... O forse no

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Tw: suicidio, RCP. 









I battiti del cuore di Manuel iniziano ad accelerare e, di conseguenza, anche il suo respiro si fa più pesante. 

Non può essere ciò che pensa. Il giorno prima era stato tutto il tempo con lui, aveva persino sorriso, l'aveva toccato, avevano pranzato insieme, quindi no, non può essere. 

Cerca di prendere respiri profondi e poi pensa di provare a chiamarlo. Magari è solo scappato, quel vado da Jacopo poteva anche significare andare al cimitero a trovarlo, dopotutto. 

Uno. Due. Tre squilli a vuoto e poi sente la suoneria provenire dall'altra stanza, segno che l'ha lasciato lì. Va in camera e lo sblocca, conosce il codice più o meno da sempre ed è grato per quello. Deve cercare di restare lucido. 

Apre Maps e va sulle ultime ricerche. Seleziona il luogo cercato e...

Il mare.

Perché non ci ha pensato prima? 

Il mare era il luogo dove Jacopo e Simone andavano sempre quando qualcosa non andava. 

Lascia giù il telefono, si veste di corsa, mette il giubbotto ed esce di casa. 

La distanza con la spiaggia era di un chilometro scarso, maps dava quattro minuti a piedi. La casa, infatti, era in una via parallela e interna rispetto al lungomare.

Inizia a correre, Manuel, sperando che Simone non sia andato via da troppo; sperando di trovarlo. 

Quando i piedi arrivano a contatto con la sabbia il percorso diventa sempre più faticoso. Sente i piedi sprofondare in essa. 

È quasi vicino alle onde quando nota il corpo di Simone in acqua. Si toglie il giubbotto e, senza pensarci troppo, si butta nel mare. Non bada alla temperatura fredda, pensa solo ad arrivare accanto a Simone e tirarlo fuori da lì. 

Il volto è rivolto verso il basso, gli circonda il petto, sperando che non sia lì dentro da troppo e inizia a portarlo a riva. 

Non può morire. 

Non può permetterglielo. 

Deve fare qualcosa. 

Solo che Simone è inerme tra le sue braccia. Le labbra tendenti al viola e il respiro inesistente. 

Cerca di fare mente locale e tornare al corso di primo soccorso seguito qualche anno prima. Era uno di quelli aperti alla popolazione, fatti a puro scopo informativo. Ci era capitato per sbaglio e ci era rimasto. 

Trascina il corpo del ragazzo fino ad una parte un po' più asciutta e orizzontale. Recupera il telefonino, apre l'app WhereAreU e fa partire la chiamata, mettendo il vivavoce. 

«Centrale operativa emergenza urgenza, come posso aiutarla?» la voce dall'altro capo del telefono ci mette poco ad arrivare. 

Manuel ha già posizionato le mani una sopra l'altra sul torace di Simone. 

«C'è un— un ragazzo di 22 anni che è an—annegato. Non respira.» Sa già che vedono la sua posizione, quindi evita di dirla e va dritto al punto. 

«Conosce il ragazzo?» 

«S–sì, io sì. È un mio amico» 

«Okay, i soccorsi stanno arrivando, nel mentre deve darmi una mano ad aiutare il suo amico.» Manuel annuisce come se l'operatore potesse vederlo. 

«S–so fare il massaggio— credo» non è certo di quel che dice, ma ricorda le parole dell'istruttore: una persona in arresto è clinicamente morta, puoi solo aiutarla. 

«Allora inizi le compressioni. Mi importa che continui a farle finché non arrivano i soccorritori.» 

Inizia a massaggiare senza nemmeno sentire più la persona che gli parla.
Sente solo un'ultima cosa, perché l'operatore gli chiede una risposta, poi si isola nuovamente mentre comprime il torace di Simone.

Può farcela. 

Deve farcela. 

Ricorda un'altra cosa di quel corso: se non sai che ritmo seguire, canta stayin' alive

Non si rende nemmeno conto se sta cantando ad alta voce o nella sua testa, sa solo che deve continuare nonostante sia faticoso, nonostante vorrebbe piangere. Deve continuare. 

Non può finire così. 

Non deve finire così. 

Simone non può avergli fatto questo. 

Non può essersi fatto questo. 

Simone ha sorriso soltanto il giorno prima. È stato con lui tutto il tempo dopo mesi che non lo faceva. 

Manuel inizia a percepire il freddo della sabbia sulle ginocchia e i panni bagnati solo nel momento in cui i soccorritori arrivano e cercano di spostarlo. Gli parlano, ma le loro voci arrivano ovattate alle sue orecchie. 

Il freddo invade le sue ossa e il corpo di Simone non emana calore. 

«Non fatelo morire— vi prego» supplica, mentre resta inginocchiato. 

Dev'essersi sentito così Simone, mentre Jacopo moriva tra le sue braccia. 

Manuel pensa che la stagione invernale non è mai stata la sua preferita e ora ha solo un motivo in più per odiarla. 



















Note:
Settembre è il mese per la prevenzione del suicidio. Spesso non ci si accorge di nulla, ma è importante la consapevolezza in chi sta intorno a qualcuno che sta soffrendo a livello psicologico.
Il benessere mentale non va sottovalutato, né invalidato.

Lascio qui sotto un'immagine che mi aiuta nei periodi più difficili e che spero possa aiutare chiunque sia nella situazione di Simone.

Lascio qui sotto un'immagine che mi aiuta nei periodi più difficili e che spero possa aiutare chiunque sia nella situazione di Simone

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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 26 ⏰

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