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Nel tardo pomeriggio vanno a casa della nonna.

Il nonno li sta aspettando, seduto su una sdraio in giardino, sotto l'ombra del pesco, con alcuni attrezzi tra le mani. I carnosi fiori rosa contrastano con la sua pelle secca e rugosa. Lui è un po' più vecchio della nonna. Ha il viso segnato dal sole e dal vento, per le tante giornate passate a pescare, e girovagare in mare col suo gommone. Gli occhi sono due fessure azzurre, ma la bocca è un sorriso meraviglioso.

«Nonno!»

«Ragazzo mio! Sei sempre più lungo, tra un po' mi porterai tu in braccio».

«Che cosa fai?»

«Metto a posto la cassetta degli attrezzi da pesca, preparo gli ami per domani, e faccio un po' di pulizia di vecchia robaccia».

«Vuoi che ti aiuti?»

«Non stare a perdere tempo con un lavoro da vecchi. Andiamo a fare un giro col gommone, piuttosto».

«Sì, dai!»

«Papà, ma sei già stato fuori tutta la mattina...», commenta la mamma di Ernesto.

«Carolina, figlia mia, è domenica... non voglio fare come quei vecchi dei miei amici, che pensano soltanto a lavorare, mangiare e guardare la tv».

«Giusto, nonno», lo spalleggia Ernesto.

«Il mio uomo è così, quando è in casa è un'anima in pena, quando pesca o va in barca, ritorna un bambino, vero Mario?», commenta la nonna.

«Hai ragione, Giada».

«A proposito, papà, ti saluta Piero, dice che non ti fai mai vedere».

«Ah, il Piero, quel vecchio raccatta cianfrusaglie... più tardi passo a trovarlo».

«Saluta anche te, mamma».

«Ora basta con tutti questi saluti», scherza il nonno, «andiamo, Ernesto... il mare ci aspetta».

«Non andate lontano».

«Ma no, Carolina, non ti preoccupare... facciamo soltanto un giretto».

Dalla stretta pedana in legno, in un angolo del porticciolo, Ernesto e il nonno saltano sul gommone rosso, fornito di un bel Hooper da quaranta cavalli. Il nonno slega gli ormeggi, accende il motore e fa partire la barca. Il mare è calmo, il sole non è ancora basso nel cielo. Il gommone avanza lento, tra le barche ormeggiate, ed esce dal porto. Il nonno accelera e la barca si impenna un po', mentre le case e le barche si allontanano alle loro spalle.

«Vieni, Ernesto... vuoi guidare?»

Il nonno lo fa sedere sulle ginocchia e gli tiene le mani sul timone.

«Tienile così, curva poco alla volta, bravo, così...»

Poi gli mette la mano destra sulla leva dell'acceleratore.

«Così acceleri... fallo pian pianino, così rallenti. Se vuoi frenare, metti in folle».

«Va bene, nonno».

«Così, bravo...»

«Che bello, va proprio dove voglio io...»

«Certo... è facile, e ora acceleriamo un po'».

Il nonno gli lascia le mani, sta guidando da solo. Ernesto prova una bellissima sensazione di forza e pace, mentre il gommone rosso rimbalza sulle onde. Bianchi spruzzi d'acqua, tagliata dal vento, sbattono sul parabrezza, e fresche gocce di schiuma gli inumidiscono il viso e i capelli. I gabbiani li seguono veloci, volando sopra le loro teste.

Ernesto e il pirata Jonathan - Il cuore e la stellaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora