I swear

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Paura.
Un istinto primitivo, colei che ha permesso di compiere atti orrendi nei secoli, quell'emozione che fa perdere il controllo offuscando anche la mente del piú saggio.
La paura.
Fra tutte le parole, anche le piú atroci, Patroclo riusciva a pensare solo a quella.
Si udivano urla, volti pieni di orrore, il dolore che penetrava nelle membra come una lancia; era il caos.
Le donne correvano in ogni dove all'interno del campo mentre i valorosi guerrieri cadevano uno dopo l'altro come soldatini di piombo e le urla del sacerdote che implorava qualche dio.
L'orgoglio di Achille li avrebbe fatti uccidere tutti e Patroclo lo sapeva molto bene; pensó al racconto dell'anziano della sera precedente, di come la regina Cleopatra fosse riuscita con le sue suppliche a far crollare l'orgoglio di Antonio.Non c'era altra soluzione.Doveva tentare la sorte.
A grandi passi e con il respiro mozzato si accorse verso Achille, il quale godeva dello scenario cruento e si gustava ogni attimo della sua vendetta, Patroclo con il viso rosso per lo sforzo lo chiamó, con una voce che stentava a riconoscersi in mezzo alle urla.
"Achille, ti prego ferma questo massacro" disse piú come un ordine che una supplica.
"Patroclo, sai bene che non posso farlo, ho fatto una promessa" disse.
"Le promesse sono vane se portano alla sofferenza, l'orgoglio ti sta uccidendo, ci sta uccidendo tutti".Ma Achille non si scompose, i suoi occhi erano profondi e impenetrabili come il piú pericoloso dei mari in tempesta; allora Patroclo gli si inginocchió davanti ed inizió a piangere.
"Patroclo non chiedermi questo, cosa ne sará della mia gloria? ho dato la mia vita, non posso gettare tutto, non morirò per niente!"
"Ma non capisci" continuó in lacrime "Come pensi che verrai ricordato nei millenni? Ascolta! uomini e donne innocenti stanno morendo, uomini che conoscevi e ritenevi tuoi amici! se non vuoi farlo per loro fallo per me"
In quel momento gli occhi di Achille indulgiarono.
"Non puoi, non dimostreró quanto io tenga a te in questo modo".
Patroclo in preda alla disperazione cacciò un urlo soffocato e poi rispose :-"Manda me! consegnami la tua armatura, non sapranno mai che sono io" disse quasi farneticando.
"Ma tu non sai combattere" il volto di Achille era teso e preoccupato.
"Non sará necessario, temono cosí tanto l'eroe acheo che scapperanno prima che io mi avvicini".
Achille stava per rispondere ma Patroclo lo fermó :-"Non mi accadrá nulla di male" disse e con il palmo della mano sfioró il volto del suo compagno.
Si guardarono negli occhi e si scambiarono un lungo bacio, con le fronti unite e i nasi che si sfioravano.
"Torna da me presto, giuramelo" disse Achille;
Patroclo lo fissó dolcemente e rispose in un sussurro dolce e lento.
"Lo giuro".

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