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<Mi spiegate che cazzo vi passa per la testa a tutti e tre?> ci urla contro dopo averci fatti entrare dentro camera sua e aver chiuso la porta, gli zii non ci sentono perché hanno la camera dall'altro lato della villa

<Ho bevuto, forse anche troppo> ammetto tenendo lo sguardo fisso a terra

<Forse? Direi anche oltre il troppo>

<Xavier per piacere> inizia mio fratello, ma l'altro è talmente furioso che non riusciamo a calmarlo, i suoi tatuaggi sui bracci spiccano sopra le sue vene in risalto per il nervoso, e altri li tiene sui pettorali sotto la felpa che indossa, ma il tatuaggio per lui più importante e anche il primo che si è fatto fare è il mio nome sopra il cuore, cosa che mi ha fatto piangere quando lo vidi la prima volta, primo e unico nome femminile che si è tatuato

<Cosa hai da guardare? Vuoi vedere i miei tatuaggi? Non li hai visti abbastanza?>

<Xavier, non la trattare così, abbiamo sbagliato si, ma domani se la dovrà rifare anche con suo fratello, lasciala in pace> mi difende Gavin

<Vi rendete conto di che ore sono o no? Sono le sei e mezzo del mattino, invece di essere svegli per andare a scuola sono qui a ragionare con tre ragazzi che non sanno nemmeno dove ci troviamo> cazzo ora comprendo perché è incazzato come una bestia, lui tra poco dovrebbe prepararsi per andare a lavoro e invece si trova esattamente a ragionare con tre
bambini, a me tocca la doppia ramanzina poi

<Xavier, scusaci, non lo faremo più, ti prometto che quando vorremo uscire ti chiameremo per farci venire a prendere, non succederà più ti prego> intervengo mezza addormentata, non mi reggo più in piedi

<Filate a letto subito, parlo io se la zia vi trova a casa, che non succeda mai più> seguo gli altri per andare in camera ma Xavier mi ferma <dormi con me, in questi giorni non ti ho vista per nulla>

<Va bene, aspettavo che me lo dicessi, dopo stasera avevo paura a rimanere>

<Rimani> mi vado a cambiare nel suo bagno mi lavo i denti e torno a letto inciampando su dei vestiti che ha lasciato a terra, mi metto sotto le coperte e appoggio la testa sul suo petto

<Xavier> lo chiamo

<Dimmi bimba>

<Cancellerai mai il mio nome?>

<No!> mi risponde un po' incazzato

<Perché?>

<Perché non posso Sydney, non posso, non potrei mai farcela>

<Grazie bimbo> mi alzo per dargli un bacio sulle labbra e torno a dormire.

Da Los Angeles A Mai PiùDove le storie prendono vita. Scoprilo ora