Era arrivato, quel giorno che tanto aspettavamo era arrivato. Ansia, paura e gioia erano i sentimenti protagonisti di quel giorno. Così,per emozione e curiosità, provai ad alzarmi, ma inciampai. mi dimenticai del tutto di quanto non fossi stata in movimento, e di quanto camminare adesso fosse difficile. Quindi caddi a terra, e quella sottospecie di "comandanti spaziali", mi buttarono giù dalle scalette taglienti della navicella, in un fare così violento che persi i sensi. Cavolo! proprio ora che avevo superato il viaggio, mi dovetti domandare se morire adesso ne valesse la pena!.
Non riuscivo a muovermi, la mia vista era annebbiata, le mie gambe sembravano volersi staccare, la mia testa scoppiava e il mio stomaco cominciava a mugugnare. Le mie labbra poi vennero bagnate da della pioggia "acida".
Alla mia destra sentivo una voce familiare, che si avvicinava sempre di più a me. In modo soffocato riuscii sentire Nick. Stava urlando il mio nome, e il nome di un'altra ragazza: Beatrix.
Avrei voluto dirgli che ero lì. Ma non ci riuscivo. Volevo alzarmi e aprire gli occhi, ma i miei muscoli sembravano lacerarsi a ogni minimo movimento. I suoi passi per fortuna si fecero sempre più vicini. In un attimo mi sentii raccogliere, mi sentii salva. Successivamente mi fece abbandonare quell'appiccicoso e bagnato suolo, per poi trasportarli in un caldo e silenzioso posto.
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Bruciare
Ciencia FicciónEra una comune mattina del 4561, Renè era sola in casa, e dalla finestra osservava i bambini giocare divertiti con le loro enormi tute anti UV, senza sapere che tra meno di 8h loro non si troveranno più su quello strano pianeta chiamato Terra, ma si...