Capitolo 22

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"Non sono certa di avere la forza per apprendere qualcosa di nuovo oggi

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"Non sono certa di avere la forza per apprendere qualcosa di nuovo oggi."

Ero distesa sul pavimento e il freddo proveniente dalla pietra mi aiutava a raffreddare il bruciore che si riversava nei muscoli del mio corpo. I continui allenamenti mattutini iniziavano a pesare e non mi era concesso neanche un giorno di riposo per riprendermi dal dolore che sentivo nelle articolazioni ogni qual volta apprendevo una nuova posizione o una nuova tecnica.

Ero assonnata, stanca, e mi limitai a fissare pigramente la linea trapezoidale del soffitto dove mi trovavo in compagnia di Costanza.

Avevo già visto diversi ambienti come quello, che contenevano ampie vasche ricolme d'acqua alimentate da antichi acquedotti sotterranei. Era proprio da questi bacini che le case nobiliari in superficie potevano attingere all'acqua per gli usi quotidiani. La sala dove ci trovavamo doveva essere sicuramente la più grande per estensione.

Costanza era posizionata a poca distanza da me, seduta con le gambe incrociate che si intravedevano appena sotto l'ampia gonna del vestito blu scuro. Eravamo vicinissime al bordo di quella vasca, a cui mi ero accostata inizialmente con un lieve timore non sapendo nuotare. La posizione in cui sedeva la mia amica però non sembrò soddisfarla perché continuava a muoversi, a spostarsi, senza trovare pace. Alla fine, si abbandonò ad un sospiro sconfortato e ruotò il busto quel tanto che bastava per intercettare il mio sguardo. Ero ancora distesa e non collaboravo.

"Stai tranquilla, non ho intenzione di farti fare nulla di complicato." Mi disse. "Visto che hai dolore ad ogni muscolo del corpo, è il momento giusto per dedicarci alla meditazione."

Sollevai un sopracciglio scuro ma i miei occhi continuavano a fissare il soffitto sopra di me. Stranamente, oggi avevo deciso di indossare il ricambio degli abiti che utilizzavo per allenarmi in palestra. Un pantalone a gamba larga, marrone, ed una camicia color panna di pessima qualità, ma utile per lo scopo. Avevo preso l'abitudine di avvolgere il seno in una fasciatura stretta che mi aiutava a rimpicciolirne il volume, ma, soprattutto, a nasconderlo quando il sudore rendeva la camicia eccessivamente aderente e trasparente.

"Meditazione?" mi sfuggì un sorriso nel ripetere quella parola. "Posso meditare anche dormendo?"

Costanza sbuffò e mi lanciò un'occhiata che volutamente non intercettai.

"Alzati subito da lì e siediti accanto a me!" insisté ed il suo tono era radicalmente cambiato, divenendo serio e imperioso. Un no come risposta non era assolutamente contemplato.

Chiusi gli occhi mentre cercavo di trovare la forza per riprendermi da quello stato di torpore in cui avevo abbandonato le membra. Il freddo della pietra mi aveva aiutato col dolore, ma ero certa che, non appena mi fossi sollevata, i muscoli sarebbero tornati a tormentarmi. Riaprii lentamente le palpebre e, con un lamento, mi costrinsi a fare leva sulle braccia per mettermi seduta accanto alla mia amica.

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