Scesi giù in salotto e l'aroma del sugo che sobbolliva sul fuoco mi colpì subito. Marlene era in piedi accanto ai fornelli, con una mano impegnata a mescolare lentamente la salsa e l'altra appoggiata sul fianco. Indossava il suo solito grembiule a quadretti rossi e bianchi e sembrava immersa in quel ritmo familiare, come se cucinare fosse l'unico modo per far scorrere il tempo senza pensieri.
"Buongiorno, Gabriel è già uscito?" domandai con tono morbido, mentre mi legavo il grembiule bianco intorno alla vita. Volevo aiutarla un po'.
Marlene si voltò e mi sorrise affettuosa. "Buongiorno, tesoro. Sì, è appena andato via. Ti va di aiutarmi ad assemblare i tortellini fatti in casa?"chiese, sollevando un sopracciglio come se aspettasse che mi tirassi indietro.
Gettai un'occhiata al tavolo. Era tutto pronto: la sfoglia era stesa con cura, il ripieno di carne profumava di spezie e ogni angolo era ordinatamente organizzato. "Non facevi prima a comprarli già pronti?" azzardai, andando a sedermi di fronte a lei.
"Oh, quelle sono solo schifezze confezionate." rispose con sdegno, come se l'idea di comprare tortellini al supermercato fosse un oltraggio alla cucina italiana. "Qui abbiamo prodotti naturali, amore mio."Raccolse un pezzetto di sfoglia e mi mostrò con pazienza come piegarlo intorno al ripieno, schiacciandolo delicatamente con le dita.
Sbuffai, osservando la precisione dei suoi gesti. "Ma anche questi ingredienti sono confezionati." replicai con un sorrisetto, divertita dalla sua devozione assoluta per il cibo fatto in casa.
Marlene mi lanciò un'occhiata severa, ma non riuscì a trattenere un piccolo sorriso. "Sofia! Che vogliamo fare?! Forza, su, non perdiamo tempo!" esclamò con la voce un po' più alta del normale, come faceva ogni volta che qualcuno osava contraddirla in cucina.
Scoppiai a ridere. Ogni volta che si arrabbiava per queste piccolezze, le sue guance si arrossavano appena, e quel tono da "generale" la rendeva ancora più simpatica. Mi sedetti e cominciai a sigillare i tortellini uno dopo l'altro, imitando i suoi movimenti precisi. Mi concentravo nel cercare di chiuderli come lei, senza lasciare spazi d'aria, riponendoli poi con delicatezza nella grande ciotola di ceramica."Così va meglio?" le chiesi, mostrandole orgogliosa uno dei tortellini.
"Non male, ma stringi di più qui agli angoli." rispose, puntandomi il dito contro. Fece una piccola smorfia divertita, poi si avvicinò e si chinò su di me, sistemando il mio lavoro con un tocco veloce e sicuro.
Risi di nuovo, godendomi quei piccoli momenti di complicità. Mentre assemblavamo tortellini in silenzio, il ticchettio dell'orologio a muro e il borbottio del sugo sembravano accompagnarci in quella quieta routine, facendomi dimenticare, almeno per un po', tutto il resto.
"Allora, con Gabriel? Va tutto bene?" mi chiese Marlene, sollevando la piccola tra le braccia. Grace stringeva un biscotto mezzo sbriciolato, con le guance imbrattate di briciole e gli occhi che brillavano di curiosità. Era così tenera che non potei fare a meno di sorridere.
"Sì sì, tutto alla meraviglia." risposi in fretta, sentendo le guance che iniziavano a scaldarsi. Cercai di abbassare lo sguardo per non farle notare quanto fossi imbarazzata, ma era troppo tardi.
"Guarda come arrossisce!" esclamò Marlene, ridendo dolcemente. Si avvicinò alla piccola, che la osservava con i suoi grandi occhi, e disse con voce affettuosa: "È proprio innamorata di tuo fratello , eh? Vedi?"
La bambina mi guardò curiosa, poi tornò a mordicchiare il suo biscotto con una concentrazione quasi comica. "Tantissimo." risposi io, cercando di sorridere mentre continuavo a piegare i tortellini e a riporli nella grande ciotola bianca al mio fianco.
Marlene mi lanciò uno sguardo complice, divertita dalla mia reazione. "Ah, come sono carini i giovani innamorati!"continuò a stuzzicarmi, dondolando la bambina da una parte all'altra. "Ma Gabriel è fortunato, sai? Sei proprio una brava ragazza."
Non sapevo cosa rispondere, così rimasi in silenzio, concentrandomi sui tortellini. Ero consapevole che il mio sorriso tradiva l'agitazione che sentivo dentro. Gabriel non era affatto facile da gestire, ma momenti come quello mi facevano dimenticare ogni difficoltà.Le ore passarono lentamente, tra risate e chiacchiere con Marlene, fino a quando il suono delle chiavi che giravano nella serratura attirò la mia attenzione. Alzai lo sguardo e vidi il viso di Gabriel spuntare dallo stipite della porta. Era un'immagine familiare che riusciva sempre a farmi battere il cuore più forte, come se fosse la prima volta che lo vedevo.
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Endless 2
RomanceDa quando Gabriel era uscito dalla sua vita, il vuoto era stato riempito da un'angoscia crescente. Non era solo il suo amore a tormentarla, ma una presenza oscura che sembrava seguirla ovunque. Qualcuno voleva farle del male, e ogni giorno il perico...