17.Gabriel

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La mattina seguente aprii lentamente gli occhi, ancora intorpidito dal sonno, con la mente annebbiata e il corpo ancora rilassato dalla notte passata. La prima cosa che notai fu la luce soffusa che filtrava attraverso le tende, ma subito dopo mi concentrai su ciò che avevo davanti: lei, accoccolata tra le mie braccia. Aveva il volto rivolto verso di me, gli occhi svegli e brillanti che mi osservavano con un'espressione dolce e appagata. Le sue labbra si piegarono in un sorriso tenero appena si accorse che ero sveglio. I capelli, ancora un po' arruffati, si spargevano morbidi sul cuscino, creando un'aura dorata attorno al suo viso.

Era così bella. Sembrava perfetta in quel momento, con le guance leggermente arrossate e il corpo ancora avvolto dal tepore delle coperte. Sentii il suo respiro regolare sfiorare la mia pelle, e il calore del suo corpo accanto al mio mi fece desiderare di restare lì per sempre, a godermi quel contatto intimo e rassicurante.

"Buongiorno, amore," sussurrò piano, la sua voce era dolce e morbida come un sospiro. Si avvicinò un po' di più, colmando la distanza tra di noi, e mi sfiorò le labbra con un bacio leggero. Sentii il suo profumo familiare e il suo tocco delicato. "Buona Vigilia," aggiunse, e prima che potessi rispondere, cominciò a riempirmi di piccoli baci su tutto il viso. Le sue labbra morbide si posarono sulle mie guance, poi sulla fronte, sul naso, in una sequenza rapida e leggera che mi fece ridere piano.

"Buona Vigilia a te, Rapunzel," mormorai ridendo. Non riuscivo a trattenermi. Con una mano le presi dolcemente il viso e la tenni lì per un attimo, giusto il tempo di strofinare il mio naso contro il suo. Era un gesto piccolo, ma la sua risata calda mi fece capire quanto le fosse piaciuto. Sentii il suo corpo vibrare di felicità contro di me, e tutto sembrava perfettamente a posto, come se nient'altro importasse.

"Hai dormito bene?" le chiesi, tirandola ancora di più contro il mio petto, fino a sentire il battito regolare del suo cuore. Le accarezzai i capelli con delicatezza, lasciando scorrere le dita tra le ciocche morbide e setose. Mi piaceva quel contatto intimo, quel semplice gesto di affetto.

"Con te dormo sempre bene," rispose lei con un sorrisetto compiaciuto. I suoi occhi si socchiusero un po' mentre mi guardava, come se volesse imprimere quel momento nella memoria. La sua voce era un sussurro dolce, appena udibile, e le sue dita si mossero lente lungo il tessuto della mia maglia, disegnando cerchi distratti sul mio petto. Un gesto piccolo, ma pieno di intimità. La guardai, perdendomi nella sua espressione serena. Aveva l'aria di chi si sente completamente a casa, sicura e protetta.

Restammo così per qualche minuto, senza dire altro. Non c'era fretta, né bisogno di parlare. Il silenzio era piacevole, spezzato solo dai nostri respiri tranquilli. La osservai mentre si rilassava tra le mie braccia, con quel sorriso leggero che non le abbandonava mai le labbra. Non potevo fare a meno di ammirare ogni piccolo dettaglio: la curva delicata delle sue labbra, le ciglia che tremolavano appena, il modo in cui il suo corpo si adattava perfettamente al mio, come se fossimo fatti per stare così.

La strinsi di più, lasciandomi andare a quel momento. Era lei, il mio mondo intero, lì tra le mie braccia. E in quel momento non desideravo altro che restare così, a guardarla, a sentire il suo calore contro di me, e a godermi la pace che solo lei sapeva darmi.

La baciai ancora una volta, assaporando la morbidezza delle sue labbra. Poi mi allontanai a malincuore e mi tirai su dal letto, cercando di non svegliarla del tutto. Mi ero già organizzato mentalmente su cosa fare quella mattina. Avevo in mente un regalo speciale per Sofia, qualcosa che ero certo avrebbe adorato. Sapevo quanto fosse importante sorprenderla e volevo fare tutto per renderlo perfetto.

Ma appena cercai di alzarmi del tutto, sentii le sue braccia che si strinsero attorno al mio busto, trattenendomi. "No, rimani qui," disse in tono piagnucolante, tirandomi a sé con delicatezza. Mi voltai e la vidi con gli occhi ancora assonnati, le guance lievemente arrossate per il calore delle coperte e un'espressione dolce sul viso. I suoi capelli erano arruffati e si spargevano sul cuscino come un'aura dorata. Sembrava così piccola e indifesa in quel momento che mi venne voglia di restare lì con lei, a coccolarla e a godermi la sua vicinanza.

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