono stata io la complice. Sono responsabile della sua morte>> ammetto.
Mi arriva la consapevolezza che il giorno della mia morte è arrivato. È la mia ora.
<<Perché mai? Perché ucciderla? Era una brava persona>> domanda calma, <<Ed era la mia amica. Come... Come cazzo si può?>> sbotta talmente alterata che le iridi diventano minacciose.
La cosa che mi stupisce di più è che ci abbia subito creduto, quasi qualcuno glielo avesse già rivelato.
<<Non hai pensato alle persone che la circondavano? Non hai pensato a come ci si potesse sentire?>> mi sbraita addosso.