17. Sono stata brava?

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Ciao stelline 💖vi aspetto su Instagram per commentare insieme il capitolo potete trovarmi come scarlettcooper__ 

Isabelle

Avevo ricevuto il messaggio di Adam alle 13:30 e subito dopo mi ero lanciata in doccia, dovevo lavare e asciugare i miei capelli, fare skincare e truccarmi e in tutto questo non arrivare in ritardo.

Ottimo, ero nella merda più totale considerato la mia lentezza nel prepararmi. Adam aveva detto di odiare i ritardi, non avrei voluto fare una pessima figura già dal primo giorno considerato tutto il teatrino che era accaduto prima di farlo cedere ad aiutarmi in questo maledettissimo esame.

Avevo buttato sottosopra il mio armadio di nuovo per la centesima volta e solo perché non avevo la minima idea di cosa indossare. Desideravo qualcosa che mi coprisse e potesse farmi da scudo quando ne avrei sentito il bisogno. Era per tali ragioni che il mio armadio pullulava di una moltitudine deludente di soprabiti. Uno per ogni occasione, uno per ogni forma di disperazione che avrei voluto celare. In queste ultime settimane il prescelto, il mantello, che mi aveva salvaguardato era stato proprio il mio trench rigorosamente nero. Non indossavo i colori, li amavo intorno a me, ma non su di me. La mia camera era una perfetta dimostrazione di tutto ciò, l'avevo ricoperta di lucine colorate sulla testata nel mio letto, di fiori freschi su ogni mensola, dei miei libri preferiti e candele profumate. Restava un unico quadro storto in quel rêverie ed era il mio armadio: lugubre, maledetto e solitario.

Ci avevo fatto l'abitudine, ero brava a nasconderlo.

Sbirciando l'ora capisco sia arrivato il momento di darsi una mossa, il trucco e i capelli avevano preso fin troppo tempo. Mi sudavano le mani mentre forzatamente le grucce sfilavano fra le mie dita, non volevo sembrare sempre trasandata ma non c'era altro che mi sarebbe poi alla fine stato bene addosso. Celavo la mia figura da tempo immemore da averlo fatto diventare preghiera tutto questo.

Mi fermo su uno dei miei bigotti jeans neri a zampa e su una maglietta altrettanto nera con uno scollo a barca, indosso velocemente il tutto togliendomi dalla visuale dello specchio e ritorno al patibolo.

Insulsa e consumata come sempre, forse i jeans stringono un po' troppo sulle cosce e forse la maglietta che indosso è troppo stretta per le mie braccia. Sospiro e abbasso lo sguardo, non posso crollare proprio ora o finirei per arrivare in ritardo, così chiudo di nuovo la mia prigione ed evito di specchiarmi per inforcare il mio soprabito posto sulla sedia.

Una notifica mi indica l'arrivo dell'Uber che avevo prenotato, non avevo voluto disturbare Lottie questa volta e non volevo prendere l'autobus perché odiavo essere fissata dagli altri. Aggancio la mia borsa in spalla dopo aver spruzzato una buona quantità di profumo e scendo.

È solo una stupida lezione, respira Isabelle.

In questa storia ci sono due cattivi, ma non sarò io a indicarvi la loro foto segnaletica. Finirete per odiare solo uno di essi, l'altro verrà sempre perdonato e mi chiedo solo quanto sciocchi possiate essere. Amate tormentare voi stessi proprio come la nostra Isabelle, che in questo momento preda delle sue paranoie stringeva a sé la sua borsa cercando riparo da una tempesta che lei stessa aveva accesso. Nella mente della nostra principessa c'erano un milione di motivi che le suggerivano di tornare indietro, eppure, diede ascolto solo a una minuscola piccola e ingenua speranza. Lei e Adam avevano già una parte in comune, non ascoltavano mai loro stessi fino in fondo, ma questo avrebbe fatto male solo a uno di loro.

Arrivata di fronte al palazzo di Adam e solo dopo aver pagato la sua tratta, Isabelle si era concessa di fermarsi e prendere un grosso respiro, aveva ancora cinque minuti prima che il tempo scadesse. Il cuore le palpitava in gola e il respiro continuava ad agitarsi, alzò gli occhi solo una volta per osservare sopra di sé e sussultò quando si rese conto della figura che spiccava in alto proprio nell'ultimo appartamento: era Adam che la osservava a braccia conserte dalle vetrate del suo soggiorno.

La Principessa Di FangoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora