Capitolo 11

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Priya, colei che fino ad allora mi aveva aiutata a far funzionare tutto, aveva messo a rischio la vita di Raegan per chissà quale motivo. Mi ero fidata di lei, avevo seguito i suoi consigli, avevamo pianificato infinite cose insieme ed improvvisamente aveva deciso di compiere un gesto che aveva spazzato via ogni cosa.
Afferrai il cellulare senza pensarci troppo, digitai il suo numero che non avevo salvato per evitare particolari problemi, e la chiamai. Priya rispose subito, senza farmi attendere nemmeno un attimo, quasi come se avesse passato gli attimi precedenti in attesa.

«C'era una terza persona fuori e aveva una buona visuale sulla finestra. Andate a controllare.» dissi, e presto gli uomini eseguirono gli ordini.
Nel mentre, feci cenno a Faith di occuparsi dei due aggressori, mi avvicinai a Raegan e mi sedetti sul materasso senza mai staccare i miei occhi dalla porta.

«Prima che tu possa...» iniziò a parlare, ma la rabbia era tale da farmi ribollire il sangue.

«Per quale assurdo motivo l'hai fatto? Sei impazzita, per caso? Volevi farla ammazzare? Cosa...»

«Se magari mi lasciassi parlare forse potrei spiegarti tutto.» mi disse, con quella solita calma che l'aiutava ad agire senza essere bloccata da emozioni incontrollabili o strani pensieri.

«Parla.» dissi, cercando di non perdere ulteriormente la calma.

«Prima di tutto, ti ho sempre detto che preferisco comunicare tramite gli auricolari ma...»

«Taglia corto.» dissi, infuriata. Bruciavo dall'interno, avevo voglia di spaccare tutto e farla pagare a chiunque avesse cercato di far del male a Raegan; ma era una rabbia strana, vacillante, che scaturiva dalla paura di non rivederla, di perdere la mia fonte di luce. Non volevo tornare ad essere una miserabile, travolta da pensieri macabri, incapace di vedere ciò che la vita ha da offrire. Prima di lei non ero nulla, ero completamente persa, ma con lei stavo imparando a mettere insieme i pezzi e ad apprezzare le imperfezioni.

«In questi ultimi giorni ho notato dei movimenti strani e sono aumentati i tirapiedi senza fazioni. Insomma, sicari a pagamento a cui importa poco della provenienza del denaro, purché sia autentico.» mi spiegò.

«Sì, l'avevo notato anch'io.» dissi, facendola ridacchiare. Non disse nulla a riguardo, semplicemente continuò il suo discorso.

«Non è un segreto il fatto che Raegan non sia morta lì, ma non resta nessuno particolarmente interessato a continuare questa inutile guerra, ad eccezione di un singolo.» continuò, quasi come se stesse cercando di creare suspence.

«Daniel. Non ho mai capito il motivo, ma agisce sempre contro Raegan. Fa buon viso a cattivo gioco, vuole apparire come un uomo d'affari di cui puoi fidarti e con cui puoi collaborare ma in realtà è un pazzo, un sociopatico assetato di potere. Dubito che sia per sua madre, dopotutto...»

«Quindi non sarà una sorpresa per te scoprire che quei due sono stati mandati proprio da lui, no? Ti sei già occupata di loro, immagino.» disse.

«Sì, l'ho fatto. Ma se non avessi notato l'assenza degli altri a quest'ora Raegan sarebbe morta e io avrei smesso di avere limiti.» parlai. Priya rimase in silenzio per un po' ma infine si decise a parlare.

«Ah sì? Di quali limiti stiamo parlando?» mi chiese, con un tono che mi fece intuire che avesse già capito a cosa mi stessi riferendo.

«Finiscila con questa sceneggiata, non ho voglia di giocare. Per quale motivo vuoi rendermi le cose più difficili, eh? Che c'è? Non è abbastanza divertente tutto questo? Deve per forza scorrere sangue a palate per essere una bella giornata?» le chiesi, decisamente agitata. Faith aveva già fatto spostare i due ed era tornata nella stanza.

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