Capitolo18 .Waiting for her here

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Vado avanti ogni giorno senza dimenticare le sue parole, vorrei tanto che fosse vero, io e Ian non facciamo altro che Limonare o fingere di fare gli innamorati davanti a lui, mi viene da vomitare al solo pensiero di ferirlo realmente dentro.

"Oggi pomeriggio parto per l'Australia mi accompagni in aeroporto?" domanda tramite telefono mentre sento di sottofondo un rumore strano.
Io: "A che ora?"
Nate: "Alle 15"
Mi dice di trovarci a casa sua, non so il motivo per cui parte, a volte ho paura di sembrare invadente nella sua vita quando in realtà voglio solo far parte di qualcosa di suo.
Finisco di studiare le ultime 20 pagine di Drammaturgia, e mi vesto velocemente.
L'aria fresca di questo pomeriggio è insolita, percepisco in questa freschezza qualcosa di strano, il mio corpo sembra che voglia correre verso di lui come una calamita.
Busso la porta con forza come fa sempre lui da me la mattina presto quando ancora dormo, la porta si apre velocemente, non posso non farlo quindi mi fiondo tra le sue braccia a peso morto stringendolo forte.
"Mi fai male" dice accarezzandomi la testa con una mano.
Io:"perché so sempre tutto all'ultimo momento?" Mi lamento guardando una valigia enorme alle sue spalle, "sembra che stai via un anno".
Nate:"beh ecco, sto via un mese, ho finito gli esami, mi manca solo la tesi e ho bisogno di liberare i pensieri che invadono la mia mente".
Io:" un mese?" Bisbiglio mentre il mio cuore soffoca quasi fermandosi.
Nate:"non peggiorare le cose, dispiace pure a me lasciarti qui sola, anche se sola non sei, mia mamma ha bisogno di me, ho bisogno della mia terra" cerca di spiegarmi come se m'importasse realmente del motivo per cui se ne va per così tanto tempo.
Saliamo in auto, Alex ci accompagna all'aeroporto che dista un ora da casa sua, il silenzio fa rumore in quest'auto , l'unica cosa che si sente oltre al motore è una canzone alla radio "Demons".
"Bella questa, alza un po'" urlo saltando sul sedile posteriore mentre Nathaniel fissa fuori dal finestrino.
Chissà a cosa sta pensando.
Chissà se sono io quel pensiero.
Chissà se è gli mancherò.
Chissà.... Chissà.... Chissà....
"Arrivati" esclama Alex accostando vicino all'entrata.
Io:" aspettami qui"
Alex:"devo portare la valigia?" Domanda cordialmente.
Nate:"no grazie ci penso io" lo ringrazia stringendogli la mano sorridendo.
Camminiamo fino all'ultimo corridoio, dove le nostre strade si separeranno per così tanto tempo, sembra un'eternità quando in realtà sono solo 31 giorni esatti che per molti voleranno tranne che per me.
"Payton io devo dirti una cosa" sussurra guardandomi con occhi tristi e sorriso morto, "ti voglio bene, non scordarlo, qual cinque cosa accada".
Una lacrima riga il mio viso, lo abbraccio forte mandando i nostri cuori a ritmo, vorrei spingere le lacrime in su, nasconderle per non mostrare la mia debolezza.
"Non fare così" sussurra al mio orecchio dolcemente.
Non rispondo, non voglio parlare, non servono in questo momento, sono i gesti a dar forma a qualcosa di vero, la voce muta del nostro corpo non della mente.
Nate:"smettila" esclama prendendomi il viso tra le mani per costringerlo a guardare.
Mi asciuga una lacrima con il pollice della sua mano sinistra, il suo tatuaggio esce dalla manica della felpa grigia, non riesco a fissarlo quindi abbasso lo sguardo ma appena lo faccio le sue labbra incontrano le mie.
Un bacio.
Il nostro bacio, quali che ho sempre desiderato.
Apro lentamente le labbra per unire le nostre lingue, è una sensazione meravigliosa, il tempo si ferma lasciando spazio solo a noi.
Un bacio, un'altro e un'altro ancora, senza sosta, come se dovessimo recuperare il tempo perso.
"Signore tra poco parte l'aereo" sentiamo dire dalla signora che passa i biglietti nella macchinetta.
Ci guardiamo l'ultima volta, le mani si sciolgono tra loro, il puzzle si sta dividendo in due pezzi che non so tra quanto si incontreranno per unirsi ancora una volta.
Resto ferma guardando il corridoio ormai vuoto, la sua assenza è già devastante, passano 15 minuti abbondanti prima di tornare nel mondo dei sogni, Il cellulare squilla nella tasca facendomi tornare in me.
"Waiting for her here..."

If we cease to believe in love, why would we want to live?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora