Non avevo capito subito l'ultima frase di Nate, ma quando si mise davanti al cancello e iniziò a sequestrare qualsiasi bottiglia e prendere qualcosa da un vaso in vetro opaco appoggiato su un tavolino accanto, mi avvicinai e curiosai dentro.
Era pieno di buste di preservativi e lui in quel momento ne stava dando uno a un tipo che aveva nascosta addosso una bottiglia di roba alcolica.
Fortunatamente mi avevano tolto il trucco, oppure mi sarebbe colato col sudore freddo che mi riempì la fronte.
Traballai di fretta verso Michael e gli spiegai la situazione.
Sospirò e chiuse gli occhi. «Non si può dire di no a Nate.»
Davo il benvenuto ai miei compagni di scuola e mi domandavo che cosa pensassero di quella specie di scambio, ma non sembravano essere del tutto dispiaciuti. Alcuni ridevano, i maschi si davano il cinque, le femmine arrossivano ma accettavano lo stesso l'omaggio.
Janine, Juliet e Sean arrivarono reggendo in tre un bastone lungo almeno cinque metri, o forse un po' meno. Appena mi videro, le ragazze sgranarono gli occhi, abbandonarono Sean con l'asta e mi si precipitarono addosso senza passare da Nate.
Allargai le braccia ma loro si fermarono, squadrandomi come avevano fatto Chip e Cole.
Di nuovo, mi assalì il senso di disagio della sera prima. C'era ancora qualcosa nel vestito che non andava? «Quindi?» Mormorai, incerta.
«Questo è un modello Versace.» Gridò Janine e si portò le mani alla bocca.
«E le scarpe sono delle Blahnik.» Aggiunse Juliet indicando per terra.
«Versace.» Ripetei. Ricordavo chi era. Quando facevano vedere i suoi vestiti la nonna diceva sempre "le donne non dovrebbero andare in giro con abiti così colorati e corti o gli uomini avranno ogni diritto di toccarle perché sono più vistose dei semafori."
Il vestito era colorato e corto, ma mi stava bene. Mi piacevano le paillettes. Brillavano come le stelle di cui parlava EL nelle sue canzoni. «E quindi? Non è brutto, vero?»
Janine alzò le sopracciglia. «Brutto? Ti sta un incanto! Ma hai presente quanto costa? Te lo ha affittato tuo zio?»
Alzai la mano per indicare secchione, invece, una ragazza che passava me la strinse. Feci lo stesso, anche se non conoscevo quasi nessuno.
«Quanto hai detto che costano?» Domandai un'altra volta per capire quanto avesse speso Michael.
Juliet scosse la testa. «Quell'outfit non costa meno di settemila dollari.»
Mi si piegarono le ginocchia e sprofondai su una sedia accanto. Non trovai il coraggio di dire loro che Michael lo aveva comprato. «Settemila?»
Ero abituata a tirare avanti con la paghetta per la mensa e quelli erano un mucchio di soldi. Secondo i calcoli che facevo con la nonna, ci avremmo fatto la spesa per tre mesi.
E lui mi ha detto che potevo portarlo a scuola!
La musica attaccò dietro di me, Juliet mi superò e prese posto su una sedia accanto al piccolo palco che avevano allestito i ragazzi per suonare.
Michael, a differenza dei suoi amici, era in un angolo, messo a tre quarti e con la testa bassa sulla chitarra, quasi nascosto da Nathan che cantava con Chip.
Mi fermai ad ascoltarli, in quel momento non avevano la faccia da topi di biblioteca, ed erano bravi quasi come gli 'Y●EL●L'.
Presi un lungo respiro, tentando di non farmi influenzare troppo dalla cifra esagerata che avevo addosso e mi rialzai in piedi. «Allora? Che ne pensi?» Chiesi all'unica sorella rimasta.
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Pink Sapphire
Ficção Geral«Anche i tuoi regali devono avere dei nomi complicati. Lo zaffiro però è blu. L'ho visto nei libri». «È uno zaffiro speciale. Si trova solo in India. Invece di essere blu, è rosa. Ma è comunque uno zaffiro». Casa Simmons nasconde un segreto e Juno s...