Capitolo 4

1 0 0
                                    

William's Pov

<<Visto che parlare con la Allen non ha funzionato, puoi sempre provare a parlarne con Julia. Magari riesci a farle cambiare idea, così potrai fare il tuo musical e smetterai di romperci il cazzo!>> esclama Zak, esausto, addentando il suo sandwich.

E' lunedì, siamo in mensa e mancano due ore all'inizio delle prove. Dire che sono impanicato è dire poco. È da venerdì scorso che ci penso, a come risolvere questa situazione. E sono, quindi, tre giorni di fila che continuo ad assillare i miei amici, su cosa fare e come uscirne fuori. Non esiste che io canti e reciti nel musical con la Morrison.

E l'idea di Zak non è per niente male.

<<Quindi, oltre a sparare stronzate tutto il giorno per tutti i giorni, a volte dici cose che hanno un senso compiuto.>> dice Benjamin, per poi allungare la mano destra a Zak, seduto di fronte. <<Sono colpito.>> Anche Zak allunga la mano destra, e se la stringono.

<<Grazie, amico. A volte l'ultimo neurone che mi rimane si mette in moto, e va: naviga per infiniti cosmi e spazzi temporali, e...>> Zak, però, viene interrotto nel suo discorso, quasi filosofico, da Charlie. <<Vi prego, prima che gli tiri un pugno e gli rifaccia il naso.>> Si prende il ponte del naso con l'indice e il pollice. <<Ricordatemi, o meglio, datemi almeno diciassette ragioni del perché si siede ancora con noi, esce con noi o perché riesce a respirare ancora la nostra stessa aria.>>

Mi spiace Charlie, me lo chiedo pure io a volte.

Scoppiamo tutti a ridere, tranne Zak, che la guarda imbronciato. <<Sai, Charlotte, non sei per niente simpatica. Anzi, nessuno di voi lo è. Dovreste essere grati del fatto che io vi onori della mia presenza.>> esclama, il tono offeso.

Ovviamente stiamo scherzando. Più o meno sono cinque le volte a settimana che la drama queen che è in lui esce fuori, e noi purtroppo non possiamo fermarla. È più forte di lui e di tutti noi messi assieme.

Scoppiamo di nuovo a ridere. <<Sai quale onore, vostra drama-maestà.>> lo sfotto. Mi diverto un sacco a prenderlo per il culo, ma è sempre stata una cosa reciproca. Schiocca la lingua sul palato. <<Va bene, allora, se è così che la mettete.>> si alza di scatto, la sedia strina sul pavimento. <<Io me ne andrò.>>

Ridiamo tutti quanti, e quando se ne sta per andare si ferma, rivolgendosi poi a me. <<Beh, William, se avevi intenzione di lamentarti per tutto il giorno del fatto che non farai il musical con Jayleen...>> si gira, lanciandomi un'occhiata veloce, ed indica un punto verso le porte della mensa <<Ecco a te, servito su un piatto d'argento, la fonte dei tuoi problemi.>>

Sposto lo sguardo verso le porte, ed è lì che la vedo.

Julia Jill Morrison, accompagnata dalla sua amica rossa, che si dirige verso il bancone dove viene distribuito il cibo. Si muove, però, come se avesse una pistola puntata alla testa. Sta parlando con la rossa, guardandosi in giro.

In effetti non sono l'unico che la sta guardando: qualche altro studente la sta studiando, chi incuriosito e chi quasi... invidioso?

Sinceramente non ho la più pallida idea del perché dovrebbero essere invidiosi di lei.

Non sarà alta come una modella, ma non si può definire nemmeno uno gnomo. Ora che la guardo meglio sembra pure dimagrita, rispetto agli ultimi anni.

Mette in mostra i denti bianchi in quella che sembra una smorfia. Di certo l'espressività non le manca: nonostante non stia urlando, mentre parla con l'amica, sembra che il suo viso abbia i sottotitoli.

The Final MusicalDove le storie prendono vita. Scoprilo ora