22}Rimembra del passato

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Zoro si trovava immerso in un silenzio irreale nella biblioteca della nave, dove l'oscurità della notte avvolgeva tutto in un'ombra vellutata e i soli suoni udibili erano il debole scricchiolio del legno e il fruscio delicato delle onde che lambivano lo scafo. Con i gomiti poggiati sul tavolo e lo sguardo perso, il suo pensiero si attardava ostinatamente su ciò che era accaduto nei giorni precedenti: il loro primo scontro, la violenza sorda del confronto, le parole acuminate scambiate come fendenti in una danza di rabbia e incomprensione, e infine l'amara rivelazione riguardante quelle pillole che T/n assumeva con una precisione inquietante, quasi ossessiva.

I suoi pensieri, come lame affilate, sfrecciavano attraverso i ricordi: il sapore della collera sulla lingua, il crepitio della tensione accumulata nel suo corpo e il momento esatto in cui era riuscito a spezzare quella routine autodistruttiva. Ma il sollievo era durato un battito di ciglia. Come un'onda che si ritira per poi abbattersi con ancora più forza, quella piccola vittoria si era rivelata solo l'innesco di un'escalation inarrestabile, una sequenza di eventi che li aveva condotti sull'orlo del disastro, e infine alla tragedia.

Le dita callose tamburellavano ritmicamente sulla superficie levigata del tavolo, quasi a voler scandire il ritmo dei suoi pensieri irrequieti. Tuttavia, il suo corpo, pur rilassato in apparenza, era all'erta. La rigidità dei muscoli e il lieve fremito delle narici tradivano l'inquietudine latente e la prontezza innata di un predatore. Fu così che, nonostante fosse così perso nei suoi tormenti, la sua percezione allenata captò subito la presenza discreta ma innegabile che si era materializzata alle sue spalle.

«Chissà cosa succederà ora... mi chiedo se hai riflettuto abbastanza su quello che è successo. Hai fatto un errore imperdonabile, eppure... ti tormenti ancora di più per non capire fino in fondo perché lei prenda quelle pillole. È questo ciò che ti preme, vero?»

La voce di Robin, morbida e vellutata, si diffondeva come un sussurro tra le ombre. Il tono era quieto, ma dietro la cortesia formale c'era un fremito appena percepibile di ironia e una nota di provocazione. La sua mente analitica e il suo intuito infallibile avevano già svelato quello che Zoro stesso si rifiutava di ammettere: il legame che andava oltre la preoccupazione, il sentimento ambiguo che si celava dietro la sua rabbia.

Robin non era lì solo per offrire supporto. Era venuta per sondare, per capire, ma anche per pungolarlo. Per quanto consapevole delle buone intenzioni di Zoro, una parte di lei non poteva fare a meno di sentirsi in collera per il dolore che il suo comportamento aveva inflitto a T/n. La figura del guerriero taciturno, che nella sua ostinata caparbietà si era trovato invischiato in una spirale di equivoci e sofferenza, era solo un'altra variabile in una situazione già troppo complessa.

Zoro rimase immobile, il viso rigido come scolpito nel marmo. Non proferì parola, poiché non ve n'era bisogno. Era conscio delle sue colpe. E per uno come lui, abituato a combattere avversari di carne e ossa, l'ammissione di colpa era una ferita più profonda di qualunque taglio. Robin osservò con attenzione quel volto dai tratti duri, la mascella contratta e gli occhi fissi su un punto imprecisato nel vuoto. Poi, con la sua solita eleganza, si mosse accanto a lui.

Con la grazia e la sicurezza di chi sa muoversi in un campo minato di emozioni senza restarne coinvolta, la donna si sedette vicino a lui. Il bagliore soffuso delle lanterne creava un'aura di intimità attorno a loro, gettando ombre fluttuanti sulle pareti di legno della biblioteca. L'atmosfera era intrisa di un calore avvolgente, ma al contempo tesa, sospesa tra la serenità di quel luogo appartato e il tumulto sotterraneo dei sentimenti che ribollivano sotto la superficie.

Fuori dalla biblioteca, i rumori della ciurma che si preparava a concludere la giornata si mescolavano con il sussurro del mare, creando un sottofondo quasi ipnotico. Ma nulla di tutto questo poteva distogliere Zoro dal pensiero ossessionante della ragazza. T/n. La guerriera imperscrutabile, attualmente sdraiata nella sua cabina, ancora ferita, vulnerabile, e tuttavia così dannatamente distante. Il combattimento con gli uomini di Barbascura aveva lasciato cicatrici profonde non solo sul suo corpo, ma anche nel cuore di chi si ostinava a rimanerle vicino.

Memories    (ZoroxReader)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora